Lilla, 25 ottobre 2013. Rifkin presenta il Master Plan |
L’esperienza del Master Plan di Lilla è stata esaltante e
irritante al tempo stesso.
Esaltante perchè non ci era mai successo in tutti i Master Plan precedenti, di trovare tanta rispondenza nella società civile ma anche nelle autorità locali al vertice (con una piccola sponda anche dal governo nazionale, per la verità). Centinaia di persone coinvolte nell’organizzazione, nello studio, nella raccolta dati, nell’elaborazione creativa e nel coordinamento.
Esaltante perchè non ci era mai successo in tutti i Master Plan precedenti, di trovare tanta rispondenza nella società civile ma anche nelle autorità locali al vertice (con una piccola sponda anche dal governo nazionale, per la verità). Centinaia di persone coinvolte nell’organizzazione, nello studio, nella raccolta dati, nell’elaborazione creativa e nel coordinamento.
Un Dipartimento regionale denominato “Departement pour la
Troiséme Révolution Industrielle” diretto dal mio caro (e visionario) amico
Claude Lenglet, (inventore,in una vita precedente, dell’edificio a energia positiva per la
Società
Bouygues, la prima impresa di costruzioni di Francia, - mica pizza e fichi), con 125 persone suddivise in 5 divisioni
denominate con i pilastri della Terza Rivoluzione Industriale (Energies
renouvellables, Hydrogéne, Smart grids, Batiments producteurs d'énergie, transports durables). Edificio a energia positiva a Medon (Parigi Sud) della Bouygues |
Per la prima volta vediamo una intera classe politica
mettere sotto accusa i vertici dei propri gruppi industriali ed energetici,
chiamare le cose con il loro nome (“rivoluzione” è una parola impegnativa!) come mai prima in nessuno dei Master Plan
precedenti, e sappiamo che in Francia stiamo parlando di monopoli
particolarmente duri a morire, come quello del nucleare. Accetteranno di
scomparire in silenzio, come congiurati sgozzati nell’ombra da un sicario nella
corte di Luigi XVI? O metteranno in campo tutti i mezzi leciti e (soprattutto)
illeciti per distruggere qualunque prospettiva di cambiamento e sabotare l’eccellente
sinergia di visioni della politica Lillois convergente su Rifkin? Intanto a
Lilla, la società civile e economica organizzata è unita nel domandare un
cambio di mentalità. Dal pensiero (e la politica) fossile, al pensiero (e la
politica) solare!
Con la Regione Nord Pas de Calais, da Lilla, Dunquerque,
Boulogne sur mer, Calais, Lens, Valencienne, Cambrai, St-Omer, Arras, Avesnes, sono
stati sei mesi di duro lavoro per elaborare un piano a lungo termine di più di
500 pagine dove trovano spazio articolatamente tutte le esigenze di tutto il
territorio della regione e tutti i pilastri della Terza Rivoluzione Industriale
di Rifkin e anche gli strumenti formativi e di riconversione necessari alla
transizione industriale dal ciclo del carbonio al ciclo del sole secondo le
buone vecchie immutabili leggi della termodinamica.
Particolarmente significative le parole dello stesso
Presidente della Regione del Nord Pas de Calais nello spiegare come si arriva a
questo risultato: “ Jeremy Rifkin viene,
ci consegna con talento la sua profezia. Gli crediamo. Da quel momento (e non
mi aspettavo una reazione talmente positiva), gli attori della società civile
ed economica si mobilitano attorno a un progetto formidabile, quello dei cinque
pilastri della Terza Rivoluzione Industriale: transizione verso le energie
rinnovabili, edifici a energia positiva, idrogeno, reti intelligenti, trasporti
a zero emissioni. Sta a noi adesso far avverare la profezia, far vivere e
crescere questa polifonia...” E infatti è proprio così. Il motore della
Terza Rivoluzione Industriale nella Regione del Nord non siamo noi dell’ufficio
di Jeremy Rifkin, ma sono loro. Ci tempestano di telefonate, ci vengono a
trovare ripetutamente, mettono a punto documenti eccellenti su cui domandano un
parere spesso non necessario, organizzano quattro giorni di workshop a Lilla in
Maggio che sono impeccabili da tutti i punti di vista, da quello dell’organizzazione
a quello dei contenuti e della “governance”.
