sabato 1 maggio 2010

I cormorani della Luisiana e gli apprendisti stregoni dell'energia



Il Cormorano, proprio lui, quell'elegante uccello che abbiamo visto fino alla nausea su tutti i media impiastricciato nel petrolio della marea nera, è il simbolo della Luisiana, rappresentato mentre nutre i figlioletti nel nido proprio nella bandiera dello Stato Americano. La Luisiana, terra martire degli appetiti petroliferi. Prima gli uragani e adesso la marea nera, il disastro che può cambiare la faccia di quella parte grandissima del pianeta e avere effetti sulla vita e la biodiversità in tutto il golfo del Messico. Ma sia chiaro, questo disastro non è creato dal petrolio. E' creato dall'uomo, dalla sua avidità. Non sono contro il petrolio, che è stato anche per un certo periodo un fattore di progresso. ma contro la sua combustione. Bruciare, è un modo stupido di produrre energia! La natura non brucia nulla (a meno che non ci pensino i piromani), ma produce energia e vita attraverso processi termochimici. Dovremmo fare così anche noi, ma purtroppo abbiamo investito somme monumentali nella ricerca petrolifera e nucleare, distogliendole dalla ricerca solare, quella che fin da subito poteva portare il mondo in un’altra direzione. E dalla ricerca sull’idrogeno. Non ho niente contro il petrolio ma esso dovrebbe essere utilizzato solo come materia prima per prodotti chimici e farmaceutici e non come fonte energetica; bisogna smettere di trivellare la superficie terrestre alla ricerca di un liquido che rende ricchi pochi potentati e impoverisce il resto dell'umanità, la imprigiona nei suoi disastri ambientali. E speriamo che questa "botta in testa" abbia fatto rinsavire Obama che recentemente sull’energia era andato un po’ "in bambola", con tutti quei potentissimi e ricchissimi lobbisti petroliferi e nuclearisti che, anche se non hanno pagato la sua campagna elettorale, hanno pagato comunque quella di tutti gli altri, democratici compresi, e che quindi lo condizionano comunque anche se indirettamente e lo costringono a compromessi al ribasso dalle sue idee di CHANGE, quando non a recedere completamente.
Il disastro della Luisiana dimostra solo che siamo una specie pericolosa per noi stessi e per gli equilibri del pianeta. Ma mettiamo in chiaro una cosa: non stiamo mettendo a rischio il pianeta (che nostro malgrado, ci sopravviverà comunque), ma stiamo mettendo a rischio la nostra sopravvivenza su questo pianeta, e quella di tante specie viventi della cui sorte non dobbiamo arrogarci il diritto di decidere!
Anche i più potenti uomini del mondo, i petrolieri, quelli che guadagnano in un giorno quanto i tre miliardi di persone più povere in un anno, davanti alle forze della natura si dimostrano per quello che sono: degli ignobili e impotenti apprendisti stregoni, pasticcioni e codardi, oltre che tirchi (perchè un sistema di sicurezza da 500 mila euro la BP se lo poteva anche permettere, credo).
Che fare allora? Tornare alla carrozza e alla candela? Chi propone questo non tiene conto che il sole manda quotidianamente sulla terra un’energia quindicimilavolte superiore ai nostri consumi giornalieri. Il sole ha sempre dato energia all’uomo dacchè l’uomo esiste (170.000 anni circa) salvo che negli ultimi cento anni della folle parentesi petrolifera, quando abbiamo risputato nell’atmosfera i depositi di carbonio formatisi nel giurassico, che avevano permesso la “pulizia” dell’involucro della biosfera, permettendo a noi di esistere, e alla terra di diventare quel “pianeta blu” unico nel sistema solare. Allora dobbiamo abbandonare il ciclo energetico del carbonio e tornare al ciclo energetico del sole, ma con nuove tecnologie, (non certo con candele e cavalli, anche se non ho niente contro le une e gli altri) mettendole a sistema, creando rapidamente una nuova infrastruttura industriale “leggera” e distribuita basata sulle rinnovabili, l’idrogeno, le smart grids, le costruzioni a energia positiva. Ci diranno che è un sogno, che non si può fare. Ma si sta già facendo. Diceva Groucho Marx “those who say that it can’t be done are kindly requested not to obtruct those who are doing it (= quelli che dicono che non si può sono cortesemente pregati di non ostruire quelli che lo stanno facendo). La Navarra è già all’80 per cento di rinnovabili come l’Aragona, dove esistono centri direzionali che vanno già a idrogeno prodotto da rinnovabili. E proprio questo fa più paura all’establishment dell’energia. L’alternativa esiste. Dobbiamo solo metterla a regime, trasformare le infrastrutture e le reti energetiche e creare l’industria delle nuove tecnologie energetiche. Ci diranno che costa un sacco. Ma costa molto di più continuare con il petrolio e le fonti concentrate, solo che sono costi che paga la collettività e non i grandi gruppi energetici. Fatti i conti giusti, con tutti i costi esternalizzati (ambiente, salute, inquinamento) la messa a regime dell’energia distribuita di fonte solare costa di meno. Rende, anche meno ai grandi speculatori, ma chissenefrega! In questa, come in tutti le rivoluzioni ci saranno vincitori e perdenti. I perdenti saranno quelli che fanno profitti astronomici con le loro fonti energetiche. E con il nostro ambiente. I vincitori saranno tutti gli altri. Compresi i cormorani della Louisiana

2 commenti:

  1. Perfettamente d'accordo con te. Sai che a Brindisi siamo in una terra di nessuno, in cui ognuno e' padrone del nostro ambiente , della nostra salute e della nostra vita.La megacentrale di Cerano, ormai ce la stanno spacciando per qualcosa di prodigioso, un gigante buono che produce energia pulita, dalla cui enorme candela escono effluvi benefici e salutari. Aggiungiamoci a questo la costruzione del rigassificatore, anche questo spacciato come portatore di posti di lavoro, mentre invece sappiamo che, a regime, saranno molto pochi, senza parlare della prospettiva di avere una bomba chimica alle porte di Bindisi. Che dire poi , della situazione della zona industriale, ormai con tante ditte dismesse ma col sottosuolo,ricolmo di rifiuti industriali!!! Ci aggiungiamo anche la possibilita' di essere scelti come sede(Ostuni), di centrale nucleare?
    Che dio ce la mandi buona.

    RispondiElimina
  2. Non mi preoccupa tanto il nucleare, che non si farà mai,(è tutta una manovra di marketing per permettere a quei disperati dell'AREVA, che non vendono una centrale da 25 anni a parte il disastro finlandese di Olkiluoto), quanto che farà Scajola con i soldi in nero che certamente prenderà dai francesi per questa operazione di marketing. Con quelli di Anemone si è comprato casa al Colosseo. Con quelli dell'AREVA a New York, dove se ne scapperà quando gli italiani finalmente rinsaviranno, se rinsaviranno). Comunque in Puglia il vero pericolo si chi (Carbon Capture and Storage), Vogliono farlo a Cerano, con i soldi nostri, per alzare i profitti dei petrolieri e carboniferi. Cittadini di Brindisi se sentite CCS, mettete mano alla pistola, come Goering quando sentiva parlare di cultura!

    RispondiElimina