domenica 14 novembre 2021

Carbone "out" o carbone "down"? Il tradimento di Glasgow in una parola.

Come la celebre lepre della favola di Esopo che si attarda nella corsa con la tartaruga, sicura di riuscire a batterla e alla fine rimane beffata, la COP dell'ONU sul cambiamento climatico rimane sempre una lunghezza indietro rispetto all'emergenza climatica lenta ma inesorabile (proprio come la tartaruga). 

Adesso si sono accorti che c'è il cambiamento climatico e che la colpa è dei fossili. Ma quanto a smettere di finanziarli neanche a parlarne. 

Carbon Neutrality? Velleità da ambientalisti oltranzisti. 

Relegare il carbone nel passato? Fantasie da estremisti! 

Smettere di finanziare le fonti fossili con soldi pubblici? Non scherziamo per favore!  

E quindi di smetterla col carbone non se ne parla. Cina, India, Brasile non possono consentirlo. 

"E se i grandi produttori di energia da carbone non ci stanno", dicono i Grandi, "qui bisogna essere realisti". 

E va bene. Vogliamo essere realisti? Vogliamo attenerci ai fatti? Eccoli i fatti: in Sicilia e Sardegna intere zone costiere spazzate via da cicloni ci una forza inaudita mai visti prima. 














In Germania in pieno agosto, ci sono stati oltre 200 morti e 800 feriti in alluvioni violentissime mai registrate prima che hanno devastato alluvioni che hanno devastato i Länder di Coblenza e quella della Renania Palatinato e lungo il flusso del fiume Ahr  nell’area di Bad Neuenahr-Ahrweiler

Le perdite economiche globali dovute a disastri e catastrofi naturali sono stimate a 77 miliardi di dollari nella prima metà del 2021, mentre erano 114 miliardi di dollari nel 2020, come emerge da un report pubblicato da Swiss Re che sottolinea anche che la media delle perdite dovute a eventi climatici negli ultimi dieci anni è di 108 miliardi di dollari annui, mentre  4.500 persone hanno perso la vita o sono scomparse in eventi catastrofici nel primo semestre 2021.











“Gli effetti del cambiamento climatico si manifestano con temperature più calde, innalzamento del livello del mare, precipitazioni più irregolari e condizioni meteorologiche estreme. Insieme al rapido sviluppo urbano e all’accumulo di ricchezza nelle aree soggette a disastri, i pericoli secondari, come tempeste invernali, grandine, inondazioni o incendi, portano a perdite catastrofiche sempre maggiori. L’esperienza finora nel 2021 sottolinea i crescenti rischi di questi pericoli, esponendo comunità sempre più grandi a eventi climatici estremi. Ad esempio, la tempesta invernale Uri ha raggiunto un costo paragonabile a quello provocato da un uragano. Il settore assicurativo deve potenziare le sue capacità di valutazione del rischio per questi pericoli meno monitorati per mantenere ed espandere il suo contributo alla resilienza finanziaria” continua il report, per poi concludere che "il cambiamento climatico, rappresenta uno dei maggiori rischi per la società e l’economia globale. La recente analisi dell’Ipcc delle Nazioni Unite conferma che ci dobbiamo aspettare condizioni meteorologiche più estreme in futuro e sottolinea l’urgenza di agire per limitare il riscaldamento globale”.

L'IPCC, ( o Intergovernamental Panel on Climate Change), è un organismo costituito dall'ONU nel 1988 che funziona da foro scientifico delle Nazioni Unite, l'Organizzazione meteorologica mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente allo scopo di studiare il riscaldamento global. In pratica è il gruppo di esperti creato per fornire i dati su cui si devono basare le decisioni delle Conference of Parties (COP) sul cambiamento climatico ( https://www.ipcc.ch/ ) Il Panel, si esprime attraverso appositi rapporti di valutazione che analizzano lo stato del cambiamento climatico e le possibili conseguenze sul pianeta e per la razza umana a breve medio e lungo termine. Il rapporto di valutazione è quinquennale e l'ultimo è previsto pwe il 2021/2022 e comprende i contributi di tre gruppi di lavoro:

  • Gruppo di lavoro I: basi fisico-scientifiche
  • Gruppo di lavoro II: impatti, adattamento e vulnerabilità
  • Gruppo di lavoro III: mitigazione del cambiamento climatico

Il primo studio è stato pubblicato nel 2021, gli altri due sono previsti per il 2022. 

Lo studio pubblicato ad agosto 2021 spiega che in base a nuove simulazioni dei modelli climatici, nuove analisi e metodi che combinano numerose evidenze, e che portano ad una migliore comprensione dell’influenza umana su un’ampia gamma di variabili climatiche, compresi gli estremi meteo-climatici, diventa evidente che  il livello di riscaldamento globale di 1,5°C verrà superato a meno che non ci siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra, vi si legge, limitare il riscaldamento a circa 1,5°C o addirittura 2°C sarà un obiettivo fuori da ogni portata ( per maggiori informazioni vedi https://ipccitalia.cmcc.it/climate-change-2021-le-basi-fisico-scientifiche-i-cambiamenti-climatici-sono-diffusi-rapidi-e-si-stanno-intensificando/ ).

