Lo
scorso anno uscì il libro "The Francis Miracle" del
Vaticanista americano John Allen Jr, che annunciava
ufficialmente l'intenzione di Papa Francesco di scrivere
un'enciclica sul cambiamento climatico. Il libro si concludeva con le
parole: "Prima
dell'avvento di Papa Francesco, l'analista politico americano Jeremy
Rifkin,
previde che questioni quali il cambiamento climatico egli OGM
avrebbero dissolto le divisioni obsolete fra destra e sinistra e
creato una nuova “Politica
della Biosfera” in
cui si sarebbero riconosciuti sia i sostenitori della natura (di
sinistra) che i sostenitori delle battaglie per la vita umana
(tipiche della destra), che si sarebbero alleati contro l'iper
industrialismo sfrenato del 21mo secolo che vede tutto, dalla natura
alla vita organica, come una merce da scambiare.
Francesco,
Papa del Vangelo Sociale, potrebbe diventare il leader che permetterà
alla previsione di Rifkin di
avverarsi."
Queste
parole mi provocarono una reazione contrastante: da un lato la
fierezza di lavorare con Rifkin da 12 anni, ed esser stato parte di
un movimento ispirato alla sua visione che comincia a riscuotere
riconoscimenti internazionali sempre più prestigiosi.
Dall'altro
la paura che la canea fossile si sarebbe scatenata contro questo Papa
(come in effetti è stato) non appena uscita l'Enciclica.
Quello
che non avrei mai immaginato è che gli attacchi più subdoli a
questa straordinaria Enciclica sarebbero venuti da quei settori
progressisti dell'intellighenzia americana ultra liberal e supporter
di Obama.
Infatti
se i trogloditi alla Jeb Bush non potevano che attaccare il papa in
difesa dei loro "vested intersts" petroliferi, e
questo era scontato fin dall'inizio e ci sta tutto, meno scontato è
che si sarebbe schierata contro il Papa in radicale dissenso da
quest'Enciclica anche l'èlite obamista americana, che non difende il
petrolio ma lo shale gas e il fracking.
Ecco
dunque comparire in prima pagina sul New York Times (l'organo dei
progressisti americani), un editoriale firmato da uno dei più
celebri giornalisti e commentatori liberal, David Brook, con
l'agghiacciante titolo di "Fracking and the Franciscans".
Adesso
non ritengo utile entrare in una confutazione punto per punto della
sequenza di imprecisioni, castronerie, menzogne e falsità
termodinamiche contenute nell'articolo di David Brooks, (ciascuno
potrà rendersene conto leggendolo perchè lo riproduco alla fine).
Nè
intendo tanto meno indulgere nell'illustrazione delle
visioni pastorali e magistrali dell'Enciclica o nella difesa dei
suoi inalienabili valori, visto che c'è chi può farlo in modo molto
più qualificato e autorevole. No, con questo post voglio
attirare l'attenzione su una diversa drammatica realtà. Aldilà
del gioco di parole sull'omofonia fra la fratturazione idraulica, e
il nome dell'Ordine Religioso ispirato al Santo di Assisi, mi sembra che questo attacco giornalistico al Papa della prima Enciclica "verde" della storia della Chiesa, e farlo già dal titolo per la contrarietà
espressa nell'Enciclica in difesa di ambiente e clima, per
il fracking, tecnologia pervicacemente invasiva e totalmente
antiecologica di estrazione dei fossili, sia rivelatore del livello di degrado etico e
culturale a cui si sono ridotte la politica e la società americane, da sempre (ma
evidentemente oggi ancor di più) sottomesse agli interessi delle grandi
lobby fossili e finanziarie.
In
pratica, la guerra all'Enciclica di Papa Francesco, rivela che alle prossime elezioni, gli americani si
troveranno davanti alla diabolica scelta fra Repubblicani, asserviti
alle logiche fossili e comandati dalle lobby petrolifere, e i
Democratici, piegati a stuoino alla propaganda delle grandi società
dello shale gas e del "fracking" presentati da David Brooks
come tecnologie in grado di salvare l'umanità dal disastro climatico
e quindi da sostenere apertamente e non da combattere.
Dio
ci scampi da una simile scelta!
Papa
Francesco ci dice con grande chiarezza che il problema non è
ecologico ma umano, nel senso che i danni al clima e all'ambiente
sono la conseguenza di comportamenti umani alla ricerca e
esasperata
del profitto estremo e la sua idea è che la tecnologia debba servire
a proteggere e non a devastare la "casa comune" Quindi
questa non è un'Enciclica (e questo non è un Papa)
anti-tecnologia, ma è una Enciclica (ed
un Papa) che
invita a distinguere fra diverse tecnologie e stigmatizza quelle che
anziché proteggere i
delicati equilibri ed ecosistemi del
pianeta
ne accelerano il deterioramento nell'interesse del profitto di
pochissime persone.
