domenica 1 dicembre 2013

Bagnai, il Titanic e Schettino

Durante la puntata di Servizio Pubblico "Good bye Italia" del 15 novembre scorso, si è discusso di strategie economiche, Euro, Europa e fra gli ospiti c'era il prof Alberto Bagnai, noto accademico ultraliberista anti euro e partigiano senza "se" e senza "ma" del ritorno alla lira, che ha ripetuto per tutta la puntata, con un ardore degno forse di miglior causa, la sua convinzione che l'Euro è l'origine di tutti i mali e che bisogna assolutamente tornare alla lira per recuperare margini di manovra monetari e competitività al sistema paese.
La speculazione finanziaria? Colpa dell'Euro!
Le delocalizzazioni e la distruzione del valore lavoro? Colpa dell'Euro!
La corruzione endemica nel nostro Paese? Colpa dell'Euro!
L'eliminazione ignomignosa dell'Italia ai mondiali in Sud Africa? Colpa dell'Euro!

Dopo aver menato fendenti a destra e a manca, (salvo che al vice ministro dell'Economia Stefano Fassina con cui ha invece curiosamente ingaggiato un delizioso minuetto che ha raggiunto vette di sublime adulazione), l'economista toscano,  dall'alto delle sue certezze incrollabili,  ha calato l'asso di bastoni proprio in chiusura, per convincere tutti che bisogna abbandonare la nave che affonda:

"Noi molto visibilmente stiamo andando verso un iceberg, e questo iceberg è l'implosione del sistema finanziario europeo nel mare della globalizzazione. Io chiedo, ma se lei fosse stato nella notte in cui si andava verso l'iceberg, avrebbe preferito essere a bordo del Titanic, in compagnia di tutti gli altri, sicuro di andare all'impatto perchè il transatlantico è troppo lento e grande per cambiare rotta, o su un agile kayak che può  cambiare rotta in due sterzate evitando il disastro? Io a bordo del kayak!"

Caro professor Bagnai, senza volerla distrarre assolutamente mentre lei ci da dentro di pagaia, mi permetta di portare fino in fondo sua metafora marinara.
Ammettiamo di scegliere il kayak. Allora, che facciamo? Evitiamo l'iceberg con "due sterzate" e poi andiamo sotto alla prima ondata di quel famoso mare della globalizzazione? Perchè il kayak-lira, può anche evitare l'iceberg ma nel famoso mare della globalizzazione ci sono mille altre insidie molto più frequenti e pericolose dell'iceberg, che è pacifico, immobile e volendo, con una guida accorta si può evitare (anche con un transatlantico). 

Insidie come tempeste, tornadi, uragani, invece non si possono evitare. Non sappiamo quando nè dove, ma sappiamo per certo che ci saranno. Per questo è consigliabile abbandonare i kayak e costruire navi più resistenti. Magari mettendole nelle mani di navigatori che sanno dirigerle in porti sicuri anzichè degli Schettino della grande finanza speculativa, che gli iceberg non solo non sanno evitarli, ma se li vanno proprio a cercare!

 Se la metafora non le è chiara posso anche farle un disegnino!

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1 commento:

  1. Oh, finalmente :-) Io ho appena discusso animatamente con un fan di Bagnai. Per Bagnai non esiste nulla fuori l'Europa. Non esistono, appunto, fenomeni di offshoring che negli ultimi dieci anni hanno bruciato almeno un milione di posti di lavoro, non esiste, come certificato da Mediobanca, una stagnazione degli investimenti che dura da dieci anni e che ci ha resi poco competitivi, non esistono fattori tutti endemici al nostro modo di concepire quel poco di politica economica che è rimasta nell'alveo della sovranità nazionale. Non che anche l'Euro non sia un problema, ma è uno dei problemi. Non certo l'unico...

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