lunedì 10 luglio 2017

Renzi scendi da quella barricata anti Europa che ti fai male...


Renzi prende tutti di sorpresa e improvvisamente, dopo aver governato tre anni e mentre è ancora al governo per interposto Gentiloni, ci regala un'altra perla (1) : "Fuori dal Fiscal Compact, tornare ai parametri di Maastricht!", afferma nel suo libro «Avanti» (in uscita il 12 luglio per Feltrinelli).  «Tornare per 5 anni ai parametri di Maastricht, con il rapporto deficit-Pil al 2,9%», è la nuova strategia economica del leader del PD per la prossima campagna elettorale."Il «patto di legislatura» con Bruxelles" affermano alcuni osservatori" (2), potrebbe portare nelle casse dello Stato 30 miliardi che il leader dem intende usare esclusivamente per abbassare le tasse e stimolare così la crescita. In cambio l’Italia si impegnerebbe a ridurre il debito tramite un’operazione sul patrimonio con la regia della Cassa depositi e prestiti e del ministero dell’Economia. E anche tramite una ulteriore stretta sull’evasione fiscale, grazie a un pacchetto digitale -ancora allo studio del governo- che dovrebbe prevedere l’obbligo di fattura elettronica anche tra privati e la creazione di un “documento unico di vendita”, che superi le attuali diverse modalità (fattura, ricevuta). Un server centrale poi raccoglierà tutti questi dati per rendere più rapidi i controlli del fisco". 
«Dobbiamo uscire dallo stillicidio della trattativa mensile con Bruxelles e proporre al mondo finanziario ed economico un piano industriale degno di un paese solido e credibile», scrive ancora Renzi.
il Fiscal compact  che Renzi intende archiviare è un accordo internazionale siglato anche dall’Italia nel 2012, che deve essere inserito nei trattati Ue quest'anno e prevede rigidissime regole di bilancio (deficit allo 0,5%, taglio ogni anno di un ventesimo del debito per la parte eccedente il 60% del Pil). Regole che finora l’Italia ha potuto aggirare, grazie ai ripetuti sconti graziosamente concessi da Bruxelles che hanno permesso a Renzi di elargire regalie elettorali al suo ceto politico di riferimento e galleggiare nel vuoto assoluto di una politica senza idee e visioni ma con molti lobbisti e padroni (specialmente fossili). 

Ma dopo cinque anni dalla firma dell’accordo, oggi non c'è più spazio per le furbate,  e quindi Renzi indossa il basco di Che Guevara, mette la freccia e sorpassa a sinistra (si fa per dire) anti euro e sovranisti con una proposta che se non fosse ridicola sarebbe preoccupante per la sua improvvisazione e ipocrisia. 

Infatti minacciare il veto dell'Italia sull’inserimento nei Trattati (mossa definita dai renziani come un «segnale politico» in vista della discussione sulla nuova governance dell’eurozona) non è serio.
Come osserva il prof. Erasmo Venosi in un post su facebook infatti, "Renzi scopre la "pericolosità" del Fiscal Compact e, vuole “ rottamarlo”, ma il suo partito ne garantì l’approvazione, a stragrande maggioranza. Non rottamerà un bel nulla essendo il Fiscal Compact collegato al Meccanismo Europeo di Stabilità e sarebbe opportuno che qualcuno gli facesse leggere l’art 12 di questo Trattato per comprendere che non contano una mazza i parlamenti nazionali e quello europeo. Sarà Il MES questo meccanismo a ottobre 2019 o prima a gestire il sempre più probabile default di finanza pubblica dell’Italia. Furono 12 i parlamentari che votarono no al Fiscal Compact. Chissà cosa dice Gentiloni che votò si al Fiscal Compact"

Questa proposta è innanzitutto poco credibile perchè proviene dai fedeli esecutori del Fiscal Compact (fino a ieri pomeriggio, salvo contrordine di convcenienza del capo). Poi è inefficace perchè il Fiscal Compact non è riformabile, emendabile o modificabile. Il Fiscal Compact è SBAGLIATO, crea solo concentrazione di ricchezza da una parte e povertà dall'altra. E in quanto sbagliato va semplicemente abolito e sostituito con un sistema di governance europea ispirato a una diversa visione del mondo.  

