giovedì 8 agosto 2013

L'Europa da 12 a 17 Stelle !





1985 Bruxelles durante lo stage,
con la mia compagna norvegese.
Arrivai  a Bruxelles a gennaio del 1985 per lo ”Stage” alla Commissione Europea della “promozione" primavera-estate 1985” che iniziava a febbraio.  L’Europa era ancora a 10.  Ai primi sei  membri  del pacchetto iniziale, i “fondatori”  (Italia, Germania, Francia e Benelux)  del Trattato di Roma del 1957, si erano aggiunti negli anni settanta Irlanda, UK e Danimarca e l’Europa sarebbe stata a 9 fino all’ingresso della Grecia unica entrare da sola, per quello che sarebbe stato il terzo “allargamento” nella storia dell’Unione Europea (allora si chiamava ancora CEE o Comunità Economica Europea). Le strade della Capitale belga, in quell'inverno rigidissimo, erano ghiacciate, e la neve continuava a cadere copiosa ma la città era calda, bollente. Tutti parlavano di questo nuovo Presidente Francese della Commissione che aveva appena preso servizio all’inizio dell’anno Jacques Delors. Le  aspettative erano altissime.
Nella mia "promozione" c’erano 450 “stagiares” principalmente dai 10 Paesi membri, ma anche da Spagna e Portogallo che sarebbero entrate l’anno successivo. Poi c’erano anche “stagiares” dalla Turchia, (Yavuz ) dal Marocco (indimenticabile Abdel,  di Casablanca), dagli Usa, dal Messico, dal Brasile (Jogi Umberto Oshai, Brasiliano di origine giapponese che è ancora a Bruxelles e si è sposato con una italiana che lavora al Parlamento Europeo) e perfino dalla Cina!  Jacques Delors ci ricevette in una fredda mattina di
Jacques Delors, Presidente della Commissione
delle Comunità Europee dal 1985 al 1995
febbraio dopo una interminabile serie di raccomandazioni  da parte di  Wolfgang Kraus, il funzionario tedesco che faceva da “domatore” per questo gruppo scalmanato di giovani ventenni accomunati solo da una cosa; la voglia di far festa! 

Bruxelles per gli irlandesi e gli inglesi era un pub lungo 50 km e senza obbligo di chiudere alle 11. Per i tedeschi e gli olandesi era cultura, musei e teatro da tutto il mondo.
Per i francesi era una “petite Paris”  dove però si parlava un buffo francese con l’accento fiammingo.
Per noi italiani era soprattutto le tre  F.
Le altre due erano “Festa” e “Football” (i campi in erba del Belgio diffusi,  ben mantenuti e liberi, in Italia ce li sognavamo!).
Il gruppo italiano della “Rotonde” il mitico luogo di ritrovo degli stagiares dopo il lavoro, era composto anche da  giovani funzionari e assistenti parlamentari. Fra di essi  legai fin da subito con due assistenti, Gian Angelo Bellati e Pier Virgilio Dastoli. Il primo era assistente del Sindaco di Venezia Mario Rigo. Il secondo era
Pier Virgilio Dastoli
l’assistente di Altiero Spinelli.
Il Manifesto di Ventotene

L’incontro con l’autore del “Manifesto di  Ventotene”  fu un privilegio che ricordo ancora con emozione. Quel giorno si piantò il seme che in seguito sarebbe stato decisivo nel determinarmi a rimanere a Bruxelles.  Spinelli non era  imponente anzi era di dimensioni piuttosto minute, ma aveva una solennità di comportamento e uno stile unico
che imponevano un immediato senso di rispetto.
Il rispetto che si deve a chi, pur sotto le bombe,  mentre l’Europa era in fiamme e gli europei morivano in modi atroci e a migliaia ogni giorno, dal confino dell’isoletta tirrenica aveva avuto il coraggio visionario e forse un po’ incosciente di immaginare una Europa LIBERA E UNITA, (vero titolo del Manifesto di Ventotene), di dipingere una nuova idea di società che ridà il potere ai cittadini, aiuta chi rimane indietro, abolisce le anacronistiche frontiere nazionali della geo-politica post-westfaliana e esporta la pace in tutto il pianeta. Una nuova idea di società che oggi è incarnata a meraviglia dal M5S.
E meno male! Perchè le istituzioni europee, il "sogno Europeo" di Spinelli se lo sono totalmente infilato nei calzini. E per questo sono incazzato! 
Perché vedo l’Europa  di Spinelli (e degli altri co-autori del Manifesto, Ernesto Rossi e  Eugenio Colorni) tradita da una associazione a delinquere di rigidi eurocrati arroganti e ipocriti, speculatori finanziari,  banchieri senza scrupoli e senza senso, pseudo parlamentari euroscettici!.
Borghezio: Uno Statista a paragone di Farage!
Come ad esempio il britannico Nigel Farage, compagno di partito di personaggi  del calibro di Borghezio. E, sia detto per completezza,  Nigel Farage fa assurgere Borghezio al rango di un grande statista, visto che hanno polemizzato sui paradisi fiscali inglesi (e Borghezio in quella diatriba era incredibilmente dalla parte giusta...).

