scheda segnaletica del pericoloso detenuto Altiero Spinelli 1941 |
Lo Spinelli TV interpretato da un intenso Vinicio Marchioni |
Che ha asservito la visione di una Europa Sociale alle esigenze di un pugno di speculatori finanziari, che ha subordinato gli interessi dei popoli agli interessi di stabilità finanziaria degli stati e delle banche in un reciproco gioco di prestiti e indebitamento in cui le banche prestano soldi agli Stati per salvarli dal fallimento e poi gli stati prestano soldi alle banche per salvarle dal fallimento. Che ha trasformato il Social Compact di Jacques Delors, nel Fiscal Compact della Troika.
Con questo messaggio, ho girato le piazze d'Italia a sostegno dei candidati a 5 Stelle al Parlamento Europeo.
Come siano andate le cose poi lo sanno tutti e mi considererei noioso a ribadire ancora una volta concetti che ormai ho espresso fino alla nausea.
Ma ritengo utile, adesso che il il "mito" di Spinelli è entrato nel mainstream televisivo attraverso la porta principale della prima serata di Rai 1, rilanciare quel messaggio come modestissimo contributo a far emergere nelle coscienze di chi ha guardato e apprezzato "UN MONDO NUOVO", la consapevolezza che - come ho avuto modo di vedere negli ultimi 15 giorni accompagnando Jeremy Rifkin in incontri con i leader europei più importanti- la partita è ancora tutta da giocare.
E che bisogna identificare bene i nemici, le strategia per batterli e gli alleati con i quali combattere questa battaglia. E voi da che parte state?
L'EREDITA' DI SPINELLI E IL MOVIMENTO 5 STELLE
GIOVEDÌ 15 MAGGIO 2014
1985 Bruxelles durante lo stage, con la mia compagna norvegese. |
Ma se il clima era freddo, la città era calda, bollente, accogliente. Tutti parlavano di questo nuovo Presidente Francese della Commissione che aveva appena preso servizio all’inizio dell’anno Jacques Delors. Le aspettative erano altissime.
LO STAGE "PROMOZIONE" INVERNALE 1985
Jacques Delors, Presidente della Commissione delle Comunità Europee dal 1985 al 1995 |
febbraio dopo una interminabile serie di raccomandazioni da parte di Wolfgang Kraus, il funzionario tedesco che faceva da “domatore” per questo gruppo scalmanato di giovani ventenni accomunati solo da una cosa; la voglia di far festa!
Bruxelles per gli irlandesi e gli inglesi era un pub lungo 50 km e senza obbligo di chiudere alle 11. Per i tedeschi e gli olandesi era cultura, musei e teatro da tutto il mondo.
Per i francesi era una “petite Paris” dove però si parlava un buffo francese con l’accento fiammingo.
Per noi italiani era soprattutto le tre F.
Le altre due erano “Festa” e “Football” (i campi in erba del Belgio diffusi, ben mantenuti e liberi, in Italia ce li sognavamo!).
L'INCONTRO CON SPINELLI
Pier-Virgilio Dastoli, durante il documentario di Rai Storia su Altiero Spinelli e sul Manifesto di Ventotene |
Pier Virgilio Dastoli |
Dastoli con Altiero e Ursula... |
L’incontro con l’autore del “Manifesto di Ventotene” fu un privilegio che ricordo ancora con emozione. Quel giorno si piantò il seme che in seguito sarebbe stato decisivo nel determinarmi a rimanere a Bruxelles.
Spinelli non era imponente anzi era di dimensioni piuttosto minute, ma aveva una solennità di comportamento e uno stile unico che imponevano un immediato senso di rispetto.
Il Manifesto di Ventotene |
GIU' LE MANI DA SPINELLI!
E meno male! Perchè le istituzioni europee, il "sogno Europeo" di Spinelli se lo sono totalmente infilato nei calzini. E per questo sono incazzato!
