martedì 13 aprile 2010

Cyrano de Bergerac 2010!


Vent'anni fa un immenso Gerard Depardieu, portava sullo schermo il "suo" Cyrano de Bergerac in un indimenticabile film di Jean-Paul Rappenau. La storia del poeta-spadaccino di Guascogna scritta da Edmond Rostand nel 1897, rimane una luce di umana fierezza che squarcia le tenebre del servilismo, dell'opportunismo, della prepotenza, della meschinità, dell'ipocrisia, del conformismo e dell'arrivismo sociale. Il suo famoso monologo, scritto per la Francia del 1900, interpretato magistralmente da Depardieu nel film del 1990, e di una attualità stupefacente nell'Italia del 2010, ci ricorda che è importante "...salir anche non alto, ma salir senz'aiuto..." .

"...Orsu' che dovrei fare?
Cercarmi un protettore,
eleggermi un signore,
dell'ellera a guisa
che dell'olmo tutore
accarezza il gran tronco
e ne lecca la scorza,
arrampicarmi invece
di salir per forza?
No,grazie!

Dedicar com'usa ogni ghiottone,
dei versi ai finanzieri?
Far l'arte del buffone
pur di veder alfine
le labbra di un potente
atteggiarsi a un sorriso
benigno e promettente?
No,grazie!

Saziarsi di rospi?
Digerire lo stomaco per forza
dell'andare e venire?
Consumar le ginocchia?
misurar le altrui scale?
far continui prodigi
di agilita' dorsale?
No,grazie!

Accarezzare con mano
abile e scaltra
la capra e intanto il cavolo
innaffiare con l'altra?
E aver sempre il turibolo
sotto de l'altrui mento
per la divina gioia
del mutuo incensamento?
No,grazie!

Progredire di girone in girone,
diventare un grand'uomo
tra cinquanta persone,
e navigar con remi
di madrigali, e avere
per buon vento i sospiri
di vecchie fattucchiere?
No,grazie!

Pubblicare presso un buon editore,
pagando, i propri versi?
No,grazie dell'onore!

Brigar per farsi eleggere
papa nei concistori
che per entro le bettole
tengono i ciurmatori?

Sudar per farsi un nome
su di un piccol sonetto,
anzi che scriverne altri?
Scoprire ingegno eletto
agl'incapaci, ai grulli;
alle talpe dare ali,
lasciarsi sbigottire
dal rumor dei giornali?
E sempre sospirare,
pregare a mani tese:
Purche' il mio nome appaia
nel "Mercurio Francese?"
No,grazie!

Calcolare, tremar tutta la vita
far piu' tosto una visita
che una strofa tornita,
scrivere suppliche,
qua e la farsi presentare? ...
Grazie no, grazie no, grazie no!

Ma...cantare,
sognar sereno e gaio,
libero, indipendente,
aver l'occhio sicuro
e la voce possente,
mettersi quando piaccia
il feltro di traverso,
per un si,per un no,
battersi o fare un verso!
Lavorar, senza cura
di gloria o di fortuna,
a qual sia piu' gradito
viaggio, nella luna!

Nulla che sia farina
d'altri scrivere, e poi
modestamente dirsi:
ragazzo mio, tu puoi
tenerti pago al frutto,
pago al fiore, alla foglia
purche' nel tuo giardino,
nel tuo, tu li raccoglia!
Poi se venga il trionfo,
per fortuna o per arte,
non dover darne a Cesare
la piu' piccola parte,
aver tutta la palma
della meta compita,
e, disdegnado d'essere
l'ellera parassita,
pur non la quercia essendo,
o il gran tiglio fronzuto
salir anche non alto,
ma salir senza aiuto!..."

Quanti di noi in questo belpaese minzolinizzato, possono dire di essere "pago al fiore al frutto o alla foglia" raccolti nel loro giardino? E quanti invece "consuman le ginocchia misurando l'altrui scale", e facendo "continui prodigi di agilità dorsale?".
Quanti di noi in quest 'Italia sotto padrone, continuano a "far l'arte del buffone
pur di veder alfine le labbra di un potente atteggiarsi a un sorriso benigno e promettente"?

