Alla scadenza delle 48 ore, implacabile come sempre, arriva Pasquino con i suoi strali al curaro. Ecco la sua nuova composizione che ci ricorda chi è Berlusconi, chi è Gheddafi, e quale sia stato il trascorso comune. Prima che in questo mondo approssimativo e superficiale la storia venga ricostruita in senso opposto a quelle nel quale i fatti si sono realmente svolti, arte nella quale il nostro Premier eccelle.
TENTENNA
Prima come compagno di merenda
nel centro Roma gli allestì la tenda;
assoldò centinaia di belle fanciulle
dalle procaci forme sotto il tulle.
A queste Gheddaffi il Corano spiegò
e a farsi maomettane le incitò.
Poi come se fosse un papa musulmano
al rais-libico Berlusca baciò la mano.
Ma poi in Libia giovin schiere
si ribellarono al dittatore petroliere,
che invece di prendere la via del confine,
con ferro e fuoco volle mettere fine
alla giovanile gloriosa rivoluzione,
accesa per cacciare il bestial padrone.
A questo punto nostro italico re,
mentre insorgono il Tamigi e la Senna,
da vile e pavido coniglio, tentenna.
Si nasconde e ammutolisce;
sfugge all’ardire come le bisce.
Di contro agli sdegni levatisi in coro,
è convinto che il silenzio è d’oro.
Questo metallo ha sempre cercato
con colpi di mano e scorretto mercato.
Non vuole guerreggiare contro il compare,
con il quale ha fatto affare su affare
e dal quale il bunga bunga ha imparato.
Non vuole che il rais sia condannato.
Ora due possono essere le soluzioni,
dopo tante incredibili distruzioni:
se Gheddaffi soccombe all’istante
Lui:” Non sono mica stato esitante
di mandare in guerra navi ed aeroplani
per combattere mercenari disumani;
se il rais a questa guerra mette fine,
Lui:” Solo io l’ho indotto infine”.
In questi giorni fa il teatrante;
ci manca poco per fare il cantante
nell’isola dove approdan cittadini
libici, somali, eritrei, tunisini.
E da bugiardo fa la solita cosa:
promette illusori benefici a iosa.
E’ andato per sanare altrui pena?
No!. Per recitare su reale scena.
Così ha fatto per i rifiuti abbandonati.
Così ha fatto per i poveri terremotati.
Così fece Nerone con Roma incendiata
per farsi su scena reale una cantata
e incolpò per ciò tanti poveri Cristi
come Berlusca inventa i Comunisti.
Stia a casa questo nano micidiale
che di tutto e ovunque fa carnevale.
Pasquino, aprile 2011
TENTENNA
Prima come compagno di merenda
nel centro Roma gli allestì la tenda;
assoldò centinaia di belle fanciulle
dalle procaci forme sotto il tulle.
A queste Gheddaffi il Corano spiegò
e a farsi maomettane le incitò.
Poi come se fosse un papa musulmano
al rais-libico Berlusca baciò la mano.
Ma poi in Libia giovin schiere
si ribellarono al dittatore petroliere,
che invece di prendere la via del confine,
con ferro e fuoco volle mettere fine
alla giovanile gloriosa rivoluzione,
accesa per cacciare il bestial padrone.
A questo punto nostro italico re,
mentre insorgono il Tamigi e la Senna,
da vile e pavido coniglio, tentenna.
Si nasconde e ammutolisce;
sfugge all’ardire come le bisce.
Di contro agli sdegni levatisi in coro,
è convinto che il silenzio è d’oro.
Questo metallo ha sempre cercato
con colpi di mano e scorretto mercato.
Non vuole guerreggiare contro il compare,
con il quale ha fatto affare su affare
e dal quale il bunga bunga ha imparato.
Non vuole che il rais sia condannato.
Ora due possono essere le soluzioni,
dopo tante incredibili distruzioni:
se Gheddaffi soccombe all’istante
Lui:” Non sono mica stato esitante
di mandare in guerra navi ed aeroplani
per combattere mercenari disumani;
se il rais a questa guerra mette fine,
Lui:” Solo io l’ho indotto infine”.
In questi giorni fa il teatrante;
ci manca poco per fare il cantante
nell’isola dove approdan cittadini
libici, somali, eritrei, tunisini.
E da bugiardo fa la solita cosa:
promette illusori benefici a iosa.
E’ andato per sanare altrui pena?
No!. Per recitare su reale scena.
Così ha fatto per i rifiuti abbandonati.
Così ha fatto per i poveri terremotati.
Così fece Nerone con Roma incendiata
per farsi su scena reale una cantata
e incolpò per ciò tanti poveri Cristi
come Berlusca inventa i Comunisti.
Stia a casa questo nano micidiale
che di tutto e ovunque fa carnevale.
Pasquino, aprile 2011
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