E sono ancor più incazzato a vedere che un individuo simile viene eletto a interlocutore europeo del Movimento 5 Stelle. Nigel Farrage, (noto nuclearista!)  ha avuto l’onore di un post con una lunga intervista sul blog di Beppe.
E questo mi sembra  francamente inspiegabile e insopportabile, perché non posso immaginare niente di più lontano dalla visione del Movimento 5 Stelle, di questo personaggio nuclearista, carbonifero, inceneritorista, clima-scettico,  razzista, speculatore finanziario, ultra liberista, contrario a qualunque politica sociale, fascista, corrotto e sotto accusa per malversazioni dei finanziamenti pubblici copiosamente lucrati al Parlamento Europeo.  
Ma procediamo con ordine.
Nella (troppo) lunga intervista al blog, questo tristo figuro ha ripetuto le litanie che lo hanno reso famoso contro (nell'ordine) 1) l’Euro, 2) gli eurocrati,  3) l’Europa Federale.
Per carità  opinioni rispettabilissime e a tratti perfino condivisibili (è vero che Van Rompuy e Monti  non li ha eletti nessuno, è meno vero che Berlusconi è stato eletto democraticamente, perchè in un paese che, come l'Italia, si caratterizza per la combinazione micidiale fra il monopolio militare dell'informazione televisiva e la legge elettorale porcata, non ci possono essere elezioni democratiche: ce n'è sempre uno che parte 200 metri avanti agli altri... ma questo Farage non lo dice!)
Daniel Cohn-Bendit, Dany le rouge, leader del maggio
francese da 45 anni sulle barricate: all'attacco di Sarkozy. 
Opinioni nemmeno tanto nuove per la verità. Sono anni che personaggi del peso e dell’autorità di Daniel Cohn-Bendit, leader del  maggio francese e dei verdi europei, dicono di molto peggio contro Barroso, Van Rompuy e l’Europa delle banche! 
Quello che però è davvero interessante, non è quello che l’intervista dice, ma quello che non dice. Ad esempio non dice che Farage e il suo gruppo politico (l’Europa delle Nazioni), sono un covo di nuclearisti ultraliberisti etc etc (vedi sopra). 
Mi sembra incredibile che il M5S sorvoli su tutto questo e dia tanto spazio a chi non meritava neanche una citazione per sbaglio.  Forse chi ha deciso di offrire tanto spazio a Farage sul blog di Grillo tutto questo non lo sapeva, dunque permettetemi di fare un riassunto delle puntate precedenti. 

