Tesi fantasiose o realtà?
1985, Bruxelles: io e la futura ingegnera petrolifera Karin | | |
Ma veniamo ai giorni nostri.
Il colosso di stato francese EDF ha fermato tre reattori e altri cinque potrebbero essere fermati nei prossimi giorni. Cerchiamo di capire meglio ciò che sta succedendo.
Le rinnovabili mettono fuori gioco le centrali nucleari. Tutta “colpa” di un eccesso di energia verde, da fonte eolica e fotovoltaica, perché nei fine settimana – quando l’attività industriale rallenta – i prezzi vanno sempre più spesso in territorio negativo: in pratica paghi se vuoi produrre energia. E per evitarlo, Edf preferisce fermate le sue centrali.
Il boom di produzione delle rinnovabili porta a prezzi negativi dell’energia
Del resto, il caso francese non è per nulla isolato. I prezzi negativi si sono verificati per la prima volta in Germania nel 2008. Da lì in poi è stato un crescendo.
Le rinnovabili tedesche l’anno scorso hanno portato a 300 ore di prezzi sotto zero e secondo le previsioni potrebbero raddoppiare nel corso del 2024. In Inghilterra, entro il 2027, le ore “negative” supereranno il numero di mille, aumentando di cinque volte rispetto ai dati attuali.
Lo stesso sta accadendo anche in altri mercati energetici dove le rinnovabili sono cresciute molto negli ultimi anni e dove sono presenti impianti nucleari. Come in Spagna, dove i prezzi a inizio anno sono rimasti negativi per cinque settimane e in media sono ai livelli più bassi dal 2013.
Questo potrebbe essere un problema molto serio se consideriamo che la Francia ha di recente promosso un’alleanza per il nucleare, nonostante gli impianti siano sempre più costosi e i sistemi di sicurezza sempre più complessi.
Entro il 2030 l’Europa ricaverà dalle rinnovabili i due terzi della sua energia
Ma si tratta solo di previsioni che potrebbero essere riviste nei prossimi anni, vista la crescita delle energie verdi: secondo Bloomberg New Energy Finance l’Europa ricaverà dalle rinnovabili i due terzi del suo fabbisogno di energia entro il 2030. Praticamente domani.
Questo potrebbe portare i consumatori che hanno allacciato i propri pannelli alla rete a risparmi significativi, potendo intensificare i consumi nelle ore di prezzi negativi.
Un fenomeno che proseguirà almeno fino alla fine del decennio, quando lo sviluppo delle batterie e dei sistemi di accumulo porterà a una maggiore stabilità dei prezzi, archiviando il fenomeno dei prezzi negativi.
Ma a quel punto, anche la tecnologia delle batterie si sarà sviluppata abbastanza per rendere abbordabili i costi delle batterie domestiche. E allora anche le famiglie potranno “immagazzinare” energia da usare quando cala il sole. Ma questa è la storia che racconteremo nei prossimi anni. E mi domando che storia racconti oggi l'Ingegnera Karin Bach da Kristiansand-Norvegia...
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