domenica 22 luglio 2012

Il vero spread fra Italia e Germania: la vergogna del caporalato.





Ovvero il miracolo della vaporizzazione delle angurie di Nardò.
C'è uno spread fra Italia e Germania che va ben oltre il differenziale fra i punti base degli interessi sulle emissioni del debito pubblico. E' quello della dignità e dei diritti del lavoro. Quanti immigrati ha accolto la Germania dall'est e dal sud del mondo? Quanti ne ha regolarmente assunti nelle sue fabbriche nei suoi negozi, nelle sue attività terziarie, nei suoi uffici pubblici? Quanti ne ha integrati nei suoi tessuti urbani? E quanti ne ha integrati invece l'Italia ossessionata per vent'anni dalla xenofobia ideologica del forza-leghismo dominante sempre pronta a creare emergenze-immigrati da sfruttare in chiave elettorale? Il furore ideologico della Bossi-Fini che dispone la perdita del permesso di soggiorno per chi perde il lavoro, aggiungendo tragedia a tragedia, nasconde la realtà (inimmaginabile in Germania) del caporalato. Centinaia di immigrati usati come braccianti stagionali per la raccolta dell'anguria e del pomodoro, esseri umani vaganti che seguono i cicli dell'agricoltura, in una diaspora circolare, nel Salento per l'anguria a luglio, nel foggiano per i pomodori a agosto, in Campania per la vendemmia a ottobre, a Rosarno e in Sicilia per gli agrumi a dicembre. 

Alloggiati in capannoni fatiscenti e roventi, o addirittura su cartoni sotto gli ulivi, senza servizi igienici, senza acqua potabile, senza cibo. Senza dignità. Schiacciati da caporali che pagano 12 euro al giorno in cambio di 12 ore di schiena spezzata sotto il sole. I padroni ordiscono le trame e organizzano i caporali ma ufficialmente negano tutto. La gente del paese si gira dall'altra parte per non vedere. Ecco, lo Spread con la Germania qui diventa massimo. Poi un giorno, in un remoto angolo del paese, Nardò, provincia di Lecce, Salento profondo, succede quello che non ti aspetti; scoppia la rivolta dei diseredati. La guida Yvan Sagnet, (http://www.youtube.com/watch?v=jQxMuFE1hTI )un laureando camerunese in Ingegneria, che dal Politecnico di Torino si era ritrovato a raccogliere pomodori a Nardò col miraggio di metter da parte i soldi per pagarsi l'ultimo anno di studi. 
Yvan Sagnet durante la rivolta del 2011