Perché vedo l’Europa di Spinelli (e degli altri co-autori del Manifesto, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni) tradita da una associazione a delinquere di rigidi eurocrati arroganti e ipocriti, speculatori finanziari, banchieri senza scrupoli e senza senso, pseudo parlamentari euroscettici!.
Perché vedo l’Europa di Spinelli (e degli altri co-autori del Manifesto, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni) tradita da una associazione a delinquere di rigidi eurocrati arroganti e ipocriti, speculatori finanziari, banchieri senza scrupoli e senza senso, pseudo parlamentari euroscettici!.
Invece credo che il M5S dovrebbe far propria la battaglia di Spinelli, (tradita dagli eurocrati), per una “rivoluzione Europea” (Manifesto di Ventotene -Capitolo III – Compiti del dopoguerra - La riforma della Società).
Il carcere di Santo Stefano a Ventotene |
SPINELLI E IL REDDITO DI CITTADINANZA
Per esempio a pag. 9 del Manifesto si legge
“ La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, per ciò, manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori”.
Questo non è forse come dire che basta con l'assistenzialismo e la cassa integrazione e che bisogna andare verso il reddito di cittadinanza così come il M5S ripete in tutte le piazze d’Italia?
SPINELLI E I BENI COMUNI.
Quando il Manifesto recita:
Quando il Manifesto recita:
“Non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un'attività necessariamente monopolistica, sono in condizioni di sfruttare la massa dei consumatori; ad esempio le industrie elettriche, le imprese che si vogliono mantenere in vita per ragioni di interesse collettivo ma che, per reggersi, hanno bisogno di dazi protettivi, sussidi, ordinazioni di favore ecc. (l'esempio più notevole di questo tipo d'industria sono finora in Italia le siderurgiche); e le imprese che per la grandezza dei capitali investiti e il numero degli operai occupati, o per l'importanza del settore che dominano, possono ricattare gli organi dello stato, imponendo la politica per loro più vantaggiosa (es.: industrie minerarie, grandi istituti bancari, grandi armamenti). È questo il campo in cui si dovrà procedere senz'altro a nazionalizzazioni su scala vastissima, senza alcun riguardo per i diritti acquisiti.”
Forse che non c’è qui dentro tutta la nostra battaglia per la salvaguardia dei beni comuni e delle risorse naturali?
C’è perfino l’intuizione per quanto possibile in quell'epoca, dell’intreccio perverso fra banche e energia da tenere sotto stretto controllo dei cittadini!
Spinelli fu il primo Commissario Europeo all'Ambiente negli anni 70. Le politiche di sostenibilità dell'UE cominciarono con lui.
C’è perfino l’intuizione per quanto possibile in quell'epoca, dell’intreccio perverso fra banche e energia da tenere sotto stretto controllo dei cittadini!
Spinelli fu il primo Commissario Europeo all'Ambiente negli anni 70. Le politiche di sostenibilità dell'UE cominciarono con lui.
SPINELLI E IL MODELLO DISTRIBUITO E COOPERATIVO DI GESTIONE DELL'ECONOMIA
E quando il Manifesto recita:
“Le caratteristiche che hanno avuto in passato il diritto di proprietà e il diritto di successione, hanno permesso di accumulare nelle mani di pochi privilegiati ricchezze che converrà distribuire durante una crisi rivoluzionaria in senso egualitario, per eliminare i ceti parassitari e per dare ai lavoratori gli strumenti di produzione di cui abbisognano, onde migliorare le condizioni economiche e far loro raggiungere una maggiore indipendenza di vita. Pensiamo cioè ad una riforma agraria che, passando la terra a chi la coltiva, aumenti enormemente il numero dei proprietari, e ad una riforma industriale che estenda la proprietà dei lavoratori nei settori non statizzati, con le gestioni cooperative, l'azionariato operaio ecc.”
Monumento a Spinelli - Bucarest |
Non è forse un grido contro la speculazione finanziaria (in embrione nell’Europa della guerra)? E un fantastico inno al modello distribuito e condiviso d’impresa agricola e industriale?