Nigel Farage-UKIP-Europa delle Nazioni
L’Euroscetticismo di Farage è pura facciata. Farage è un ex broker della City, uno abitato a fare i soldi con i soldi, con prodotti finanziari di ogni tipo. Tossici, Hedge funds, CDS, derivati etc.  In altre parole uno speculatore finanziario. Talmente ligio al "dovere" da essere stato pesantemente attaccato perfino da Borghezio per la sua difesa senza quartiere dei paradisi fiscali. Attaccatissimo ai soldi, come dimostra la squallida vicenda della lite sui rimborsi elettorali al parlamento europeo con la collega Sinclaire.  La sua avversione all’EURO è puramente legata alla necessità di speculare meglio per lui e i suoi amichetti. E si specula meglio contro monete deboli e isolate, che contro l’EURO, almeno finchè la BCE non sarà prestatore di ultima istanza o non interverranno gli Eurobond (ma non divaghiamo). Da lui sentirete sempre attacchi personali (anche un po’ sopra le righe per la verità) contro questo o quell’eurocrate non eletto o non carismatico, ma non gli sentirete mai  fare una analisi circostanziata e impietosa sul Meccanismo Europeo di Stabilità o il Fiscal Compact. Perché a lui e ai suoi colleghi, avere una Italia in ginocchio, costretta a pagare 45 miliardi di euro l’anno per i prossimi vent’anni  (come dovremo fare a partire dal prossimo anno), fa comodo. Così saremo costretti a svendere i nostri assett (quel poco che ci è rimasto) a lui e ai suoi amici (gli inglesi sono maestri nelle privatizzazioni a vantaggio dei gruppi finanziari dominanti, ricordate l’episodio del Britannia negli anni 90 da cui partirono le prime scellerate svendite del patrimonio industriale pubblico?). Questo degno figlio illegittimo della Thatcher vorrebbe una Europa delle Nazioni  che non ha nessuna politica comune ma solo il più sfrenato e scellerato libero mercato in cui le banche d’affari per cui lui ha sempre lavorato (come Monti che tanto critica) possano massimizzare i loro profitti a danno dei lavoratori e dei cittadini.
Sapete quel’è l’idea di società di Nigel Farrage e dei suoi amici? Una società dove chi rimane indietro non solo non lo si aiuta, ma gli si da il colpo di grazia.
Un darwinismo sociale ferocissimo rinforzato da una tassazione regressiva (flat tax), in cui il pensionato a 400 sterline al mese e il miliardario pagano esattamente lo stesso.
Reddito di Cittadinanza?
Neanche a parlarne! Roba da soviet! "Se non ce la fai con i tuoi mezzi, vuol dire che non vali un cazzo allora devi soccombere!"  
E cosa pensa il signor Farage dell’energia rinnovabile?  
"we have gotta stop this rubbish that increases the electricity bill!
E cosa pensa del nucleare?  
We are gonna build loads of nuclear power stations, because we need energy independence!” 
Ma, signor Farrage l’indipendenza con il nucleare non l’avremo mai perchè non abbiamo uranio…
Yes but we have plenty of coal but here then we have a problem with the bureaucrats in Brussels because the  EU made a directive that wants us to close down the  6 largest  coal fired power stations for this nonsense of carbon emission cuts.” 
Quindi signor Farage lei non riconosce il cambiamento climatico come un problema planetario…” Climate Change? You mean Climate Alarmism! Climate change has been hopelessly over-hyped. Yes, there has been a slight warming in the last hundred years which  is entirely consistent with well established, long-term natural climate cycles!  CO2 limits are just a way to destroy the competitiveness  of the British Industry”.
A ciò aggiungiamo anche che questo personaggio vuole abolire il divieto di fumare nei locali pubblici, perchè è una ingiusta interferenza dei burocrati di Bruxelles delle abitudini tradizionali degli inglesi che se non possono più fumare smettono di andare nei pub …
Davvero il M5S ritiene utile sapere(e divulgare)  cosa pensa il signor Farage dell’EURO e di Van Rompuy, se la sua idea di società è così abissalmente diversa dalla nostra?

Invece credo che il M5S dovrebbe far  propria la battaglia di Spinelli, (tradita dagli eurocrati), per una “rivoluzione Europea” (Manifesto di Ventotene -Capitolo III – Compiti del dopoguerra -  La riforma della Società). 
scheda segnaletica del pericoloso
detenuto Altiero Spinelli 1941
Il Manifesto di Spinelli è molto chiaro nel dipingere una società molto simile, quasi identica a quella per cui il M5S si batte:  Per esempio a pag. 9 del Manifesto si legge
La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, per ciò, manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori”.
Il carcere di Santo Stefano a Ventotene

Questo non è forse come dire che basta con l'assistenzialismo e la cassa integrazione e che bisogna andare verso il reddito di cittadinanza così come Beppe ha ripetuto in tutte le piazze d’Italia?
Altro esempio. Quando il Manifesto recita
Non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un'attività necessariamente monopolistica, sono in condizioni di sfruttare la massa dei consumatori; ad esempio le industrie elettriche, le imprese che si vogliono mantenere in vita per ragioni di interesse collettivo ma che, per reggersi, hanno bisogno di dazi protettivi, sussidi, ordinazioni di favore ecc. (l'esempio più notevole di questo tipo d'industria sono finora in Italia le siderurgiche); e le imprese che per la grandezza dei capitali investiti e il numero degli operai occupati, o per l'importanza del settore che dominano, possono ricattare gli organi dello stato, imponendo la politica per loro più vantaggiosa (es.: industrie minerarie, grandi istituti bancari, grandi armamenti). È questo il campo in cui si dovrà procedere senz'altro a nazionalizzazioni su scala vastissima, senza alcun riguardo per i diritti acquisiti.”

Forse che non c’è qui dentro tutta la nostra battaglia per la salvaguardia dei beni comuni e delle risorse naturali? C’è perfino  l’intuizione per quanto possibile in quell'epoca, dell’intreccio perverso fra banche e energia da tenere sotto stretto controllo dei cittadini! Spinelli fu il primo Commissario Europeo all'Ambiente negli anni 70. Le politiche di sostenibilità dell'UE cominciarono con lui.