Ma facciamo un passo indietro:  in questo momento in Europa si fronteggiano due visioni diametralmente opposte del mondo, entrambe sbagliate, a mio avviso, e entrambe pericolose per il futuro non solo dell'Europa, ma anche dei singoli paesi e delle nazioni della cui sovranità i "sovranisti" si riempiono impropriamente la bocca.  

Due visioni cioè estremiste, secondo cui l'Europa è il male o il bene assoluto, e come tutte le visioni estremistiche faticano a cogliere la complessità della realtà europea fatta di mille sfumature, interessi nazionali ma anche divisioni di classe, per cui l'Europa non è perfetta ma non è neanche l'origine di tutti i mali. Matteo Renzi oscilla pericolosamente dall'una all'altra, non conosce vie di mezzo ma si posiziona a seconda delle convenienze del momento. Ora fa il fedele esecutore degli ordini di Bruxelles cancellando diritti e comprimendo lavoro, ora fa il barricadero sovranista anti euro che manco Paolo Barnard.


Questa Europa è contraddittoria e multiforme. Non può essere catalogata e
giudicata con un "like" su facebook. Ha livelli di complessità che necessitano una capacità di analisi totalmente fuori della portata di Matteo Renzi. Questa Europa distrugge l'economia greca per puro moralismo ideologico e asservimento agli interessi del grande capitale finanziario, e, al tempo stesso, come ci ricorda Rifkin nel libro “Il Sogno Europeo”, ha raggiunto accordi avanzatissimi fra tutti gli stati membri sulle politiche energetiche, sui rifiuti e le politiche ambientali, sulla protezione sociale, sugli scambi culturali (pensiamo al programma Erasmus).


Tutta  questa contraddittorietà fra l'Europa sociale e ambientale (che era la vera ragion d'essere dell'Europa come la voleva Spinelli)  la logica del debito e dell'austerità che ha criminalmente preso il sopravvento negli ultimi anni è la conseguenza del fallimento del processo di approvazione della Costituzione Europea, cominciato nel 2004 (anno in cui il referendum francese sciaguratamente imposto da Chirac affossò definitivamente le speranze di integrazione Europea della Costituzione elaborata dalla Convenzione Europea),quando i leader europei, avendo smarrito la bussola e perso l'anima dell'integrazione europea si ritrovarono tutti a difendere (stupidamente, come ci ricorda il prof. Jacques Généraux, autore del libro "Déconnomie" - letteralmente "Imbecilconomia")  i leader europei si sono messi a difendere pancia a terra i principi del rigore finanziario e della logica del debito sempre nell'interesse della grande finanza speculativa globale come fedeli marionette. 

Certo non è questa l'Europa che avevano in mente i padri fondatori, una Europa solidale, sociale, ecologica, pacifica. E il sessantesimo anniversario dei trattati di Roma avrebbe potuto essere l'occasione per rifondare l'Europa sulla sua anima spinelliana. 

Quando si parla di rifondazione dell'Europa però, bisogna sgombrare il campo dagli eurofurbi, che pur avendo giocato un ruolo determinante nella deriva finanziaristica e anti sociale dell'Europa, oggi si presentano come i rivoluzionari anti-Europa.

Ad esempio, sentire gente come Renzi che critica la logica dell'austerità e del patto di stabilità, richiamandosi alla sua ridefinizione come patto di "stupidità" da parte di Romano Prodi, mi fa solo sorridere. 

Renzi infatti ha avuto uno strapotere assoluto in Italia per oltre tre anni, avrebbe potuto appoggiare Tsipras e Varoufakis nel loro tentativo del 2015 di sconfiggere la logica del debito ispirata agli interessi delle grandi banche d'affari, invece ha contribuito al loro isolamento, accodandosi acriticamente alle posizioni degli Schauble e dei Djsselbloem che adesso fa cialtronescamente finta di criticare. 