SPINELLI OLTRE LA DESTRA E LA SINISTRA
SPINELLI OLTRE LA DESTRA E LA SINISTRA
E l’idea di superare le anacronistiche categorie politiche ottocentesche di "destra" e "sinistra" per ridefinire il discrimine della politica lungo le linee di una maggiore o minore attenzione alle esigenze del cittadino in opposizione a quelle di una casta politica autoreferenziale e autogiustificante, non trova un sorprendente fondamento nella intuizione che “la linea di divisione fra partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa quelli che concepiscono come fine essenziale della lotta quello antico, cioè la conquista del potere politico nazionale (...) e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopreranno in primissima linea come strumento per realizzare l'unità internazionale dei cittadini"...
E le parole “ … quando, superando l'orizzonte del vecchio continente, si abbraccino in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l'umanità, bisogna pur riconoscere che la Federazione Europea è l'unica concepibile garanzia che i rapporti con i popoli asiatici e americani si possano svolgere su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l'unità politica dell'intero globo” non rivelano l’intuizione di una Europa unita come primo passo verso un mondo unito senza più guerre, che fonda la politica estera del M5S?
E le parole “ … quando, superando l'orizzonte del vecchio continente, si abbraccino in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l'umanità, bisogna pur riconoscere che la Federazione Europea è l'unica concepibile garanzia che i rapporti con i popoli asiatici e americani si possano svolgere su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l'unità politica dell'intero globo” non rivelano l’intuizione di una Europa unita come primo passo verso un mondo unito senza più guerre, che fonda la politica estera del M5S?
SPINELLI E IL SOCIAL COMPACT
A ciò si aggiunga l’anatema contro uno Stato che ”da tutelatore della libertà dei cittadini, si è trasformato in padrone di sudditi tenuti a servizio, con tutte le facoltà per renderne massima l'efficienza bellica.” Basta sostituire alla parola “bellica” la parola “finanziaria” ed è perfetto per i giorni nostri!
E l’analisi che il “totalitarismo nega innanzitutto l’eguale diritto di tutti i cittadini a concorrere alla formazione della volontà dello Stato”, e che” la riconquista della libertà di stampa di associazione e di suffragio” debbano portare progressivamente ” alle imposte sociali sui redditi non guadagnati e sulle successioni, alle aliquote progressive sulle maggiori fortune, alla esenzione dei redditi minimi e dei beni di prima necessità, alla gratuità della scuola pubblica, all'aumento delle spese di assistenza e di previdenza sociale, alle riforme agrarie, al controllo delle fabbriche“ attaccando “ i ceti privilegiati nelle loro più fortificate cittadelle”…. non anticipa i cardini del programma socio - economico del Movimento 5 Stelle?
SPINELLI E LA SPECULAZIONE FINANZIARIA
E nell’affermazione che il
“ceto parassitario dei proprietari terrieri assenteisti e dei redditieri che contribuiscono alla produzione sociale solo nel tagliare le cedole dei loro titoli; dei ceti monopolistici e delle società a catena che sfruttano i consumatori, e fanno volatilizzare i denari dei piccoli risparmiatori; dei plutocrati che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici per dirigere tutta la macchina dello stato a proprio esclusivo vantaggio, sotto l'apparenza del perseguimento dei superiori interessi nazionali, la conservazione delle colossali fortune di pochi e la miseria delle grandi masse, escluse da ogni possibilità di godere i frutti della moderna cultura, sono la quintessenza della dittatura” (...) “per cercare di realizzare quell'uguaglianza di fatto che avrebbe dato a tali diritti un contenuto concreto di effettiva libertà” (Pag. 2 del Manifesto),
non si legge la condanna definitiva della speculazione finanziaria che verrà, e della prevalenza dell’economia virtuale su quella reale, di carne, sangue sudore, terra e diritti che il Movimento difende in ogni sua azione?
Poi per quanto riguarda i diritti umani minacciati dalla globalizzazione ci sono parole che appaiono quasi profetiche:
“Contro il dogmatismo autoritario, si è affermato il valore permanente dello spirito critico.