Praticamente fanno tutto loro. Addirittura adattano la Terza Rivoluzione
Industriale al loro territorio aggiungendo ai 5 pilastri canonici di Rifkin tre
pilastri che giudicano particolarmente
importanti per il NPdC: 1) efficientamento energetico degli
edifici esistenti, 2) la strategia rifiuti
zero (loro la chiamano “Économie circulaire”) e 3) una
strategia di transizione dal possesso all’uso
dei mezzi e delle cose, ispirata a un’altra grande intuizione di Rifkin, quella
dell’ Era dell’Accesso ( loro la chiamano “Économie de la fonctionnalité”. Per maggiori
informazioni sugli otto pilastri vedere: http://www.latroisiemerevolutionindustrielleennordpasdecalais.fr/les-8-groupes-de-travail/)
Il mio intervento al worshop per il Master Plan a Lilla |
Inoltre sono previsti sottogruppi di lavoro trasversali
su occupazione, riconversione industriale e riqualificazione professionale (del
cui coordinamento, a partire dal workshop di maggio scorso, mi sto occupando io).
...Il Nord Pas de
Calais diventerà una delle regioni più efficienti del mondo, produttive e
sostenibili per quanto riguarda l'uso delle risorse naturali... e probabilmente
una delle prime esportatrici di "soluzioni di Terza Rivoluzione
Industriale". Il tutto investendo 200 miliardi in 10 anni, creando
165.000 posti di lavoro netti, e aumentando di 10 miliardi netti il PIL
annuale. Ecco di che cosa stiamo parlando (ma non sono solo parole), quando
parliamo di Terza Rivoluzione Industriale!
La regione del Nord Pas de Calais ha creato una dinamica
positiva, un vero e proprio “movimento” con la sua campagna di comunicazione e
immagine, il suo logo, il coinvolgimento della società civile ed
economica. Nelle scuole si
distribuiscono distintivi e penne di “attore della Terza Rivoluzione
Industriale” indossati fieramente dagli studenti.
E adesso veniamo all’irritazione che è invece dovuta al
fatto che per quanti sforzi abbiamo fatto, non abbiamo visto, nè vediamo nulla
di questo tipo concretizzarsi in Italia.
Eppure di risorse naturali, energetiche e umane ne
abbiamo a iosa rispetto alla Francia. Durante la cerimonia di presentazione del
master Plan a Lilla, mentre Jeremy parlava davanti a 5000 persone, sentivo che
la mia irritazione progressivamente cedeva il passo a una sana e inarrestabile
incazzatura. Non con i francesi, ma con gli italiani. Non tutti gli italiani,
ma alcuni. Vedremo chi e perchè!
Molti mi chiedono, e in Italia? Come mai le cose sono
così avanzate in Francia, in Olanda, in Germania e non in Italia dove Jeremy
passa molto tempo e dove le cronache lo hanno dato in contatto con molti leader
nazionali e regionali?
Il rapporto fra Jeremy Rifkin e la dirigenza politica del
Nord Pas de Calais è nato meno di due anni fa. Oggi siamo già alla fase iniziale
di realizzazione di un ambiziosissimo Master Plan di Terza Rivoluzione Industriale. In effetti in Italia Rifkin è stato
interlocutore attivo della politica da molto più tempo ma non si è fatto
nulla. Oppure quello che si è fatto è rimasto sulla carta perchè non c’è mai
stata una vera volontà politica di dargli le gambe.
Ma procediamo con ordine.