Questo mette una pietra tombale definitiva su qualunque tentativo del ciarlatano fiorentino di rifarsi una verginità e presentarsi come un rivoluzionario in vista delle elezioni che prima o poi saranno indette. 

Archiviata la pratica Renzi, vorrei tornare ad analizzare la situazione dell'Europa che viene celebrata domani.


2015: Renzi offre a Tsipras cravatte invece di appoggio...
Più in particolare sul piano europeo, se quello che era il sogno Europeo nato col Manifesto di Ventotene è oggi diventato l'incubo europeo dell'austerità e del debito con migliaia di imprenditori che si suicidano, e milioni di cittadini scesi sotto la soglia di povertà, è perchè chi ha potere decisionale in Europa ha perso di vista gli obiettivi del Manifesto di Ventotene per un'Europa libera e unita (che sono molto impegnativi perchè Spinelli e i suoi compagni avevano in mente e proposero una vera e propria "Rivoluzione Europea", come ho ricordato dettagliatamente nell'articolo che ho pubblicato l'anno scorso in occasione della farsa di Ventotene organizzata da Renzi con Mekel e Hollande, consultabile qui: 
http://angeloconsoli.blogspot.it/2016/08/loccupazione-mediatica-di-ventotene_25.html ). 


Quella di Spinelli era una rivoluzione vera, impegnativa,  che metteva al centro il cittadino e la comunità e ammoniva di tenere a bada le banche e gli speculatori, parlava di protezione dei beni comuni pubblici e la nazionalizzazione di banche e aziende energetiche.
Ma oggi lo spirito di Ventotene è sempre evocato da finti europeisti in manifestazioni (tipo quella dello scorso agosto voluta da Renzi con Merkel e Hollande sulla “Garibaldi”) che si sono risolte in buffonate propagandistiche intese a sterilizzare l'insegnamento di Spinelli in pura forma vuota di qualunque contenuto. 

Oggi è necessario mettere subito in essere politiche per recuperare lo spirito reale del Manifesto di Ventotene.


Quali sono queste politiche? 
Certo non quelle che alcuni commentatori di regime hanno avuto il coraggio di proporre con una lettura di comodo del Manifesto spacciato come l'antesignano delle politiche di austerità e di stabilità finanziaria secondo cui il rigore finanziario ce lo prescriverebbe Spinelli con il Manifesto di Ventotene!
Il Manifesto di Ventotene è tutt'altro. Si parla certo anche di disciplina finanziaria degli stati ma non nei termini principali in cui questi commentatori finto europeisti cercano di spacciarcelo.  E' una operazione scorrettissima quella di leggere un paragrafo isolato dal contesto e costruire su di esso l'intera narrazione spinelliana. 

Per capire lo spirito vero del Manifesto di Ventotene  bisogna leggerlo olisticamente nella sua integrità.  Vediamo così  che il Manifesto di Ventotene propone una Europa in cui “Non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un’attività necessariamente monopolistica, sono in condizioni di sfruttare la massa dei consumatori; ad esempio le industrie elettriche, le imprese che si vogliono mantenere in vita per ragioni di interesse collettivo ma che, per reggersi, hanno bisogno di dazi protettivi, sussidi, ordinazioni di favore ecc.”
Parallelamente, per uno sviluppo economico sostenibile e stabile il Manifesto  osserva che "Le caratteristiche che hanno avuto in passato il diritto di proprietà e il diritto di successione, hanno permesso di accumulare nelle mani di pochi privilegiati ricchezze che converrà distribuire durante una crisi rivoluzionaria in senso egualitario, per eliminare i ceti parassitari e per dare ai lavoratori gli strumenti di produzione di cui abbisognano, onde migliorare le condizioni economiche e far loro raggiungere una maggiore indipendenza di vita". 
Sul piano della rimozione delle diseguaglianze, oltre a proporre un differenziale salariale il più livellato possibile si prescrive anche che "I giovani vanno assistiti con le provvidenze necessarie per ridurre al minimo le distanze fra le posizioni di partenza nella lotta per la vita. In particolare la scuola pubblica dovrà dare le possibilità effettive di proseguire gli studi fino ai gradi superiori ai più idonei, invece che ai più ricchi;"

E sempre per quello che riguarda i giovani, si raccomanda qualcosa di molto simile a provvidenze che oggi andrebbero sotto il nome di "reddito di cittadinanza": "La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, per ciò, manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori."


