Ovvero
il miracolo della vaporizzazione delle angurie di Nardò.
C'è
uno spread fra Italia e Germania che va ben oltre il differenziale
fra i punti base degli interessi sulle emissioni del debito
pubblico. E' quello della dignità e dei diritti del lavoro. Quanti
immigrati ha accolto la Germania dall'est e dal sud del mondo? Quanti
ne ha regolarmente assunti nelle sue fabbriche nei suoi negozi, nelle
sue attività terziarie, nei suoi uffici pubblici? Quanti ne ha
integrati nei suoi tessuti urbani? E quanti ne ha integrati invece
l'Italia ossessionata per vent'anni dalla xenofobia ideologica del
forza-leghismo dominante sempre pronta a creare emergenze-immigrati
da sfruttare in chiave elettorale? Il furore ideologico della
Bossi-Fini che dispone la perdita del permesso di soggiorno per chi
perde il lavoro, aggiungendo tragedia a tragedia, nasconde la realtà
(inimmaginabile in Germania) del caporalato. Centinaia di immigrati
usati come braccianti stagionali per la raccolta dell'anguria e del
pomodoro, esseri umani vaganti che seguono i cicli dell'agricoltura,
in una diaspora circolare, nel Salento per l'anguria a luglio, nel
foggiano per i pomodori a agosto, in Campania per la vendemmia a
ottobre, a Rosarno e in Sicilia per gli agrumi a dicembre.
Alloggiati
in capannoni fatiscenti e roventi, o addirittura su cartoni sotto gli
ulivi, senza servizi igienici, senza acqua potabile, senza cibo.
Senza dignità. Schiacciati da caporali che pagano 12 euro al giorno
in cambio di 12 ore di schiena spezzata sotto il sole. I padroni
ordiscono le trame e organizzano i caporali ma ufficialmente negano
tutto. La gente del paese si gira dall'altra parte per non vedere.
Ecco, lo Spread con la Germania qui diventa massimo. Poi un giorno,
in un remoto angolo del paese, Nardò, provincia di Lecce, Salento
profondo, succede quello che non ti aspetti; scoppia la rivolta dei
diseredati. La guida Yvan
Sagnet,
(http://www.youtube.com/watch?v=jQxMuFE1hTI
)un
laureando camerunese in Ingegneria, che dal Politecnico di Torino si
era ritrovato a raccogliere pomodori a Nardò col miraggio di metter
da parte i soldi per pagarsi l'ultimo anno di studi.
Yvan Sagnet durante la rivolta del 2011 |
E' il 2011, la
primavera araba incendia ancora la sponda sud del Mediterraneo, e
infatti i fratelli di rivolta di Yvan sono per la più parte
tunisini: Hichem, Habib, Khalid, Moahemed. Hichem dice “In
Tunisia abbiamo buttato giù Ben Ali per non farci trattare da
schiavi, e adesso dovremmo farci trattare da schiavi in Italia?”
La rivolta è il prodotto di un insieme di fattori irripetibili, la
leadership dell'”ingegnere” Yvan che spiega ai suoi sventurati
compagni l'economia del caporalato, il vento di rivolta che dalle
sponde della Tunisia lambisce le campagne del Salento e, soprattutto
un luogo simbolo, un posto in cui tornare tutti insieme dopo il
lavoro, con o senza i caporali, dove lavarsi e dormire, giocare a
carte o pregare in moschea o cappella. Un luogo dove organizzarsi
insieme al sindacato. Quel luogo si chiama Boncuri.
(http://www.youtube.com/watch?v=U4f-vcKK3Z4
)
Una vecchia masseria abbandonata ristrutturata con fondi del PON
sicurezza grazie alla tenacia dell'assessore comunale
all'immigrazione Vincenzo Renna. La rivolta contro il caporalato del
2011, passa alla storia come la rivolta dei ragazzi di Boncuri. La
CGIL e il CETRI-TIRES organizzano un concerto di solidarietà con
artisti Pugliesi e Eugenio Bennato, (NO CAP!) che sul palco si
alternano con i ragazzi di Boncuri, la CGIL, gli attivisti che
gestiscono il campo. Si cominciano a organizzare liste di
prenotazione. Alcune imprese meno inclini a convivere con lo
schiavismo ne approfittano subito per smarcarsi dal cartello dei
caporali e cominciano ad assumere dalle liste di prenotazione. La
Regione Puglia comincia a spingere per la legalità nei rapporti di
lavoro approvando indici di congruità per le imprese agricole: se
fatturi 1000 non puoi dichiarare forza lavoro per 100.