Già nel 2005/2006 è stato fatto un sacco di lavoro con
Vendola in Puglia, poi nel 2009 con Lombardo in Sicilia e nel 2010 con Alemanno
a Roma. Per non parlare di contatti a
livello governativo che però sono sempre caduti nel vuoto se si eccettua la
piccola parentesi di all’incirca due anni in cui ci fu il governo Prodi e
Alfonso Pecoraro Scanio come Ministro dell’Ambiente. In quell’epoca lo aiutammo a far partire le strategie di sostegno alle imprese della
green economy con il primo conto energia, per il quale c’erano inspiegabili
resistenze trasversali in tutta la politica sia a destra che a sinistra. Il
Ministero dello Sviluppo Economico (all’epoca diretto da Bersani) partecipava
alle trattative con il freno a mano tirato. La teoria di fondo degli “anti-rinnovabili”
del ministero guidato da Bersani era che il limite proposto dal Ministro dell’ambiente
di 6000 megawatt di potenza da incentivare entro il 2020, come richiesto dall’Europa,
era irrealistico (ah!, il realismo, quante volte è stato utilizzato come clava
per impedire il cambiamento!). “Ma se in
Italia ci sono voluti 30 anni per arrivare a 50 MW di fotovoltaico installati,
come pensate di arrivare a 6000 in soli 13 anni?” ci dicevano con un sorriso beffardo
e paternalistico. Alla fine riuscimmo a strappare 3000 MW. Come è andata a
finire lo sappiamo tutti. La soglia venne raggiunta non in 13 anni ma in meno
di 3. Poi vennero il terzo, il quarto e il quinto conto energia, tutti
congegnati in modo da distruggere il settore delle rinnovabili gettandolo nell’incertezza
delle regole e dell’accesso al credito...
A colloquio con Prodi |
Alfonso Pecoraro Scanio, autore del 2 conto energia |
Da quando cadde il
governo Prodi, Rifkin ha manifestato a più riprese la sua disponibilità a
incontrarsi con i nuovi dirigenti dei governi che si sono succeduti. Dire che
sia stato snobbato non è esagerato. Gli basta la soddisfazione di vedere la
società civile andare nella direzione da lui indicata: gli impianti
rinnovabili,
nonostante il sabotaggio governativo si avvicinano agli
ottocentomila, e oggi siamo a 18.000 MW installati. I cittadini cominciano a auto organizzarsi,
orti urbani, negozi dell’usato, reti di cittadini per acquisti solidali dei
prodotti della terra e del mare...
Energia costo zero grazie alle rinnovabili |
Nelle domeniche del giugno di quest’anno il solo
fotovoltaico è stato sufficiente a coprire la domanda energetica di tutta l’Italia,
(alla faccia di coloro che dicono che le rinnovabili sono costose e non
permettono di fare massa critica in una società moderna) . In realtà le
rinnovabili sono molto più economiche che gli impianti basati su fonti fossili,
perchè il sole e il vento sono gratis mentre petrolio e gas no, e sono loro la
vera ragione degli aumenti in bolletta, che anzi le rinnovabili hanno
contribuito ad abbassare, anche se il consumatore non se n’è accorto perchè i
monopoli che fanno i prezzi adottano criteri non trasparenti per la formazione
del prezzo dell’energia, e l’Autorithy non fa il suo dovere di sorveglianza e
controllo.