Quantunque nessuno sappia che cosa sia una razza, e le più elementari nozioni storiche ne facciano risultare l'assurdità, l'imperialismo (leggi "il potere") esige di credere, dimostrare e convincere che si appartiene ad una razza eletta, solo perché ha bisogno di questo mito per esaltare nelle masse l'odio e l'orgoglio. I più evidenti concetti della scienza economica debbono essere considerati anatemi per presentare la politica autarchica, gli scambi bilanciati e gli altri ferri vecchi del mercantilismo, come straordinarie scoperte dei nostri tempi. A causa della interdipendenza economica di tutte le parti del mondo, spazio vitale per ogni popolo che voglia conservare il livello di vita corrispondente alla civiltà moderna è tutto il globo; ma si è creata la pseudo scienza della geopolitica, che vuol dimostrare la consistenza della teoria degli spazi vitali, per dar veste teorica alla volontà di sopraffazione dell'imperialismo.
La storia viene falsificata nei suoi dati essenziali, nell'interesse della classe governante.”
Come non vedere in questa frase l'intuizione che non fra razze va diviso il mondo ma fra sfruttati (di tutte le razze) e sfruttatori (di tutte le razze anch’essi), mentre l’odio etnico (e tante altre forme d’odio come quello religioso, quello di genere, etc.) altro non sono che diversivi creati artificialmente dal potere per depistare il cittadino dal prendere coscienza della situazione di sfruttamento e subalternità imposta dai signori della finanza mondiale, e silenziare la sua protesta?
E come non rimanere meravigliati dalla concretezza dell’intuizione che non più fra lavoratori e imprenditori va cercata la definizione del conflitto economico, ma fra imprenditori e lavoratori dell'economia reale da una parte e ceti speculativi, parassitari e burocratici dall'altra!
“alle parti più illuminate delle classi lavoratrici che non si sono lasciate distogliere dal terrore e dalle lusinghe nella loro aspirazione ad una superiore forma di vita; agli elementi più consapevoli dei ceti intellettuali, offesi dalla degradazione cui è sottoposta la intelligenza; agli imprenditori che, sentendosi capaci di nuove iniziative, vorrebbero liberarsi dalle bardature burocratiche e dalle autarchie nazionali, che impacciano ogni loro movimento; a tutti coloro infine che, per un senso innato di dignità, non sanno piegar la spina dorsale nell'umiliazione della servitù, a tutte queste forze è oggi affidata la salvezza della nostra civiltà”.
Per realizzare questo compito Spinelli, ipotizzava la creazione di un “partito rivoluzionario” guarda caso formato da cittadini, e costruito intorno alle loro esigenze.
“ Ma se il partito rivoluzionario andrà creando con polso fermo, fin dai primissimi passi, le condizioni per una vita libera, in cui tutti i cittadini possano partecipare veramente alla vita dello stato, la sua evoluzione sarà, (...) nel senso di una progressiva comprensione ed accettazione da parte di tutti del nuovo ordine, e perciò nel senso di una crescente possibilità di funzionamento, di istituzioni politiche libere.
Spinelli al Parlamento Europeo-1985 |
Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge, così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti fra i vecchi e suscitare nuove energie fra i giovani (SCARTARE GLI INETTI FRA I VECCHI E SUSCITARE NUOVE ENERGIE FRA I GIOVANI!!!). Oggi si cercano e si incontrano, cominciando a tessere la trama del futuro, coloro che hanno scorto i motivi dell'attuale crisi della civiltà europea, e che perciò raccolgono l'eredità di tutti i movimenti di elevazione dell'umanità, naufragati per incomprensione del fine da raggiungere o dei mezzi come raggiungerlo. La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa, e lo sarà!”Per Spinelli, quel “Partito Rivoluzionario”, è il Partito Federalista Europeo. E deve mirare agli “Stati Uniti d’Europa”. Ma questa è solo una formula, e non bisogna aver paura delle formule. L’idea di fondo è che un nuovo partito di cittadini liberi deve creare un grande spazio Europeo di Pace e Libertà per un giorno arrivare a un mondo intero di Pace e Libertà.