La
legge per l'introduzione del reato di caporalato viene approvata
(anche se annacquata degli interventi lobbistici dei soliti noti
legati al padronato agrario). Il CD “NO CAP” diviene un oggetto
cult di tutti i circoli sindacali sul piano nazionale e contribuisce
a tenere ben alta la soglia di attenzione sul fenomeno. Contribuisce
a tenere accesa la luce. Mentre per lavorare efficacemente, i
caporali e gli imprenditori/schiavisti, hanno bisogno di tenere
spenta la luce e di muoversi nell'ombra. E' inevitabile che dopo
tanto rumore e tanta visibilità, la magistratura riesca a
intervenire. A maggio la grande notizia: retata
fra Nardò,
Rosarno e Ragusa.
(http://www.20centesimi.it/blog/2012/05/23/caporalato-ondata-di-arresti-tra-rosarno-e-nardo/
) Arrestati caporali puzzolenti e imprenditori eccellenti, fra cui
Latino di Nardò, il re dell'anguria. Uno che in Germania sarebbe a
marcire nelle patrie galere da anni. Riduzione in schiavitù e
traffico di esseri umani le accuse pesantissime, poi mitigate dal
tribunale del riesame, ma il processo va avanti. Infine il 6 luglio,
il ministro Riccardi riesce a infilare nel decreto per la “spending
review” la norma
che concede il permesso di soggiorno
(http://www.adnkronos.com/IGN/Lavoro/Welfare/Cdm-permesso-soggiorno-per-immigrati-che-denunciano-sfruttamento_313478651336.html
)ai
migranti che denunciano i propri sfruttatori, in applicazione di una
direttiva europea. E lo spread dei diritti con la Germania ritorna
sotto quota 300. Naturalmente la reazione è durissima, violenta. Le
organizzazioni imprenditoriali agricole del leccese decidono che
quest'anno Boncuri non s'ha da riaprire.
La Masseria Boncuri, quando era aperta nel 2011 |
La loro strategia è
subdola: fingono di soccombere alla crisi e dichiarano che nel 2012
non raccoglieranno le angurie a causa della crisi che ha azzerato la
domanda. Nessun bisogno dunque di riaprire Boncuri (che nel frattempo
sta cadendo a pezzi ed è preda di vandalismo senza alcuna
prevenzione). La prefettura di Lecce abbocca: “quest'anno non ci
saranno immigrati. Le angurie marciranno sulle piante a causa della
crisi, dunque inutile aprire Boncuri” La destra neretina arriva
addirittura a proporre di usare i fondi per l'accoglienza dei
migranti che “non ci saranno” per l'assistenza sociale di Nardò.
Tardo leghismo meridionale becero. L'assessore regionale
all'immigrazione Nicola Fratoianni suona l'allarme ma niente da
fare, Boncuri non riapre. Nel frattempo i migranti arrivano (nessuno
li aveva avvertiti che c'era la crisi...), e scompaiono inghiottiti
dagli uliveti e i casolari diroccati della campagna neretina. Alcuni
vengono addirittura segregati nei capannoni aziendali, dove
incontreranno solo il caporale e i suoi aguzzini. Vengono fatti
letteralmente scomparire. Mentre la CGIL lancia la campagna per la
legalità “GLI INVISIBILI DELLE CAMPAGNE DI RACCOLTA”, i
braccianti migranti stagionali diventano invisibili davvero. Così
come invisibili diventano le angurie. Spariscono nottetempo. Il
giorno prima le vedi a perdita d'occhio nella campagna di Nardò. Il
giorno dopo, puff! Scomparse. Siccome nessuno le ha raccolte (l'ha
detto la Coldiretti e ripetuto la Prefettura!) devono essersi
vaporizzate. Forse il caldo eccessivo. O forse un fenomeno
paranormale sul quale conviene chiamare a raccolta parapsicologi ed
esorcisti: la vaporizzazione delle angurie, opera del demonio?
Naturalmente qualcuno non ci sta. La CGIL, Emergency, Libera, la
Caritas, nonostante la chiusura di Boncuri, portano acqua e generi di
primo soccorso a centinai di migranti dispersi nelle campagne e a
rischio insolazione, che la Prefettura nega esistano così Boncuri
può restare chiusa.. E portano anche la coscienza dei diritti.
Cercano di far abbassare lo spread con la Germania. Ma è dura.