I benefici delle rinnovabili sul costo dell'energia |
Le politiche di Terza Rivoluzione Industriale a livello
nazionale fanno paura a un establishment energetico oligopolistico che manipola
la politica a suo piacimento. Ecco che, condizionata dal pensiero fossile, la politica diventa fossile anch'essa! Basta ricordare che il 5° conto energia fu
scritto da una analista dell’ENEL e mandato al Ministero per lo Sviluppo
Economico che si limitò a etichettarlo e farlo circolare. E la cupola mediatica
per quanto informata non scrisse un rigo su questo scandalo, che in Germania
avrebbe provocato le dimissioni del governo! Quel provvedimento conteneva delle
vere e proprie porcate ai danni dei piccoli operatori delle rinnovabili, e infatti
li ha fatti fallire a migliaia, perchè introduceva ostacoli burocratici a iosa,
come il famigerato registro degli impianti, che invece di essere introdotto prima,
per i grandi impianti speculativi da decine di MW fu introdotto per i piccoli
impianti da 12 KW, nonostante la direzione generale Energia della Commissione Europea
rilevasse tutte queste incongruenze e ne chiedesse l’eliminazione, richiesta
andata completamente inascoltata perchè ormai è chiaro che l’Europa per i
nostri governanti è unicamente un paravento di comodo da usare solo quando conviene, per
esempio per giustificare le politiche di
tagli fiscali o di “riforma” del mercato del lavoro.
In Francia invece, a sostegno dello sforzo della Regione
Nord Pas de Calais, e quasi in una benefica corsa competitiva, il governo ha
destinato alle tecnologie della Terza Rivoluzione Industriale, una cifra
iniziale di 3,5 miliardi di euro, recuperati attraverso l’efficienza
energetica. http://cetri-tires.org/press/2013/la-francia-svela-il-piano-da-3-miliardi-e-mezzo-di-euro-per-la-terza-rivoluzione-industriale/?lang=it
Il tutto mentre in Italia dobbiamo assistere a una
ipocrita corsa in soccorso del “consumatore tartassato dalle costosissime
rinnovabili”, somma manipolazione dei fatti, in quanto attribuire l’aumento del
costo della bolletta alle rinnovabili è un falso storico che significa
tralasciare il dettaglio che il 90 % di quel costo è dovuto a impianti che
usano fonti energetiche fossili e che il prezzo del petrolio si è quintuplicato
in meno di dieci anni! Avere l’ossessione di abbassare il costo dell’energia
abbattendo il sostegno alle rinnovabili è come cercare di curare il cancro con
l’aspirina! In Francia l’hanno capito. Infatti nessuno oserebbe mai attaccare
le rinnovabili come fonte di tutti i problemi, mentre tutti ormai ammettono che
il vero problema sono le fonti convenzionali, specialmente il nucleare, i cui
costi reali sono tali da mandare in fallimento qualunque economia moderna (come
lucidamente illustrato da Corinne Lepage, ex Ministro dell’Ecologia del governo
Chirac, nel suo libro “La verité sur le nucleaire” http://www.lemonde.fr/livres/article/2011/07/07/la-verite-sur-le-nucleaire-de-corinne-lepage_1545956_3260.html)
E se i responsabili al livello centrale dell’arretramento
del nostro Paese sulla via del nuovo
mondo dell’energia sono persone come Zanonato, Mucchini, Monti, Letta, Passera,
Clini, Bersani, Berlusconi, Romani, Prestigiacomo, non è che i dirigenti
politici a livello locale siano meno colpevoli.
Nella Sicilia di Lombardo, che sembrava avviata verso il
luminoso percorso della terza Rivoluzione Industriale, Rifkin
venne a presentare un piano energetico fra i più avanzati del mondo, che faceva
riferimento alle strategie europee 20 20 20 , all’obiettivo di decarbonizzare
la regione, alla necessità di coinvolgere i cittadini nella produzione e
distribuzione dell’energia da fonti rinnovabili, alla creazione di filiere
produttive locali per le rinnovabili e tutti i pilastri della terza Rivoluzione
Industriale, etc.
