Massimo Piras al Parlamento Europeo |
L'Economia Circolare crea lavoro, contribuisce a tenere l'ambiente vivibile fa circolare ricchezza perchè, dando una seconda vita alla materia mette in moto una nuova economia dal basso che non ha bisogno di grandi capitali perchè è a basso costo marginale, collaborativa, condivisiva e a alta intensità occupazionale.
Isabella Adinolfi e Angelo Consoli alla conferenza del Parlamento Europeo per l'Economia Circolare |
Un secondo messaggio unanime è che l'Economia Circolare rappresenta la realizzazione concreta della regola europea già fissata con la direttiva rifiuti del 2008, delle tre "R" (Riduzione, Riuso e Riciclo). L'ordine delle tre R non va invertito. In una economia circolare tutto ha il suo posto e il suo spazio, Quindi non si comincia dal riciclo (differenziata) perchè prima del Riciclo la regola delle tre R prevede la Riduzione dei rifiuti e poi il loro Riuso.
Questo significa che innanzitutto i rifiuti non vanno prodotti. La quota che non si riesce a evitare di produrre, poi va riutilizzata. E solo la quota che non può essere neanche riutilizzata, va riciclata.
Detto altrimenti, solo i rifiuti che non possono essere ridotti o riusati, devono andare al riciclo.
(cioè alla differenziata). Ecco perchè una economia circolare non comincia dalla differenziata ma ci arriva dopo pratiche di diffusione dello sfuso, dei contenitori riutilizzabili e poi delle comunità del riuso. Differenziare imballaggi che potevano non essere prodotti o che potevano essere riutilizzati (come ad esempio il vetro, tutto il vetro che non va riciclato ma riutilizzato) è concettualmente, termodinamicamente e economicamente sbagliato e rallenta la corsa verso una economia circolare sostenibile e redditizia.
Uno dei gioielli in PET riciclato di Laura Buffa |
Ebbene, se per Legambiente la "Circular Economy" è un nuovo tipo di impiantistica, per la quale servono capitali e che nutre i soliti loschi comitati d'affari, la conferenza di Bruxelles sull'Economia Circolare invece ha parlato un'altra lingua. e ha portato a visibilità un altro tipo di "made in Italy".
Quello delle esperienze di Parma e Ragusa illustrate dai bravissimi assessori Giovanni Marani e Antonio Zanotto.
Quello della Comunità dal basso che crea valore con la materia e con il lavoro dell'uomo, come a
Roma dove Laura Buffa ha messo insieme sotto l'etichetta R(h)ome Made tanti artigiani del riciclo creativo ed eco-designer che fanno cose meravigliose vendute a Eataly - Ostiense, o, sempre a Roma, quello della responsabilizzazione della comunità dei cittadini, con manifestazioni per il riuso come "Roma Riusa" organizzata dall'Associazione Zero Waste in collaborazione con i Municipi, o come "Second Life Kids" organizzata dal gruppo Zero di Roma a Villa Mercede a San Lorenzo (i Gruppi Zero sono spontanee aggregazioni di cittadini sul territorio nate per la promozione dell'economia dal basso ispirata al Manifesto "Territorio Zero- verso una società a emissioni zero, rifiuti zero e km zero").
Logo di Roma Riusa |
L'economia circolare infatti, è prima di tutto economia dal basso, e reddito per tutti!
Forse si dovrebbe sviluppare una riflessione seria e articolata su come l'economia circolare in collegamento con i GAS, il guerrilla gardening, le comunità dell'energia e le banche del cibo e del tempo, può diventare uno dei volani del reddito di cittadinanza (riflessione che ho aperto a Natale con questo post: http://angeloconsoli.blogspot.it/2014/12/ci-sono-battaglie-che-vale-la-pena-di.html) per andare effettivamente OLTRE Rifiuti Zero, come propone coraggiosamente il titolo della conferenza di mercoledì scorso a Bruxelles.
Per maggiori informazioni sulla conferenza di Bruxelles ecco il video integrale:
https://www.youtube.com/watch?v=ZNO3awh44pM&feature=youtu.be
E queste invece sono le interviste post conferenza
https://www.youtube.com/watch?v=Gt3MkBafOh8
Il "Topolino d'oro" stampato in 3D |
Il topolino d'oro viene dato anche in cambio di giocattoli rotti
o non funzionanti, perchè i bambini si abituino fin da piccoli da piccoli all'idea che che nulla si butta e che la materia ha comunque un valore per cui non deve mai diventare "rifiuto".
In altre parole, si abituino fin da piccoli all'economia circolare.
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