Troppo facile dare della "handicappata di merda" e poi scusarsi. Ma veniamo ai fatti. Il presunto onorevole Polledri della Lega Nord (un sul cui sito web si leggono paroloni altisonanti sui valori della famiglia e palle varie), urla "stai zitta handicappata di merda!" alla deputata del PD Ileana Argentin, che sta facendo rilevare che il suo assistente deve applaudire per lei perchè lei non può muovere le mani. Improvvisamente nell'aula succede di tutto, in molti le gridano stai zitta, Polledri ci aggiunge il suo simpatico epiteto scatologico. Vedere per credere.
Subito dopo Polledri si scusa. Si giustifica dicendo che non aveva capito i termini della questione. In altre parole se la Argentin fosse stata impegnata in una disquisizione sulla guerra in Libia, o sul disastro nucleare di Fukushima, poteva chiamarla handicappata di merda. Siccome invece stava solo parlando della sua condizione, allora si scusa per aver "eventualmente" offeso la sua suscettibilità. Ora, io dico, Handicappata di merda è un insulto per il quale ci si deve scusare a prescindere, perchè l'urto alla sensibilità non è eventuale, e la sua illegittimità non dipende dal contesto della discussione. Se ti scusi, lo fai senza se e senza ma, perchè, caro Polledri, sei sinceramente pentito e convinto che in realtà sei una grandissima testa di cazzo, escremento (tu si!) di una società troppo tollerante con gli intolleranti, e portatrice malsana di valori che sono indice (cito da Agravox) "di una società senza più freni inibitori dove la brava gente, padana e non, è libera di pensare e dire "immigrati fuori dalle palle", "buttiamoli a mare", "affondiamo le navi", "bruciamo i rom", "forza Vesuvio", non voglio te come insegnante dei miei figli perché sei meridionale, i romeni sono tutti ladri, la cultura non fa mangiare, gli impiegati pubblici possono essere liberamente diffamati, non voglio spendere per insegnanti di sostegno perché tanto i miei figli sono sani, non voglio handicappati in giro perché i bambini s'impressionano, non accettiamo bimbi down in questo albergo perché i clienti s'intristiscono e non spendono e tutto il repertorio davanti ai nostri occhi e che abbiamo più o meno supinamente accettato mugugnando privatamente il nostro schifo." Ecco, io il mio schifo per te preferisco dirlo in pubblico e non "mugugnarlo in privato". Per questo ti dico, simpatico onorevole Polledri "Dimettiti1, oppure se e quando mai ti incontrerò di persona, ti darò un cazzottone su quella faccia da bambino viziato cresciuto all'ombra di un campanile xenofobo, razzista malato. E dopo mi scuserò per il gesto violento giustificandomi col fatto che non avevo capito bene il contesto!
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