Emerge in questi giorni in modo prorompente e sicuramente ben diretto mediaticamente, il movimento dei Fridays for Future, ispirato dalla ormai celeberrima Greta Turnberg, la ragazzina svedese che ha sconvolto il dibattito mondiale sul clima e le politiche ambientali.
Questo movimento che è certamente nuovo e animato da grande freschezza ma anche difficile da orientare su obiettivi concreti, è visto con un certo sospetto da molti ambientalisti tradizionali (e anche di una certa età, diciamolo!) e dichiaro preliminarmente che io non sono fra questi. Non mi sento minacciato nelle mie battaglie dall'emergere di nuovi compagni di strada nella lotta per proteggere la razza umana sul pianeta, ma piuttosto, ho molta paura del silenzio che ha circondato il dibattito ambientale e climatico a tutti i livelli, e anche dal sempre più diffuso e ben appoggiato negazionismo climatico. Per cui ho accolto con una soddisfzione immensa l'improovvisa esplosione sulla scena mediatica internazionale di questa ragazzina terribile che va in giro a prendere a sberle i vecchi politici incapaci di rendersi conto che stanno segando il tamo su cui sono (e siamo tutti) seduti.
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