Fra
queste tecnologie devastanti, certamente vi è
quel fracking contrapposto ai Francescani con un
gioco di parole di dubbio gusto, che l'Enciclica considera a buon diritto, deteriore e pericolosa perchè si tratta di una tecnologia che compromette l'assetto idrogeologico e sociale del Commons, la casa Comune che siamo tutti chiamati a difendere perchè difendendola difendiamo noi stessi e le probabilità dell'essere umano di continuare a popolare il pianeta azzurro chiamato Terra...
Sulla problematica della subalternità ai poteri fossili e alle tesi dei negazionisti della politica americana (tutta la politica americana) segnalo questa interessante e ben documentata analisi di Dario Faccini di ASPO Italia. Eì agghiacciante...
https://aspoitalia.wordpress.com/2015/06/27/papa-francesco-vs-negazionisti-3-a-0/
Di seguito l'articolo di David Brooks.
https://aspoitalia.wordpress.com/2015/06/27/papa-francesco-vs-negazionisti-3-a-0/
Di seguito l'articolo di David Brooks.
Pope
Francis is one of the world’s most inspiring figures. There are
passages in his new encyclical on the environment that beautifully
place human beings within the seamless garment of life. And yet over
all the encyclical is surprisingly disappointing.
Legitimate warnings about
the perils of global warming morph into 1970s-style doom-mongering
about technological civilization. There are too many overdrawn
statements like “The earth, our home, is beginning to look more and
more like an immense pile of filth.”
Hardest to accept, though,
is the moral premise implied throughout the encyclical: that the only
legitimate human relationships are based on compassion, harmony and
love, and that arrangements based on self-interest and competition
are inherently destructive.
The pope has a section on
work in the encyclical. The section’s heroes are St. Francis of
Assisi and monks — emblems of selfless love who seek to return, the
pope says, to a state of “original innocence.”
He is relentlessly
negative, on the other hand, when describing institutions in which
people compete for political power or economic gain. At one point he
links self-interest with violence. He comes out against technological
advances that will improve productivity by replacing human work. He
specifically condemns market-based mechanisms to solve environmental
problems, even though these cap-and-trade programs are up and running
in places like California.
Moral realists, including
Catholic ones, should be able to worship and emulate a God of perfect
love and still appreciate systems, like democracy and capitalism,
that harness self-interest. But Francis doesn’t seem to have
practical strategies for a fallen world. He neglects the obvious
truth that the qualities that do harm can often, when carefully
directed, do enormous good. Within marriage, lust can lead to
childbearing. Within a regulated market, greed can lead to
entrepreneurship and economic innovation. Within a constitution, the
desire for fame can lead to political greatness.
You would never know from
the encyclical that we are living through the greatest reduction in
poverty in human history. A raw and rugged capitalism in Asia has
led, ironically, to a great expansion of the middle class and great
gains in human dignity.
You would never know that
in many parts of the world, like the United States, the rivers and
skies are getting cleaner. The race for riches, ironically, produces
the wealth that can be used to clean the environment.
A
few years ago, a team of researchers led by Daniel Esty of Yale
looked at the environmental
health of 150 countries.
The nations with higher income per capita had better environmental
ratings. As countries get richer they invest to tackle environmental
problems that directly kill human beings (though they don’t
necessarily tackle problems that despoil the natural commons).
You would never suspect,
from this encyclical, that over the last decade, one of the most
castigated industries has, ironically, produced some of the most
important economic and environmental gains. I’m talking of course
about fracking.
but
a recent Environmental
Protection Agency study found
that there was no evidence that fracking was causing widespread harm
to the nation’s water supply. On the contrary, there’s some
evidence that fracking is a net environmental plus.
That’s because cheap
natural gas from fracking displaces coal. A study by the Breakthrough
Institute found coal-powered electricity declined to 37 percent from
50 percent of the generation mix between 2007 and 2012. Because
natural gas has just half as much global-warming potential as coal,
energy-related carbon emissions have declined more in the U.S. than
in any other country over that time.
Fracking
has also been an enormous boon to the nation’s wealth and the
well-being of its people. In a new report called “America’s
Unconventional Energy Opportunity,” Michael
E. Porter, David S. Gee and Gregory J. Pope conclude that gas and
oil resources extracted through fracking have already added more
than $430 billion to annual gross domestic product and supported
more than 2.7 million jobs that pay, on average, twice the median
U.S. salary.
Pope Francis is a wonderful
example of how to be a truly good person. But if we had followed his
line of analysis, neither the Asian economic miracle nor the
technology-based American energy revolution would have happened.
There’d be no awareness that though industrialization can lead to
catastrophic pollution in the short term (China), over the long haul
both people and nature are better off with technological progress,
growth and regulated affluence.
The
innocence of the dove has to be accompanied by the wisdom of the
serpent — the awareness that programs based on the purity of the
heart backfire; the irony that the best social programs harvest the
low but steady motivations of people as they actually are.
Link
originale:
http://www.nytimes.com/2015/06/23/opinion/fracking-and-the-franciscans.html?rref=collection%2Fcolumn%2Fdavid-brooks&_r=1
Nessun commento:
Posta un commento