venerdì 9 dicembre 2016

Il fallimento della sinistra e della sua stampa servile e ipocrita.

Con un articolo dal titolo "Quella sinistra del NO NO NO", Michele Serra commenta la sconfitta renziana al referendum costituzionale oggi su Repubblica facendo eco a talune critiche improvvisate già utilizzate contro i verdi (colpevoli secondo alcuni di dire "No a tutto"), e si immola gioiosamente e definitivamente  sull'altare del renzismo a tempo ormai scaduto. 
Non è che Repubblica non ci avesse  abituato (con poche lodevoli eccezioni) al "servo encomio" verso il governo Renzi, graziato e anzi oltremodo osannato anche quando è andato oltre il peggior Berlusconi.

Ma non mi sarei mai aspettato questa persistente difesa del renzismo fuori tempo massimo in stile ultimo giapponese nella giungla dopo Hiroshima. E l'Hiroshima del renzismo si chiama  referendum costituzionale.  
Ormai il danno è fatto, l'Italia è sopravvissuta al 25 luglio del renzismo senza perdere di competitività, nessuno spread alle stelle, nessun crollo del PIL, nessuna fuga di capitali stranieri. 
Totalmente incomprensibile dunque che il "giapponese nella giungla" Michele Serra, incapace di riscoprire quella vena di umorismo che lo ha reso celebre e di dissociare le sue sorti da quelle del caimano rosso (un rosso molto sbiadito per la verità...) scriva un articolo super rosicone nel quale, l'umorismo, se c'è, è puramente involontario. 

La teoria di Serra è grossomodo questa: la sinistra settaria degli anni '70 che preferisce eternizzare la propria vocazione minoritaria piuttosto che assumersi responsabilità si governo, oggi confluisce nell'anti renzismo a oltranza e provoca una mortificante stasi della politica, spinta fino alla inconcludente irrilevanza, all'ammuffimento, e alla depressione della Sinistra negli anni di Berlusconi."
Il "renzismo ipercinetico" ( sua definizione) "preda di una sbrigativa ossessione maggioritaria infine perdente (come si è visto), sarebbe solo la reazione di un vero leader (tardivo erede del Blairismo) capace di parlare al vero popolo della sinistra, stanco di solidi quadri si partito cresciuti nel materialismo dialettico e mollemente adagiati nell'eternità virtuosa di una opposizione che rifiuta qualunque responsabilità di governo per non rischiare di trovarsi invischiata nel breve sporco momento nel quale ci si incarna nel fango del compromesso politico


Pfiuuuuuuuu! Non credo di aver mai letto una analisi che riesca a inanellare una serie così spettacolare di banalità, falsità, ipocrisie e contraddizioni. Viene davvero da chiedersi su quale pianeta abbia vissuto Michele Serra negli ultimi 30 anni. Prima del renzismo, la sinistra di quei "solidi quadri di partito cresciuti nel materialismo dialettico" ha governato questo paese quanto è più della destra Berlusconiana contribuendo al suo sfascio in egual misura, sia a livello nazionale che a livello di amministrazioni locali. 

È la sinistra inceneritorista e fossile che ha riempito di impianti velenosi il paese, dagli inceneritori delle sinistrissime Hera, Iren, A2A e Acea, alle trivelle di Crocetta in Sicilia, ai 10 salvataggi consecutivi dell'ILVA dei Riva (ex Italsider dello stato) finanziati coi soldi pubblici a discapito della salute dei cittadini di Taranto, alle centrali a carbone, a turbo gas e a oli combustibili e ai gasdotti sempre sponsorizzati dalla classe piddina locale. 


Viene da chiedersi su quale pianeta Michele Serra abbia visto la sinistra che rifiuta di sporcarsi con il compromesso, perché qui, sul pianeta Terra-Italia, abbiamo visto un'altra storia.
Abbiamo visto i D'Alema condannare l'informazione italiana a 20 anni di monopolio Berlusconiano con il suo rifiuto di concedere le frequenze vinte con regolare gara al polo anti mediaset di Europa 7 dell'imprenditore Francesco Di Stefano relegandolo in una marginalità mediatica e informativa in cui la parte del leone la fa sempre Berlusconi
Qui sul pianeta Terra-Italia abbiamo visto "leader cresciuti nel materialismo dialettico" come Bersani, prendere 90.000 euro dai Riva per far fuori gli "ecodem" che pretendevano il rispetto dei limiti legali alle emissioni di veleni dall'Ilva in una commovente gara di solidarietà verso gli avvelenatori con il Vendola delle telefonate ad Archinà. 