Poi Lombardo non fece niente di tutto questo, per ragioni
che mi auguro un giorno vengano chiarite dalla magistratura (già si vedono le
prime avvisaglie). Per cui tutto il lavoro che facemmo per lui diventò solo un
mega spot elettorale senza alcuna conseguenza pratica per la diminuzione dell’entropia
nell’isola o l’aumento della qualità della vita dei siciliani. Rifkin tirò più volte il campanello di allarme, anche con interviste ad hoc (vedi una di queste interviste su Repubblica nel riquadro). Ma Lombardo non volle sentire ragioni. Eppure
era stato lui stesso che mi aveva contattato,
dopo avermi conosciuto a
Bruxelles, domandandomi un aiuto per la revisione del PEARS (Piano Energetico
Ambientale Regionale Siciliano). Ma evidentemente la destabilizzazione di
interessi consolidati deve aver fatto paura al Presidente “autonomista”, e
tutte le innovazioni di quel PEARS rimasero sulla carta. Si trattava di
innovazioni lungimiranti e che anticipavano i tempi di dieci anni, e che perciò
sarebbero ancora oggi valide e applicabili
Adesso Lombardo non c’è più, e siamo passati dal
Presidente “autonomista”, al Presidente “rivoluzionario”. Ma evidentemente si
tratta di una finta rivoluzione perchè se
avessimo una dirigenza regionale realmente “rivoluzionaria” prenderebbe la palla al balzo per realizzare
la “rivoluzione” di Rifkin. Evidentemente, andare a incidere sugli interessi e
i profitti dei grandi gruppi energetici che tengono in mano la sua
circoscrizione elettorale, rappresenta
un “eccesso di rivoluzione” che l’ex sindaco di Gela non se la sente di appoggiare. Allora si accontenta di una “modica quantità”
di rivoluzione a parole, con effetti speciali e nomi altisonanti, ma ben si
guarda dal toccare interessi consolidati (sempre gli stessi).
Rivoluzionario. Daniel "Che" Percheron, con Rifkin... |
Ma Percheron è solo un vecchio signore borghese, intelligente e senza conflitti di interessi che pensa al futuro dei suoi 4 milioni di concittadini, mentre Crocetta si conferma “megafono” della vecchia politica che preferisce distribuire incarichi a pioggia fottendosene della legalità e della competenza, e più che una rivoluzione ricorda la peggiore restaurazione di Clemente di Metternich!
La rivoluzione invece in Sicilia l’ha ripresa la società civile e economica
organizzata nel FRED, FORUM REGIONALE PER L’ENERGIA DISTRIBUITA, (www.fred-sicilia.it) e assume le forme
rassicuranti di un sindacalista come Alfio La Rosa, che forse non farà proclami
rivoluzionari, ma si studia le cose con competenza e tenacia e fa proposte che
la Regione avrebbe fatto bene (e ancora farebbe bene) ad
accogliere invece di cestinarle.
Poi c’è la Puglia di Vendola.
In Puglia sono 50 anni che una politica scellerata del governo nazionale devasta le coste e i litorali più belli per imporre una industrializzazione innaturale e totalmente estranea alla vocazione turistica e enogastronomica del territorio con grandi costi esterni per la salute pubblica e l'ambiente pagati dalla collettività e non dagli inquinatori, che ai sensi della direttiva 35/2004 sono gli unici che dovrebbero pagare (il famoso principio "chi inquina paga"), e invece non solo la fanno franca e prosperano sulla pelle dei cittadini a cui avvelenano la vita e l'ambiente impunemente, ma vengono insigniti delle più alte benemerenze
come creatori di occupazione e lasciati liberi di devastare i beni comuni,
terra, acqua, aria, storia, cultura del territorio, mentre l’energia è un
pascolo riservato ai grandi gruppi monopolistici, innanzitutto l’ENEL.