E quando il Manifesto recita:
Le caratteristiche che hanno avuto in passato il diritto di proprietà e il diritto di successione, hanno permesso di accumulare nelle mani di pochi privilegiati ricchezze che converrà distribuire durante una crisi rivoluzionaria in senso egualitario, per eliminare i ceti parassitari e per dare ai lavoratori gli strumenti di produzione di cui abbisognano, onde migliorare le condizioni economiche e far loro raggiungere una maggiore indipendenza di vita. Pensiamo cioè ad una riforma agraria che, passando la terra a chi la coltiva, aumenti enormemente il numero dei proprietari, e ad una riforma industriale che estenda la proprietà dei lavoratori nei settori non statizzati, con le gestioni cooperative, l'azionariato operaio ecc.”
Monumento a Spinelli - Bucarest

Non è forse un grido contro la speculazione finanziaria (in embrione nell’Europa della guerra)? E un fantastico inno al modello distribuito e condiviso d’impresa agricola e industriale?
E le parole “ … quando, superando l'orizzonte del vecchio continente, si abbraccino in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l'umanità, bisogna pur riconoscere che la Federazione Europea è l'unica concepibile garanzia che i rapporti con i popoli asiatici e americani si possano svolgere su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l'unità politica dell'intero globo” non rivelano l’intuizione di una Europa unita come primo passo verso un mondo unito senza più guerre, che fonda la politica estera del M5S?
E ancora, collegata a questo concetto, l’idea del M5S di superare le anacronistiche categorie politiche ottocentesche di destra e sinistra per ridefinire il discrimine della politica lungo le linee di  una maggiore o minore attenzione alle esigenze del cittadino in opposizione a quelle di una casta politica autoreferenziale e autogiustificante, non trova un sorprendente fondamento nella intuizione che “la linea di divisione fra partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa quelli che concepiscono come fine essenziale della lotta quello antico, cioè la conquista del potere politico nazionale — e che faranno, sia pure involontariamente, il gioco delle forze reazionarie lasciando solidificare la lava incandescente delle passioni popolari nel vecchio stampo, e risorgere le vecchie assurdità — e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopreranno in primissima linea come strumento per realizzare l'unità internazionale.
Ventotene- Il faro

A ciò si aggiunga l’anatema contro uno Stato che  ”da tutelatore della libertà dei cittadini, si è trasformato in padrone di sudditi tenuti a servizio, con tutte le facoltà per renderne massima l'efficienza bellica.” Basta sostituire alla parola “bellica” la parola “finanziaria” ed è perfetto per i giorni nostri!

E (adesso viene il bello!) non c’è tutto il programma politico ed economico del Movimento 5 Stelle nell’analisi  che il “totalitarismo nega innanzitutto l’eguale diritto di tutti i cittadini a concorrere alla formazione della volontà dello Stato”,  e che” la riconquista della libertà di stampa di associazione e di suffragio” debbano portare progressivamente  ” alle imposte sociali sui redditi non guadagnati e sulle successioni, alle aliquote progressive sulle maggiori fortune, alla esenzione dei redditi minimi e dei beni di prima necessità, alla gratuità della scuola pubblica, all'aumento delle spese di assistenza e di previdenza sociale, alle riforme agrarie, al controllo delle fabbriche“  attaccando “ i ceti privilegiati nelle loro più fortificate cittadelle”…. ?

E nell’affermazione che il
 “ceto parassitario dei proprietari terrieri assenteisti e dei redditieri che contribuiscono alla produzione sociale solo nel tagliare le cedole dei loro titoli; dei ceti monopolistici e delle società a catena che sfruttano i consumatori, e fanno volatilizzare i denari dei piccoli risparmiatori;  dei plutocrati che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici per dirigere tutta la macchina dello stato a proprio esclusivo vantaggio, sotto l'apparenza del perseguimento dei superiori interessi nazionali, la conservazione delle colossali fortune di pochi e la miseria delle grandi masse, escluse da ogni possibilità di godere i frutti della moderna cultura, sono la quintessenza della dittatura”
non si legge la condanna preliminare eppure definitiva della speculazione finanziaria che verrà e della prevalenza dell’economia virtuale su quella reale, di carne, sangue sudore, terra e diritti  che il Movimento difende in ogni sua azione? “per cercare di realizzare quell'uguaglianza di fatto che avrebbe dato a tali diritti un contenuto concreto di effettiva libertà” (Pag. 2 del Manifesto).
Francobollo commemorativodella
nascita di Altiero Spinelli