Il carcere di Santo Stefano a Ventotene
C'è perfino l'intuizione rifkiniana dell'economia a costo marginale zero introdotta dal progresso tecnologico che permetterà di provvedere ai bisogni di tutti gli esseri umani secondo le regole dell'abbondanza anziché quelle della scarsità (in questo le energie rinnovabili sono epitomiche: il petrolio è scarso, il sole è abbondante!) "La potenzialità quasi senza limiti della produzione in massa dei generi di prima necessità, con la tecnica moderna, permette ormai di assicurare a tutti, con un costo sociale relativamente piccolo, il vitto, l’alloggio e il vestiario, col minimo di conforto necessario per conservare il senso della dignità umana."
Ventotene. Il cortile del carcere di Spinelli
Infine si prevede che la rivoluzione Europea metta al loro posto per sempre i ceti economici finanziari speculativi che producono solo accumulazione per se stessi e inequità sociale, con una lucidità quasi premonitoria rispetto a quello che sarebbe poi successo.   "Si è così assicurata l’esistenza del ceto assolutamente parassitario dei proprietari terrieri assenteisti e dei redditieri che contribuiscono alla produzione sociale solo nel tagliare le cedole dei loro titoli; dei ceti monopolistici e delle società a catena che sfruttano i consumatori, e fanno volatilizzare i denari dei piccoli risparmiatori; dei plutocrati che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici per dirigere tutta la macchina dello stato a proprio esclusivo vantaggio, sotto l’apparenza del perseguimento dei superiori interessi nazionali. Sono conservate le colossali fortune di pochi e la miseria delle grandi masse, escluse da ogni possibilità di godere i frutti della moderna cultura."


Non credo che ci siano diverse interpretazioni di queste parole chiarissime del Manifesto di Ventotene. Si può essere d'accordo o non esserlo. Ma non si può cancellarle completamente attribuendo a Spinelli & co. intenzioni e proposte che rappresentano il totale capovolgimento della loro narrazione, solo per compiacere i signori della finanza speculativa e i loro complici politici riuniti ipocritamente a celebrare se stessi e non certo Spinelli.  
Se davvero si vuole “ricominciare da Spinelli, allora bisogna innanzitutto mettere radicalmente e immediatamente mano 

Se davvero vogliamo che l'Europa ricominci da Ventotene, allora le cose da farsi sono chiare e la strada da percorrere limpida e stellata: senza la pretesa di avere la soluzione definitiva ma al solo scopo di rimettere in carreggiata la discussione sul Manifesto di Ventotene,  mi permetto di elencare 5 piccoli provvedimenti iniziali ispirati ai principi del Manifesto di Ventotene e realizzabili immediatamente e a costo zero per invertire la china mortale su cui questa leadership priva di visione ha messo la nostra povera  Europa:

PROPOSTA NUMERO 1) 
Conferimento alla BCE dei poteri di 'prestratrice di ultima istanza' perché sia lei a comprare i titoli dei paesi euro in difficoltà impedendo alle banche d'affari di fare una cresta monumentale sulla pelle e sul sangue dei greci e di tutti gli altri popoli:

PROPOSTA NUMERO 2) 
Abolizione immediata dei parametri di Maastricht e del Fiscal Compact (rapporto debito PIL etc) e loro sostituzione con indicatori socio economici ricavati dagli obiettivi del Manifesto di Ventotene (prosperità e benessere dei cittadini, qualità della vita e dell'ambiente, senso di Comunità grado di alfabetizzazione etc); Attenzione, abbiamo detto ABOLIZIONE, non semplice rinvio o riduzione! Siamo fuori dalla logica degli sconti, del mercato delle vacche e delle trattative da mercanti arabi. Quando una cosa è ingiusta e inefficace come il Fiscal Compact, non va riformato, ridotto o rinviato. Va ABOLITO!!!