Nonostante queste avverse condizioni di partenza, molto è stato fatto nella regione, e le rinnovabili, praticamente insistenti in epoca Fitto (che era troppo impegnato a programmare le sue centrali nucleari, poi ricacciategli in gola dal referendum del 2011),hanno raggiunto la ragguardevola potenza di 4000 MWp per complessivi 35.000 impianti disseminati su tutto il territorio regionale. Ma è mancato un approccio complessivo in grado di creare le economie di scala e l'effetto moltiplicatore sul piano occupazionale e industriale. E' mancato un occhio di favore verso i piccoli impianti distribuiti in rete e integrati nell'economia del territorio (irrigazione fotovoltaica in agricoltura, raffrescamento solare nel turismo, mobilità a idrogeno nei trasporti etc.) Le rinnovabili sono infatti state introdotte in modo massiccio ma sono stati privilegiati i grandi impianti secondo una logica di attrazione degli investimenti, che in realtà era una logica speculativa, perchè un investimento industriale ha sempre una componente di incertezza dovuta a fattori di mercato o di altra natura, mentre gli investimenti in grandi impianti industriali di rinnovabili garantiscono un reddito certo che ha attirato investitori finanziari più che chi fa innovazione energetica. Carlo Petrini, non mancò di rilevarlo quando intervenne pubblicamente contro i grandi impianti rinnovabili industriali in Puglia (http://www.esaenergie.it/news_scheda.php?ID=26&PressArchive_Year=2010&PressReviewMenu=2#)
Veleni su Taranto dall'ILVA della famiglia Riva |
Nonostante queste avverse condizioni di partenza, molto è stato fatto nella regione, e le rinnovabili, praticamente insistenti in epoca Fitto (che era troppo impegnato a programmare le sue centrali nucleari, poi ricacciategli in gola dal referendum del 2011),hanno raggiunto la ragguardevola potenza di 4000 MWp per complessivi 35.000 impianti disseminati su tutto il territorio regionale. Ma è mancato un approccio complessivo in grado di creare le economie di scala e l'effetto moltiplicatore sul piano occupazionale e industriale. E' mancato un occhio di favore verso i piccoli impianti distribuiti in rete e integrati nell'economia del territorio (irrigazione fotovoltaica in agricoltura, raffrescamento solare nel turismo, mobilità a idrogeno nei trasporti etc.) Le rinnovabili sono infatti state introdotte in modo massiccio ma sono stati privilegiati i grandi impianti secondo una logica di attrazione degli investimenti, che in realtà era una logica speculativa, perchè un investimento industriale ha sempre una componente di incertezza dovuta a fattori di mercato o di altra natura, mentre gli investimenti in grandi impianti industriali di rinnovabili garantiscono un reddito certo che ha attirato investitori finanziari più che chi fa innovazione energetica. Carlo Petrini, non mancò di rilevarlo quando intervenne pubblicamente contro i grandi impianti rinnovabili industriali in Puglia (http://www.esaenergie.it/news_scheda.php?ID=26&PressArchive_Year=2010&PressReviewMenu=2#)
Carlo Petrini a Terra Madre 2010 durante il mio intervento |
Nicola Conenna e Nichi Vendola |
Il fisico Nicola Conenna, Presidente della H2U |
Un cofinanziamento arrivò finalmente nel 2012 per la realizzazione di un progetto di mobilità a idrogeno dalla forte valenza didattica e pedagogica (progetto H2M), che si pone l'obiettivo di girare l'intera regione portando il nuovo paradigma solare e il superamento del pensiero fossile a tutta la cittadinanza appoggiando e allargando quelle sacche di consapevolezza rappresentate da movimenti già presenti sul territorio che come il giovane hacker Neo in Matrix, hanno cominciato a intuire la necessità di liberarsi da una mentalità schiava del pensiero fossile, come le associazioni di cittadini quali Brindisi Bene Comune, Peaclink a Taranto, a No TAP nel Salento, ai NAC (No Al Carbone), ai No TRIV, ai comitati contro gli inceneritori, al Tavolo Verde per l'agricoltura. Anche in
Puglia infatti, ci sono energie fresche e originali, che si sono raccolte intorno al
gruppo “Territorio Zero Puglia” e che stanno elaborando, ispirati dal nuovo pensiero solare, una piattaforma
integrata per pianificare uno sviluppo sostenibile nei settori dell’agricoltura,
dell’energia, dei consumi/rifiuti, e per
valorizzare i veri assi del territorio che non sono nè l’acciaio nè il carbone, ma sono invece l’enogastronomia locale, la cultura, la storia, l’archeologia le bellezze naturali ed il turismo. Il progetto H2M, (Mobilità a Idrogeno), con la sua aula multimediale da cinquanta posti, e il suo idrogeno autoprodotto a bordo con un sistema fotovoltaico itinerante da 20 kw, rappresenta la punta di diamante in Italia del nuovo pensiero solare e permette di collocare la Puglia al primo posto fra le Regioni Italiane che seguono la scia del Nord Pas de Calais per una transizione verso il modello energetico distribuito e interattivo indicato da Jeremy Rifkin, sviluppando la necessaria infrastruttura tecnologica dell'internet dell'energia e dell'internet delle cose, con i distretti delle stampanti 3D alimentati dai distretti dell'energia rinnovabile e dell'idrogeno. Certo, se anche la Puglia decidesse di dotarsi di un assessorato alla Terza Rivoluzione Industriale, la transizione sarebbe molto più rapida ed efficace.