Qui sul pianeta Terra-Italia abbiamo visto "materialistici dialettici" fare non compromessi, ma vere e proprie abbuffate con opere pubbliche e appalti di ogni tipo, dell'Expo al Mose, a Mafia Capitale, dove il "materialista dialettico" Veltroni ha scelto capi di gabinetto come Odevaine poi inquisiti per i loro rapporti spericolati con le cooperative mafiose di Roma, per poi andare allegramente a pugnalare il "suo" presidente del Consiglio Prodi. 

Renzi ha forse rottamato le persone non i loro metodi, obiettivi e politiche. Anzi si è posto come il prolungamento di quelle politiche con molta più efficienza e faccia di tolla, con l'ardore del neofita col pugnale nei denti e le unghie adunche e i canini assetati di sangue. 

Renzi ha fatto cose che noi umani non avevamo visto fare nemmeno a Berlusconi e che se fossero state fatte dal Caimano, avrebbero dato vita al fenomeno di giornalisti di Repubblica chi si sarebbero incendiati sotto Palazzo Chigi tipo Bonzi tibetani. Infatti mentre il grande puttaniere ha solo provato ad abolire l'articolo 18, Renzi lo ha fatto spietatamente, mentre Tremonti ha cominciato con le cartolarizzazioni degli assett pubblici, Renzi a privatizzato l'acqua pubblica nonostante il referendum del 2011. Mentre Romani ha solo sabotato le rinnovabili cambiando le regole in corsa e frenando la crescita delle imprese green, Renzi le ha proprio distrutte tassando l'auto consumo da fonti rinnovabili e dichiarando gli impianti fossili "di interesse nazionale", fino a immolarsi di sull'altare delle trivelle, alla faccia del presunto modernismo e della decantatissima economia digitale. 

Per non parlare della "buona scuola" che ha smantellato la scuola pubblica, del jobs act che ha precarizzato e vaucherizzato il lavoro, del salva banche/ammazza risparmiatori, di IMU banca d'Italia e dello spericolato salvataggio di qualunque personaggio della casta anche i più indifendibili (uno per tutti: quel senatore Azzollini che pisc@@@a in bocca alle monache). Per non parlare, infine, del tentativo di riforma costituzionale della JP(2) Morgan infrantosi fragorosamente contro gli scogli del NO il 4 dicembre. 
A meno che quella con il famoso finanziere Davide Serra, grande finanziatore di Renzi dalla City di Londra non sia qualcosa di più di una fortuita omonimìa, rimane un mistero perché Michele Serra abbia deciso di suicidarsi, partecipando al naufragio e affondando con la nave di Renzi, fino a trascinare nel fango una pur onorevole carriera giornalistica. 

Una prece in memoria del grande umorista sepolto sotto una spessa coltre di bava filo renziana,  e per i tanti (ma non tutti) giornalisti del gruppo l'Espresso/La Repubblica che con la loro condiscendenza verso il renzismo ormai fanno apparire Belpietro come un rivoluzionario e Sallusti come Che Guevara! 

Hasta la victoria siempre!

PS.
aggiornamento dell' 11 dicembre
Nel frattempo Renzi si è dimesso ma solo da Presidente del Consiglio, ha tenuto un discorso senza alcun contraddittorio alla Direzione del PD (da cui si guarda bene dal dimettersi) in perfetto stile Breznev, ha piazzato il suo "avatar" a Palazzo Chigi con la complicità del vecchio buon Matt e ha fatto pure la bella parte di quello che si ritira dalla politica senza vitalizio e senza paracadute. Sempre nel più totale silenzio della stampa condiscente di quella che una volta  fu la sinistra. 



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