PROPOSTA NUMERO 3) 
Abolizione immediata del collegamento fra banche d'affari e banche di risparmio (modello Glass Steagall act americano) per preservare i risparmi dei cittadini dai rischi della speculazione rapinatoria e incoraggiare gli investimenti sul territorio e nelle attività di comunità;

PROPOSTA NUMERO 4) 
Cancellazione del principio del cofinanziamento per l'erogazione di fondi europei sia a livello centrale che periferico per le imprese piccole e medie e le start up innovative;

PROPOSTA NUMERO 5) 
Reale "empowerment" del Parlamento europeo con conferimento di poteri legislativi pieni e del potere di iniziativa legislativa in quanto unico organo elettivo delle istituzioni europee. Passaggio definitivo dal metodo intergovernativo al metodo comunitario.


Pier Virgilio Dastoli, assistente di Altiero Spinelli e Presidente
del Movimento Federalista Europeo, principale sostenitore
del "metodo comunitario" contro quello "intergovernativo".
Sono solo proposte di buon senso, ma purtroppo non le vedrete entrare nell'agenda di questa Europa, così come sono state ignorate nella dichiarazione di Roma in cui l'establishment ha celebrato se stesso nel 60mo anniversario dei trattati di Roma, in una città blindata per paura del terrorismo (ma anche e soprattutto delle contestazioni) lo scorso marzo, né nelle argomentazioni dei loro contestatori pseudo "sovranisti" che insistono testardamente sulla sovranità monetaria ma dimenticano sovranità molto più importanti come quella energetica, quella alimentare e quella economica. 

Il Manifesto di Ventotene propone una Europa dei popoli e non delle banche. Smettiamola con le manifestazioni propagandistiche anti europa e la fuffa delle dichiarazioni "europeiste di principio buone per tutte le stagioni e per tutte la audience e ricominciamo davvero da Ventotene, o questa Europa verrà spazzata via dalla tempesta del populismo di destra. 

E' già successo nel 1939, e non è stata una esperienza edificante, mi sembra di ricordare...
Berlino-1945. Fine del sogno della sovranità della grande Germania!
(1)
http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/07/09/uemdprenzi-cambia-idea-fiscal-compact_41a372e9-1e92-405b-b6e9-08c4c8868072.html


(2)
http://www.lastampa.it/2017/07/10/italia/politica/la-sfida-di-renzi-tornare-ai-parametri-di-maastricht-HaN5Oielfx4zNDiHowK5bO/pagina.html




1 commento:

  1. Ancora un libro dei sogni! Ancora una volta una visione irrealistica al limite del risibile mentre è urgente la concretezza di un atto liberatorio da questa vera trappola europea che è diventata la UE. L'illusione che ancora con questo post ci viene posta tra noi e la realtà e che i paesi europei che hanno preso il sopravvento nella ue :germania,olanda,belgiolussemburgo, persino la Polonia non sono neanche lontanamente disponibili non a rivedre i trattati ma neanche parlarne, neanche spendere un minuto di una riunione della commissione. E allora cosa significa portare avanti il discorso di spinelli quando saremo noi popoli del sud europa ridotti a colonie finanziarie? Ovvero potremo essere in guerra tra europei divisi dallo strapotere e dalla forza germanica. Non sarà con un serio ragionamento che ne usciremo quindi questo post serve solo a farci tenere ancora la testa nella sabbia sordi ciechi al nostro reale futuro. Questa è la durisima realtà. Che poi Renzia sia un misero fantoccio dei poteri che ora vorrebbe far credere di contrastare è di tutta evidenza, si poteva anche evitare di parlarne perdedicarsi a ipotesi più costruttive.

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