Il Senatore Martello illustra le ragioni della protesta del M5S fuori dall'aula del Senato per il decreto sull'ILVA |
Oggi non è stata una bella giornata! No, non sto parlando della condanna
definitiva dello psico pedo nano! Chi se ne frega! Sto parlando
dell'approvazione a tappe forzate del Decreto Salva ILVA, che il governo ha
rifiutato di emendare pur avendo l’opposizione
(il M5S) proposto modifiche di buon senso comprensibili e ragionevoli. L’esasperazione
è stata tale che il M5S, per la frustrazione di veder cadere i propri emendamenti senza nemmeno essere messi in discussione, è uscito per protesta al
momento del voto. Rappresentazione plastica di un parlamento esautorato in cui
ormai le leggi le fa il governo e le impone a colpi di
fiducia e olio di ricino. Ma non è sullo stupro della Costituzione che mi
voglio soffermare, bensì sul fatto politico più rilevante di questa vergognosa
approvazione che non ha voluto salvaguardare gli interessi dei cittadini di Taranto
costretti a convivere con un mostro che
i bambini ormai chiamano “la fabbrica delle nuvole” e non è uno scherzo!
Il senatore Carlo Martello e il senatore
Stefano Lucidi hanno fatto una illustrazione eccellente del perché il decreto
salva Ilva è in realtà un decreto “ammazza Taranto” e si può vedere a questi
link:
Il fatto politico
però è un altro; il fatto politico è che a votare contro sono stati solo i 5
Stelle. SEL si è astenuta.
Il caso ILVA non finisce più di mietere
vittime.
Dico subito a scanso
di equivoci e strumentalizzazioni che ho votato e sostenuto Vendola da
sempre. Però adesso comincio davvero a non capirlo più. Infatti è impossibile non
rilevare il suo violento scivolone quando, richiesto di commentare la
proposta di chiudere l'ILVA per i danni all'ambiente, Vendola disse che gli ambientalisti sono tutti pieni di
pregiudizi e che non possiamo riconvertire 20mila lavoratori alla pastorizia leggere per credere:
A parte l'offesa al
degnissimo settore della pastorizia che potrebbe far saltare la mosca al naso a
più di un Carlin Petrini, è stupefacente un tale appiattimento di Vendola su
posizioni talmente retrive da mettere in luce un suo vero e proprio
ritardo culturale (il che è un paradosso per uno come lui).
In realtà uno come Vendola
avrebbe potuto prendere al balzo la palla della crisi
dell'acciaio per farci vedere il futuro dell'industria: mi sarei aspettato che si fosse dimostrato attento
lettore dell'ultimo Rifkin (http://cetri-tires.org/press/2012/jeremy-rifkin-on-the-world-financial-review-how-the-internet-green-electricity-and-3-d-printing-are-ushering-in-a-sustainable-era-of-distributed-capitalism/)
Stampante tridimensionale all'opera |
L'acciaio
ha prosperato come metallo tipico dell'era del petrolio, e della seconda
rivoluzione industriale, ed è destinato a seguire il petrolio nella sua
crisi entropica, e la sua progressiva marginalizzazione nei processi produttivi
della terza rivoluzione industriale fino all'inevitabile
scomparsa.
Rivista americana specializzata nelle stampanti tridimensionali |
Infatti il 3D printing e altre innovazioni ormai sul
mercato, si avviano gradualmente a sostituire i processi produttivi basati sulla
dissipazione e l'entropia, come quelli di petrolio e acciaio.
L'industria
automobilistica del futuro, quella che sta già progettando lo sbarco di auto a
idrogeno e elettriche nei concessionari per il 2015 (quindi non la FIAT) utilizzerà sempre più nuovi materiali, quali la fibra di
carbonio, plastica, magnesio alluminio, e i cosiddetti "lightweight
materials" Così anche l'industria delle costruzioni e tutte le altre
industrie ad alta intensità di acciaio. Questo prodotto diventerà sempre più di nicchia, nel mondo che si appresta a produrre attraverso la stampa
tridimensionale.
http://cetri-tires.org/press/2012/jeremy-rifkin-su-the-world-financial-review-come-internet-lelettricita-pulita-e-la-stampa-3d-stanno-promuovendo-unera-sostenibile-di-capitalismo-distribuito/?lang=it
Bicicletta "stampata" in 3D |
Se
ne comincia a parlare anche in Italia:
e ormai si possono comprare anche su Ebay (http://compare.ebay.it/like/221259457299?ltyp=AllFixedPriceItemTypes)
Il presentatore americano Jay Leno con una stampante 3 D |
Perchè la tecnologia ormai c'è e promette processi produttivi distribuiti anzichè centralizzati a
zero rifiuti, emissioni zero e altissima efficienza energetica.
Tutto il contrario
dell'ILVA di Taranto.
Da uno come Vendola ci si sarebbe aspettati che
prendesse la bandiera di questa battaglia di avanguardia, anziché restare aggrappato alle palle di Angeletti per l'ultima battaglia di retroguardia di una guerra ormai persa, (ma che può causare ancora molte vittime...).
Certo, poi bisognerebbe spiegare ai Tarantini, che la loro città è stata massacrata dalla "fabbrica delle nuvole" per produrre un materiale che è destinato a scomparire, soppiantato da materiali più leggeri, resistenti, duttili, e, soprattutto più moderni...
Chi glie lo dice che
l'ILVA è destinata a chiudere comunque schiacciata dal peso storico della sua
inadeguatezza tecnologica e arretratezza industriale, prima ancora che dalla
sua pericolosità?
Certo non glie lo dirà il governo che ha appena approvato il commissariamento dell’ILVA in modo da salvare la dirigenza e oscurare per sempre le loro colpe passate.
Potrebbe uno come Vendola farsi carico di dire la verità ai tarantini? Potrebbe mettersi alla testa di un grande processo storico di modernizzazione delle strategie produttive del territorio pugliese e conseguente riconversione dei processi produttivi, cogliendo una altrettanto grande occasione di ridefinizione e riorganizzazione della formazione professionale e del sapere tecnico locale, magari illuminando in questo anche la strada di quel sindacato che continua a tenere gli occhi troppo bassi e la schiena troppo china, schiacciato dal ricatto occupazionale e da dio sa cos'altro!
Potrebbe Vendola mettersi alla guida di una nuova “narrazione” del nostro territorio che ritorni
a guardare a Taranto come la città degli ori greci,
della pastorizia sana, della pesca e delle cozze più buone del
mediterraneo. Una città dove gli indiani
e i cinesi verrebbero non per comprare un acciaio che loro possono produrre a
prezzi inferiori e condizioni migliori ma per
gustare i prodotti dell'agricoltura ed enogastronomia locale, ammirare i
suoi ulivi secolari e la sua architettura, esaminare la sua archeologia e partecipare della sua cultura. Fino a ieri ci
ho sperato.
Oggi, quando ho visto che SEL si è astenuta sul decreto ammazza
Taranto, ho capito che non sarà così.
I cittadini di
Taranto adesso lo sanno! E sanno anche che possono contare solo sulle loro
forze e non su una politica ignava e
collusa. Ma questa è una buona notizia perché le loro forze non sono
poca cosa. I Cittadini non sono pecore e non possono essere abbattuti solo perchè l'ILVA li riempie di diossine e benzo pirene! E almeno adesso tutto è diventato improvvisamente,
definitivamente chiaro. E i Tarantini, figli di una storia plurimillenaria sapranno rialzare la testa e far valere i loro diritti!
eccellente. Una osservazione ha messo due volte il link al video de Carlo Martelli e non quello di Lucidi
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