valorizzare i veri assi del territorio che non sono nè l’acciaio nè il carbone, ma sono invece l’enogastronomia locale, la cultura, la storia, l’archeologia le bellezze naturali ed il turismo. Il progetto H2M, (Mobilità a Idrogeno), con la sua aula multimediale da cinquanta posti, e il suo idrogeno autoprodotto a bordo con un sistema fotovoltaico itinerante da 20 kw, rappresenta la punta di diamante in Italia del nuovo pensiero solare e permette di collocare la Puglia al primo posto fra le Regioni Italiane che seguono la scia del Nord Pas de Calais per una transizione verso il modello energetico distribuito e interattivo indicato da Jeremy Rifkin, sviluppando la necessaria infrastruttura tecnologica dell'internet dell'energia e dell'internet delle cose, con i distretti delle stampanti 3D alimentati dai distretti dell'energia rinnovabile e dell'idrogeno. Certo, se anche la Puglia decidesse di dotarsi di un assessorato alla Terza Rivoluzione Industriale, la transizione sarebbe molto più rapida ed efficace.
Rifkin presenta il Master Plan per Roma con Alemanno |
Presentazione del Master Plan a Roma (25 persone) |
Ottobre 2013: 5000 persone ascoltano Rifkin mentre presenta il Master Plan di TRI al Forum di Lilla |
Voi capite che anche a Roma, in attesa di improbabili
risvegli, è tutto un festival delle occasioni sprecate e il tempo passa...
Ma perchè i nostri dirigenti politici nazionali, con poche meritevoli eccezioni, sono così
insensibili ai nuovi paradigmi energetici? Proprio non ci arrivano o ci sono
interessi ben precisi? La mia opinione è che in ogni caso abbiamo una classe
politica prigioniera del pensiero fossile. A tutti i livelli, da quello
nazionale a quello locale. Una classe politica fossile che è inevitabilmente
condannata al declino in cui sta cercando di coinvolgere il Paese. E l’unica
arma è il pensiero solare, come quello che stanno dimostrando gli amici
francesi accorsi a migliaia per ascoltare le risposte di Rifkin.
E una nuova classe politica.
Solare anch’essa.
Solare come il sorriso di Barbara e Solanne, due delle straordinarie ragazze dell'equipe per la Terza Rivoluzione Industriale nel Nord Pas de Calais
E una nuova classe politica.
Solare anch’essa.
Solare come il sorriso di Barbara e Solanne, due delle straordinarie ragazze dell'equipe per la Terza Rivoluzione Industriale nel Nord Pas de Calais
Condivido la tua analisi negativa sull'inadeguata ed inconcludente classe politica italiana, caro Angelo. Poi , confrontato con l'attivismo e la concretezza dell'amministrazione d'Oltralpe questo gap appare enorme e spiega il declino del Nostro Paese.
RispondiEliminaAngelo, senza parole. Muoviamoci in fretta !!! Grande! (Marcello)
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