E' il 2011, la primavera araba incendia ancora la sponda sud del Mediterraneo, e infatti i fratelli di rivolta di Yvan sono per la più parte tunisini: Hichem, Habib, Khalid, Moahemed. Hichem dice “In Tunisia abbiamo buttato giù Ben Ali per non farci trattare da schiavi, e adesso dovremmo farci trattare da schiavi in Italia?” La rivolta è il prodotto di un insieme di fattori irripetibili, la leadership dell'”ingegnere” Yvan che spiega ai suoi sventurati compagni l'economia del caporalato, il vento di rivolta che dalle sponde della Tunisia lambisce le campagne del Salento e, soprattutto un luogo simbolo, un posto in cui tornare tutti insieme dopo il lavoro, con o senza i caporali, dove lavarsi e dormire, giocare a carte o pregare in moschea o cappella. Un luogo dove organizzarsi insieme al sindacato. Quel luogo si chiama Boncuri. (http://www.youtube.com/watch?v=U4f-vcKK3Z4 ) Una vecchia masseria abbandonata ristrutturata con fondi del PON sicurezza grazie alla tenacia dell'assessore comunale all'immigrazione Vincenzo Renna. La rivolta contro il caporalato del 2011, passa alla storia come la rivolta dei ragazzi di Boncuri. La CGIL e il CETRI-TIRES organizzano un concerto di solidarietà con artisti Pugliesi e Eugenio Bennato, (NO CAP!) che sul palco si alternano con i ragazzi di Boncuri, la CGIL, gli attivisti che gestiscono il campo. Si cominciano a organizzare liste di prenotazione. Alcune imprese meno inclini a convivere con lo schiavismo ne approfittano subito per smarcarsi dal cartello dei caporali e cominciano ad assumere dalle liste di prenotazione. La Regione Puglia comincia a spingere per la legalità nei rapporti di lavoro approvando indici di congruità per le imprese agricole: se fatturi 1000 non puoi dichiarare forza lavoro per 100.
La legge per l'introduzione del reato di caporalato viene approvata (anche se annacquata degli interventi lobbistici dei soliti noti legati al padronato agrario). Il CD “NO CAP” diviene un oggetto cult di tutti i circoli sindacali sul piano nazionale e contribuisce a tenere ben alta la soglia di attenzione sul fenomeno. Contribuisce a tenere accesa la luce. Mentre per lavorare efficacemente, i caporali e gli imprenditori/schiavisti, hanno bisogno di tenere spenta la luce e di muoversi nell'ombra. E' inevitabile che dopo tanto rumore e tanta visibilità, la magistratura riesca a intervenire. A maggio la grande notizia: retata fra Nardò, Rosarno e Ragusa. (http://www.20centesimi.it/blog/2012/05/23/caporalato-ondata-di-arresti-tra-rosarno-e-nardo/ ) Arrestati caporali puzzolenti e imprenditori eccellenti, fra cui Latino di Nardò, il re dell'anguria. Uno che in Germania sarebbe a marcire nelle patrie galere da anni. Riduzione in schiavitù e traffico di esseri umani le accuse pesantissime, poi mitigate dal tribunale del riesame, ma il processo va avanti. Infine il 6 luglio, il ministro Riccardi riesce a infilare nel decreto per la “spending review” la norma che concede il permesso di soggiorno (http://www.adnkronos.com/IGN/Lavoro/Welfare/Cdm-permesso-soggiorno-per-immigrati-che-denunciano-sfruttamento_313478651336.html )ai migranti che denunciano i propri sfruttatori, in applicazione di una direttiva europea. E lo spread dei diritti con la Germania ritorna sotto quota 300. Naturalmente la reazione è durissima, violenta. Le organizzazioni imprenditoriali agricole del leccese decidono che quest'anno Boncuri non s'ha da riaprire. 

La Masseria Boncuri, quando era aperta nel 2011
La loro strategia è subdola: fingono di soccombere alla crisi e dichiarano che nel 2012 non raccoglieranno le angurie a causa della crisi che ha azzerato la domanda. Nessun bisogno dunque di riaprire Boncuri (che nel frattempo sta cadendo a pezzi ed è preda di vandalismo senza alcuna prevenzione). La prefettura di Lecce abbocca: “quest'anno non ci saranno immigrati. Le angurie marciranno sulle piante a causa della crisi, dunque inutile aprire Boncuri” La destra neretina arriva addirittura a proporre di usare i fondi per l'accoglienza dei migranti che “non ci saranno” per l'assistenza sociale di Nardò. Tardo leghismo meridionale becero. L'assessore regionale all'immigrazione Nicola Fratoianni suona l'allarme ma niente da fare, Boncuri non riapre. Nel frattempo i migranti arrivano (nessuno li aveva avvertiti che c'era la crisi...), e scompaiono inghiottiti dagli uliveti e i casolari diroccati della campagna neretina. Alcuni vengono addirittura segregati nei capannoni aziendali, dove incontreranno solo il caporale e i suoi aguzzini. Vengono fatti letteralmente scomparire. Mentre la CGIL lancia la campagna per la legalità “GLI INVISIBILI DELLE CAMPAGNE DI RACCOLTA”, i braccianti migranti stagionali diventano invisibili davvero. Così come invisibili diventano le angurie. Spariscono nottetempo. Il giorno prima le vedi a perdita d'occhio nella campagna di Nardò. Il giorno dopo, puff! Scomparse. Siccome nessuno le ha raccolte (l'ha detto la Coldiretti e ripetuto la Prefettura!) devono essersi vaporizzate. Forse il caldo eccessivo. O forse un fenomeno paranormale sul quale conviene chiamare a raccolta parapsicologi ed esorcisti: la vaporizzazione delle angurie, opera del demonio? Naturalmente qualcuno non ci sta. La CGIL, Emergency, Libera, la Caritas, nonostante la chiusura di Boncuri, portano acqua e generi di primo soccorso a centinai di migranti dispersi nelle campagne e a rischio insolazione, che la Prefettura nega esistano così Boncuri può restare chiusa.. E portano anche la coscienza dei diritti. Cercano di far abbassare lo spread con la Germania. Ma è dura. Durissima. Ai caporali tutto questo non piace. “Abbiamo detto che i braccianti non ci sono e voi testoni continuate a vedere fantasmi nelle campagne solo per farci fare brutta figura” L'atmosfera diventa pesante. Dispersi dal luogo simbolo Boncuri, i braccianti sono alla mercè dei caporali e degli imprenditori aguzzini. Non hanno la forza di ribellarsi allo sfruttamento. Accettano il peggior salario e le peggiori condizioni di lavoro. Quando non hai acqua per lavarti, un posto dove dormire dignitosamente, una decente vita sociale, non è che hai la forza per organizzare la rivendicazione e l'azione sindacale. Yvan ritorna a Boncuri per la campagna degli “invisibili” con il camper dei diritti, assistenza medica, legale, psicologica, ma deve battere in ritirata dalle campagne dove caporali e strani personaggi armati di coltelli arabi con manico in osso e revolver si aggirano minacciosi. Le “notitiae criminis” arrivano a chi di dovere ma nessuno apre l'inchiesta. La Prefettura ha detto che quest'anno gli immigrati non ci sono dunque non ci sono nemmeno le minacce di morte e i porti d'armi abusivi... 