Poi per quanto riguarda i diritti umani  minacciati dalla globalizzazione ci sono parole che appaiono quasi profetiche:
Contro il dogmatismo autoritario, si è affermato il valore permanente dello spirito critico.
Quantunque nessuno sappia che cosa sia una razza, e le più elementari nozioni storiche ne facciano risultare l'assurdità, l'imperialismo (leggi "il potere")  esige di credere, dimostrare e convincere che si appartiene ad una razza eletta, solo perché ha bisogno di questo mito per esaltare nelle masse l'odio e l'orgoglio. I più evidenti concetti della scienza economica debbono essere considerati anatemi per presentare la politica autarchica, gli scambi bilanciati e gli altri ferri vecchi del mercantilismo, come straordinarie scoperte dei nostri tempi. A causa della interdipendenza economica di tutte le parti del mondo, spazio vitale per ogni popolo che voglia conservare il livello di vita corrispondente alla civiltà moderna è tutto il globo; ma si è creata la pseudo scienza della geopolitica, che vuol dimostrare la consistenza della teoria degli spazi vitali, per dar veste teorica alla volontà di sopraffazione dell'imperialismo.
La storia viene falsificata nei suoi dati essenziali, nell'interesse della classe governante.

Come non vedere in questa frase l'intuizione che non fra razze va diviso il mondo ma fra sfruttati (di tutte le razze) e sfruttatori (di tutte le razze anch’essi), mentre l’odio etnico (e tante altre forme d’odio come quello religioso,  quello di genere, etc. altro non sono che diversivi creati artificialmente dal potere per depistare il cittadino dal prendere coscienza della situazione di sfruttamento e subalternità imposta dai signori della finanza mondiale, e silenziare la sua protesta?

E come non rimanere meravigliati dalla concretezza dell’affermazione che 

alle parti più illuminate delle classi lavoratrici che non si sono lasciate distogliere dal terrore e dalle lusinghe nella loro aspirazione ad una superiore forma di vita; agli elementi più consapevoli dei ceti intellettuali, offesi dalla degradazione cui è sottoposta la intelligenza; agli  imprenditori che, sentendosi capaci di nuove iniziative, vorrebbero liberarsi dalle bardature burocratiche e dalle autarchie nazionali, che impacciano ogni loro movimento; a tutti coloro infine che, per un senso innato di dignità, non sanno piegar la spina dorsale nell'umiliazione della servitù, a tutte queste forze è oggi affidata la salvezza della nostra civiltà”.

Per realizzare questo compito  Spinelli,  Rossi e Colorni ipotizzavano la creazione di un “partito  rivoluzionario” guarda caso formato da cittadini, e costruito intorno alle loro esigenze.
“ Ma se il partito rivoluzionario andrà creando con polso fermo, fin dai primissimi passi, le condizioni per una vita libera, in cui tutti i cittadini possano partecipare veramente alla vita dello stato, la sua evoluzione sarà, anche se attraverso eventuali secondarie crisi politiche, nel senso di una progressiva comprensione ed accettazione da parte di tutti del nuovo ordine, e perciò nel senso di una crescente possibilità di funzionamento, di istituzioni politiche libere.
Spinelli al Parlamento Europeo-1985
Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge, così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie fra i giovani (SCARTARE GLI INETTI FRA I VECCHI E SUSCITARE NUOVE ENERGIE FRA I GIOVANI!!!). Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell'attuale crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l'eredità di tutti i movimenti di elevazione dell'umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo. La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà!”
Per Spinelli, quel “Partito Rivoluzionario”, è il Partito Federalista Europeo. E deve mirare agli “Stati Uniti d’Europa” (che fanno vedere rosso a Farage…).

Ma questa è solo una formula, e non bisogna aver paura delle formule. L’idea di fondo (e quanta distanza dalle idee miserabili dello UKIP!) è che un nuovo partito di cittadini liberi deve creare un grande spazio Europeo di Pace e Libertà per un giorno arrivare a un mondo intero di Pace e Libertà. 
Hey ma non vi ricorda qualcosa? 

E allora io dico: riprendiamoci l’Europa! 
Portiamo i cittadini in Europa per fare l’Europa dei cittadini e non delle banche. 
L’Europa della solidarietà, della crescita umana e sociale, dell’ambiente e della libertà di espressione! 
L'Europa del sogno di Altiero SPinelli
Alla faccia di Van Rompuy. Ma anche e soprattutto alla faccia di Farage! 
W l'Europa a 17 stelle!







Riferimenti:

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