giovedì 17 gennaio 2019

La pantomima pro e anti europea e il sogno dimenticato di Spinelli.

Abbiamo assistito negli ultimi mesi a una indegna pantomima in cui i Commissari europei e i sovraranisti finti anti europeisti nostrani recitavano a soggetto parti diverse di un medesimo copione. Quello di Europa Buona/Europa Cattiva.
I vari Moscovici, Dombroski e altri funzionari europei facevano finta di fare la voce grossa e digrignare i denti contro gli indisciplinati italiani mentre i"sovranisti" alle vongole nostrani fcevano finta di fare la voce grossa con l'UE affamatrice dei popoli.
 In realtà l'Europa non è nè buona nè cattiva ma è schizofrenica, come mi sforzerò di approfondire in un mio prossimo lavoro. In questo articolo vorrei concentrarmi sugli esiti dell'indegna pantomima a cui abbiamo assistito.
Infatti le conclusioni della  "drammatica" trattativa con l'Unione Europea condotta per evitare la paventatisissima procedura di infrazione e di cui il Presidente Conte va assai fiero, sono molto meno positive di qauanto la retorica propagandistica del governo vorrebbe farci credere per due ordini di motivi.
Il primo è che si è persa una grande occasione di rimettere in discussione regole assurde che l'Italia ha contrbuito ad approvare e che avrebbe dovuto rimettere in discussione approfittando delle nuove esigenze proclamate dal nuovo governo sul piano sociale e economico. Ci si è invece limitati a domandare con il capello in mano una applicazione meno rigida di tali regole, che invece andavano totalmente fatte saltare perchè totalmente disfunzionali e illogiche (come ha domstrato senza essere mai smentito Yannis Varoufakis, l'ex ministro Rock 'n bike del primo governo Tsipras in Grecia.
La seconda ragione è che  sono 10,3 miliardi di risorse congelate, nuove tasse e un ridimensionamento delle misure cardine. Cominciamo da questo secondo punto per poi fare un focus sul primo e forse più importante.
Allora, ecco il dettaglio della resa:
- 4,2 miliardi sono stati decurtati dagli investimenti in conto capitale. Parliamo di risorse già stanziate. In particolare sono stati tagliati:
- 600 milioni a Ferrovie dello Stato per nuovi progetti infrastrutturali
- 850 milioni di cofinanziamento nazionale ai fondi europei per lo sviluppo e la crescita territoriale
- 75 milioni d cofinanziamento al fondo europeo per la produttività e la competitività
- 700 milioni contro il dissesto idrogeologico
- 2 miliardi per il piano di investimenti infrastrutturali previsto dal governo.
Come se non bastasse, il governo ha:
- bloccato le assunzioni nella pubblica amministrazione per tutto il 2019 (questo sarà una catastrofe per la scuola che non potrà sostituire un personale docente necessarissimo e già ridicolmente sotto organico).
- abolito la riduzione Ires per gli enti non commerciali (terzo settore)
- abrogato il credito di imposta per l'acquisto di beni strumentali
- abolito il credito Irap al Sud per le assunzioni a tempo determinato
- tagliato 1,5 miliardi all'Inail per la sicurezza e la salute sul lavoro e i progetti di formazione
- tagliato 150 milioni dei fondi previsti per la riforma dei centri per l'impiego
- ridotto l’adeguamento delle pensioni sopra i 1500 euro
- raddoppiato il valore delle clausole di salvaguardia sull'Iva. In altri termini, se non si troveranno coperture alternative, vanno tirati fuori 23 miliardi tra due anni, aumentando l'imposta. Una stangata che nel 2021 e nel 2022 potrebbe arrivare addirittura a quasi 29 miliardi per ciascun anno.
Infine, il reddito di cittadinanza e quota 100, ossia le misure bandiera sull’altare delle quali stiamo ipotecando il futuro del Paese, sono stati prosciugate di 4,6 miliardi.
Non basta. Per garantire gli obiettivi promessi alla Commissione, sono stati congelati 2 miliardi destinati a quella misure bandiera: ritorneranno a disposizione solo se il monitoraggio dei conti, a luglio, certificherà che l'andamento risulta coerente rispetto al raggiungimento dei target programmatici. Cioè se le previsioni su debito e deficit non sballeranno.
Infine si è dovuto rinanuciare alla pianificazion di un serio recupero del territorio sia come interventi preventivi del dissesto idro geologico e climatico che come interventi di aggiustamento e soccorso per  le zone colpite. 
Questo è il regalo di Natale 2018 al popolo italiano da parte del governo del cambiamento.

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