Non vi ricorda qualcosa? E allora io dico: riprendiamoci l’Europa! Portiamo i cittadini in Europa per riportare gli interessi dei cittadini al centro dell'azione Europea. L’Europa della solidarietà, della crescita umana e sociale, dell’ambiente e della libertà di espressione!
Fin qui il post del 15 maggio. A questo punto si impongono CONSIDERAZIONI FINALI di aggiornamento al 23 novembre 2014. Eccole:
L'Europa divinata da Spinelli, Rossi e Colorni era una Europa di cittadini liberi dal bisogno, dalla guerra e dalla povertà. Era una Europa in cui l'Economia reale era prevalente su quella virtuale degli "staccatori di cedole trimestrali".
Era una Europa in cui la finanza speculativa non trova nessuno spazio. Dal Manifesto emerge chiaramente la necessità di dare ai cittadini la sovranità energetica, alimentare, culturale ed economica.
Una Europa in cui si va alla sostanza privilegiando la qualità della vita, il benessere e la felicità degli europei, e non gli interessi nazionalistici dei singoli stati, o peggio ancora, di alcuni potentati finanziari.
In questa logica, la moneta unica, è solo un punto di arrivo, lo strumento finale di una unificazione politica e economica, processo del quale si fece massimo interprete Jacques Delors.
Quel progetto si è arenato nel 2004 con il fallimento del referendum francese sulla Costituzione Europea. A quel punto andava arrestato anche il processo di unificazione monetaria, ma esso invece andò avanti per ragioni riconducibili agli interessi dei gruppi finanziari che da allora hanno condizionato pesantemente le decisioni dell'UE.
Secondo alcuni per uscirne bisogna tornare indietro agli Stati nazionali e alle monete nazionali. A me sembra che questa soluzione si limiti a rimuovere gli effetti del problema ma non ne tocca le cause.
Il mondo si sta evolvendo verso una globalizzazione che sta "uccidendo" il lavoro, creando quella che gli esperti chiamano "disoccupazione tecnologica" che è la prima causa di quella "Jobless recovery" (ripresa senza occupazione) che fu prevista da Rifkin nel 1995 nel suo "LA FINE DEL LAVORO" e provocò vesti stracciate fra tutti gli ultra-liberisti al di qua e al di la dell'Atlantico. E che oggi si è verificata in pieno, mettendo in ginocchio il capitalismo tradizionale, incapace di andare oltre i limiti da lui stesso creati.
Non è l'Euro il problema dunque, ma l'ultraliberismo selvaggio ispirato alla logica del profitto estremo che controlla i mercati energetici, alimentari e industriali attraverso pratiche oligipolistiche, per battere le quali sono necessarie strategie europee a bassa intensità di capitali, alta intensità occupazionale e costi marginali bassissimi.
Si tratta di ridare ai cittadini la sovranità energetica, alimentare, economica e politica.
La sovranità monetaria è solo una rappresentazione convenzionale di quelle più profonde realtà.
Insistendo su di essa ci si avvita in un falso dibattito che alla fine ci porterà a dipendere sempre più dal petrolio, dal cibo di filiera lunga e da produzioni industriali insostenibili, indebitandoci in monete locali sempre più svalutate.
Mentre invece dobbiamo da subito, insieme a tutti i popoli d'Europa, diventare indipendenti dai fossili, dal cibo industriale di filiera lunga e dalla schiavitù dell'iper-consumismo andando verso cicli di rifiuti virtuosi, cibo locale di filiera corta e di qualità, e una nuova economia della condivisione, sostenibile e dal basso. Questo renderebbe irrilevante la questione monetaria. Questo è lo spirito moderno del Manifesto di Ventotene e sfido chiunque a dimostrare il contrario.
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