Tali riduzioni immediate dovevano essere l'oggetto delle decisioni di Glasgow, ma non sono state prese in considerazione mentre si è andati avanti secondo una logica "Business as usual" perfetta per  continuare a ballare sul titanic ma catastrofica per prevenire la scomparsa della razza umana sul pianeta.

Infatti il documento approvato alla COP di Glasgow non ha nessun senso dell'emergenza catastrofica che stiamo vivendo e non solo non ha previsto alcuna limitazione e riduzione degli incentivi di 6000 miliardi di dollari annui elargiti all'energia fossile (https://www.qualenergia.it/articoli/fossili-2020-sussidi-5-900-miliardi-dollari/#:~:text=Al%20contrario%2C%20nel%202020%2C%20i,interno%20lordo%20a%20livello%20mondiale.)  ma, con un emendamento astutamente  presentato dagli indiani  fuori tempo massimo mentre gli inservienti spegnevano le luci e i custodi cominciavano a far defluire i presenti, è previsto che il carbone non venga più eliminato  (phased out dal mix energetico mondiale (come proponeva l'Unione Europea), ma solo gradualmente ridotto (phased down), 

E pensare che c'è chi ha il coraggio di considerarlo "un successo", solo perché un accordo è stato raggiunto e per la prima volta è stato concordato di ridurre il consumo dei "fossili" per attenersi all'obiettivo di più un grado e mezzo entro fine secolo nel documento finale. 

Non c'è stato nemmeno accordo sui tempi di erogazione dei fondi per le popolazioni e i paesi più colpiti dai cambiamenti climatici. I Paesi ricchi rimangono abbarbicati ai loro sacchi di monete come Paperon de Paperoni, e non si rendono conto che così facendo perdono ancora più soldi, quindi la loro è una strategia inefficace anche dal loro punto di vista. Infatti Alok Sharma. presidente della COP 26, nel presentare queste ridicole conclusioni è scoppiato a piangere davanti al plenum dei delegati.

Forse è venuto il momento di prendere atto del fatto che la COP è diventata uno strumento obsoleto, incapace di prendere sul serio perfino gli studi che commissiona essa stessa all'International Panel on Climate Change, e quindi bisogna inventare strumenti nuovi per combattere il cambiamento climatico e dare una chance di sopravvivenza alla razza umana sul pianeta, e che è venuto il momento di creare nuovi organismi animati da giovani e organizzazioni della società civile anziché da governi complici delle grandi lobby fossili. 




Per maggiori approfondimenti sul sesto rapporto di valutazione dell'IPCC:
Il Sesto Rapporto di Valutazione fornisce una valutazione dei cambiamenti climatici su scala regionale più dettagliata rispetto al passato. Per la prima volta il rapporto include un focus sulle informazioni utili per valutazione del rischio, l’adattamento e altri processi decisionali che sono di aiuto nel tradurre i cambiamenti fisici del clima – calore, freddo, pioggia, siccità, neve, vento, inondazioni costiere e altro – nei loro significati più diretti per le società e per gli ecosistemi.

Queste informazioni regionali possono essere esplorate in dettaglio nel nuovo Atlante interattivo (https://interactive-atlas.ipcc.ch/), dove sono disponibili anche schede sulle regioni, il riassunto tecnico e il rapporto che è alla base del materiale fornito.
L’influenza umana sul clima passato e futuro
“È chiaro da decenni che il clima della Terra stia cambiando, e il ruolo dell’influenza umana sul sistema climatico è indiscusso”, ha detto Masson-Delmotte. Il nuovo rapporto riflette anche importanti progressi nella scienza dell’attribuzione – la comprensione del ruolo dei cambiamenti climatici nell’intensificazione di specifici eventi meteorologici e climatici come ondate di calore estreme e precipitazioni intense.

Il rapporto mostra anche che le attività umane hanno ancora il potenziale per determinare il corso del clima futuro. È chiara l’evidenza scientifica che mostra che l’anidride carbonica (CO2) è il principale motore dei cambiamenti climatici, anche se altri gas serra e inquinanti atmosferici contribuiscono a influenzare il clima.
“Stabilizzare il clima richiederà riduzioni forti, rapide e costanti delle emissioni di gas a effetto serra, e raggiungere emissioni nette di CO2 pari a zero. Limitare altri gas serra e inquinanti atmosferici, specialmente il metano, potrebbe avere dei benefici sia per la salute che per il clima”


1 commento:

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