'Gelo di Mellone' 
Lo spread dei diritti è tornato sopra i mille punti base! Perchè ne parliamo proprio oggi? Perchè venerdì sera si è tenuta comunque, in mezzo a mille difficoltà la seconda edizione del concerto NO CAP 2012 e questa volta oltre alla denuncia, grazie all'azione dello Slow Food Neretum, la lotta al caporalato e allo schiavismo è stata rigirata in positivo come opportunità per quelle aziende che vogliono creare valore aggiunto attraverso la trasformazione del prodotto agricolo, anziché sottrarre valore attraverso la schiavizzazione dei propri lavoratori. Per questo durante il concerto è stato distribuito il “gelo di mellone” (http://cetri-tires.org/press/2012/cetri-e-slow-food-neretum-insieme-per-salvare-la-filiera-dellanguria-pugliese-e-ridare-dignita-e-diritti-ai-braccianti-immigrati-dei-campi-pugliesi/?lang=it ) preparato secondo una ricetta siciliana di origine araba portata in puglia dalla sapienza accorta della signora Anna Maria Vassallo, una casalinga siciliana particolarmente ferrata nella preparazione di questa squisitezza. Non è forse questo uno di quei GRANAI DELLA MEMORIA per la cui protezione si batte da una vita Carlin Petrini il fondatore dello Slow Food? “Non c'è nessuna ragione per la quale l'anguria debba essere venduta sulla pianta a prezzi bassissimi, quasi come biomassa, raccolta e sbattuta su camion con tempi schiavistici e metodi arcaici, quando lo stesso frutto, se adeguatamente trasformato, può diventare gelatina di anguria con un aumento di valore fino a 50 volte rispetto al prezzo per chilo del frutto” Spiega quelli della Condotta Slow Food di Nardò, che hanno organizzato un “laboratorio del gusto gelo di anguria di Nardò”(www.facebook.com/slowfood.neretum
e anche http://www.facebook.com/events/380616585337965/ ) in coincidenza con la manifestazione di venerdì per condividere l'insegnamento della signora Vassallo 
Anna Maria Vassallo sui giornali pugliesi in occasione del laboratorio Slow Food

In Sicilia, la gelatina di anguria ( o gelo di mellone, come lo chiamano là) scorre a quintali in tutte le pasticcerie dell'isola. In Puglia non si è mai visto. Tramandare antichi saperi gastronomici dalla Sicilia (dove peraltro l'anguria arriva dalla Tunisia) alla Puglia può voler dire mettere in moto una filiera dell'anguria locale ad altissimo valore aggiunto, senza neanche dover investire in infrastrutture industriali, ma semplicemente agendo sul piano della cultura gastronomica del luogo, tramandando antichi saperi in nuovi territori. Se tutte le pasticcerie di Puglia cominciano a comprare angurie per fare “gelo” si può creare un ricco mercato locale, e diminuire la dipendenza dall'ingrosso mafioso, rendendo inutile l'intervento dei caporali“ spiega Anna Maria Vassallo
. Speriamo che abbiano ragione. Non c'è tempo da perdere: a causa delle vergogne del caporalato, e dell'ipocrisia delle autorità Leccesi, lo spread dei diritti con la Germania è vertiginosamente risalito oltre quota mille...

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