Durissima. Ai caporali tutto questo non piace. “Abbiamo detto che i
braccianti non ci sono e voi testoni continuate a vedere fantasmi
nelle campagne solo per farci fare brutta figura” L'atmosfera
diventa pesante. Dispersi dal luogo simbolo Boncuri, i braccianti
sono alla mercè dei caporali e degli imprenditori aguzzini. Non
hanno la forza di ribellarsi allo sfruttamento. Accettano il peggior
salario e le peggiori condizioni di lavoro. Quando non hai acqua per
lavarti, un posto dove dormire dignitosamente, una decente vita
sociale, non è che hai la forza per organizzare la rivendicazione e
l'azione sindacale. Yvan ritorna a Boncuri per la campagna degli
“invisibili” con il camper dei diritti, assistenza medica,
legale, psicologica, ma deve battere in ritirata dalle campagne dove
caporali e strani personaggi armati di coltelli arabi con manico in
osso e revolver si aggirano minacciosi. Le “notitiae criminis”
arrivano a chi di dovere ma nessuno apre l'inchiesta. La Prefettura
ha detto che quest'anno gli immigrati non ci sono dunque non ci sono
nemmeno le minacce di morte e i porti d'armi abusivi...
'Gelo di Mellone' |
Lo spread dei
diritti è tornato sopra i mille punti base! Perchè ne parliamo
proprio oggi? Perchè venerdì sera si è tenuta comunque, in mezzo a
mille difficoltà la seconda edizione del concerto NO CAP 2012 e
questa volta oltre alla denuncia, grazie all'azione dello Slow Food
Neretum, la lotta al caporalato e allo schiavismo è stata rigirata
in positivo come opportunità per quelle aziende che vogliono creare
valore aggiunto attraverso la trasformazione del prodotto agricolo,
anziché sottrarre valore attraverso la schiavizzazione dei propri
lavoratori. Per questo durante il concerto è stato distribuito il
“gelo
di mellone”
(http://cetri-tires.org/press/2012/cetri-e-slow-food-neretum-insieme-per-salvare-la-filiera-dellanguria-pugliese-e-ridare-dignita-e-diritti-ai-braccianti-immigrati-dei-campi-pugliesi/?lang=it
) preparato secondo una ricetta siciliana di origine araba portata in
puglia dalla sapienza accorta della signora Anna Maria Vassallo, una
casalinga siciliana particolarmente ferrata nella preparazione di
questa squisitezza. Non è forse questo uno di quei GRANAI DELLA
MEMORIA per la cui protezione si batte da una vita Carlin Petrini il
fondatore dello Slow Food? “Non
c'è nessuna ragione per la quale l'anguria debba essere venduta
sulla pianta a prezzi bassissimi, quasi come biomassa, raccolta e
sbattuta su camion con tempi schiavistici e metodi arcaici, quando lo
stesso frutto, se adeguatamente trasformato, può diventare gelatina
di anguria con un aumento di valore fino a 50 volte rispetto al
prezzo per chilo del frutto”
Spiega quelli della Condotta Slow Food di Nardò, che hanno
organizzato un “laboratorio
del gusto gelo di anguria di Nardò”(www.facebook.com/slowfood.neretum
e
anche http://www.facebook.com/events/380616585337965/
)
in coincidenza con la manifestazione di venerdì per condividere
l'insegnamento della signora Vassallo
Anna Maria Vassallo sui giornali pugliesi in occasione del laboratorio Slow Food |
“In
Sicilia, la gelatina di anguria ( o gelo di mellone, come lo chiamano
là) scorre a quintali in tutte le pasticcerie dell'isola. In Puglia
non si è mai visto. Tramandare antichi saperi gastronomici dalla
Sicilia (dove peraltro l'anguria arriva dalla Tunisia) alla Puglia
può voler dire mettere in moto una filiera dell'anguria locale ad
altissimo valore aggiunto, senza neanche dover investire in
infrastrutture industriali, ma semplicemente agendo sul piano della
cultura gastronomica del luogo, tramandando antichi saperi in nuovi
territori. Se tutte le pasticcerie di Puglia cominciano a comprare
angurie per fare “gelo”
si
può creare un ricco mercato locale, e diminuire la dipendenza
dall'ingrosso mafioso, rendendo inutile l'intervento dei caporali“ spiega Anna Maria Vassallo
. Speriamo che abbiano
ragione. Non c'è tempo da perdere: a causa delle vergogne del
caporalato, e dell'ipocrisia delle autorità Leccesi, lo spread dei
diritti con la Germania è vertiginosamente risalito oltre quota
mille...
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