sabato 10 aprile 2010

FRANCESCO E LA LANTERNA MAGICA.
C'era una volta un cavaliere senza macchia e senza paura. Soprattutto senza paura. Perchè viveva nel paese felice, su cui regnava incontrastato da tempo immemorabile il terribile grande mago della lanterna magica, e Francesco era ormai l'unico che si opponeva allo strapotere mediatico del grande mago, e di coraggio bisogna averne, per fare una cosa simile. Il paese era bello e pieno di ricchezze ma le possedeva tutte lui il mago, lui e pochi suoi amici. E però nessuno diceva niente e tutti erano contenti, perchè la lanterna magica diceva così. All'inizio, quando il grande mago era apparso dal nulla, qualcuno aveva provato a opporsi, a contrastarlo, a aprire gli occhi a suoi compaesani, ma alla fine era rimasto solo Francesco perchè il mago aveva aperto la lanterna magica davanti ai loro occhi e tutti gli altri, tutti salvo Francesco avevano smesso di protestare immediatamente e avevano subito domandato "grande mago, in che cosa possiamo esserti utili? Vuoi che ti portiamo l'acqua con le orecchie? Vuoi che ti dichiariamo eleggibile anche se sei concessionario di frequenze televisive? Vuoi che facciamo le riforme insieme a te e dimentichiamo di fare una legge contro il tuo conflitto di interessi? Vuoi che ti permettiamo di capitalizzarti in borsa uscendo dai debiti e diventando l'uomo più ricco del reame? Vuoi che ti permettiamo di occupare tutte le lanterne magiche del reame e di comparire in ciascuna di esse come il nostro benefattore? Tutto fatto!" Nel paese felice delle lanterne magiche vivevano tutti felici e contenti perchè le lanterne del grande mago dicevano che loro erano tutti felici e contenti e loro irradiati da una felicità ipnotica, si sentivano contenti anche se non avevano niente, perchè le lanterne magiche avevano detto che un giorno sarebbero stati tutti come il grande mago e i suoi amici, ricchi, felici, e circondati da belle donne, e loro, anche se erano poveri, miserabili e soli, si sentivano ricchi, felici e circondati da belle donne, e anzi, quanto più erano poveri più si sentivano ricchi, quanto più erano miserabili più si sentivano felici, quanto più erano soli, più speravano un giorno di potersi accompagnare alle belle donne patinate che il grande mago riversava virtualmente in quantità industriali nel loro salotto con le sue lanterne magiche. Quanto alle donne del paese felice, erano contente anche loro perchè o erano o aspiravano a essere donne da lanterna magica, a disposizione del grande mago. Oppure non erano a sua disposizione e allora il grande mago le dileggiava, tutti ridevano e tutto rimaneva come prima. Ma erano proprio tutti felici? Beh, proprio tutti no. Francesco, il cavaliere solitario per esempio non riusciva a mandare giù il fatto che non poteva avere la sua lanterna magica. Non che non ne avesse diritto, perchè la legge diceva che tutti potevano avere la loro lanterna magica, ma a lui, gli amici del grande mago, la lanterna magica proprio non volevano darla. l suo diritto se ne fregavano e continuavano a ignorare la sua richiesta di avere una lanterna magica. Sarà che avevano paura che con una lanterna magica non controllata dal grande mago, magari qualcuno degli abitanti del paese felice avrebbe potuto cominciare a svegliarsi dal suo torpore, sarà che temevano che i molti abitanti che non guardavano più la lanterna magica (e che erano diventati tutti viola per rabbia di non avere nessuno che li difendesse) avrebbero potuto cominciare a riconoscersi e a trovare un punto di riferimento comune per potersi ritrovare, ma insomma, la lanterna magica a Francesco proprio non volevano darla. I governi del paese felice si avvicendavano, cambiavano le persone, i gran ciambellani della lanterna magica, ma a Francesco continuavano a rispondere di no. Francesco che era un cavaliere solitario sì, ma anche testardo e persistente, e che amava seguire le regole, aveva fatto ricorso al gran consiglio del paese felice, e il gran consiglio del paese felice aveva detto che aveva ragione e che il governo gli doveva dare la lanterna magica anche a lui, ma... no, il governo del paese felice, la lanterna magica a lui continuava a non darla. Francesco si era rivolto anche al grande parlamento continentale, ma anche là, i gran mogul continentali avevano paura del grande mago del paese felice e delle sue lanterne magiche e perciò si erano girati dall'altra parte e avevano fatto finta di niente. Ma Francesco, il cavaliere solitario, continuava la sua solitaria battaglia per avere la sua lanterna magica. Diceva: "Non è giusto che gli abitanti che non la pensano come il grande mago non abbiano la loro lanterna magica, una lanterna magica che possa dire le cose come stanno e non come il grande mago vorrebbe farci credere che stìano". Ma nonostante tutto, anzi forse proprio per questo, la lanterna magica a lui proprio non volevano darla. Il popolo degli abitanti viola cominciò a uscire dalle casette di legno del paese felice, a riempire le piazze gridando contro il grande mago delle lanterne magiche, ma quegli altri, quelli che erano ipnotizzati dalle lanterne magiche del grande mago, erano sempre di più. E il grande mago dal governo del paese felice non lo spostava nessuno, anche se il paese andava sempre peggio e tutti gli altri paesi ormai lo consideravano un caso disperato e si domandavano come facessero gli abitanti del paese felice a sopportare un leader basso, ignorante, egoista e pelato come il grande mago. Ma, grazie alla lanterna magica, gli abitanti del paese felice, il grande mago lo vedevano alto, sapiente, generoso e pieno di capelli. E perciò lo amavano. E la lanterna magica del grande mago diceva che il prestigio internazionale del paese felice era aumentato vertiginosamente da quando c'era il grande mago, e allora gli abitanti erano tutti contenti perchè ignoravano di essere diventati lo zimbello internazionale e anzi erano contenti perchè il prestigio internazionale del paese felice era aumentato: l'aveva detto la lanterna magica! Ma Francesco non si dava per vinto e continuava la sua battaglia solitaria, finchè un bel giorno... Gli abitanti del paese felice si svegliarono e nel centro della piazza trovarono una bella lanterna magica nuova di zecca. La accesero e dalla lanterna magica si irradiò immediatamente una prima tenue e via via sempre più intensa luce viola e salirono alte e gioiose le note di Boogie Wonderland degli Earth Wind and Fire (http://www.youtube.com/watch?v=_jLGa4X5H2c&feature=related) su cui tutti gli abitanti cominciarono a danzare allegramente. Francesco era riuscito, dopo dieci anni di battaglie e di resistenza ad avere la sua lanterna magica. Adesso il paese felice aveva una lanterna magica che non dirà solo tutto quello che il grande mago vuole, una lanterna magica che farà vedere davvero agli abitanti quello che sta succedendo nel paese felice, quante persone non hanno niente, i ricchi che diventano sempre più ricchi e i poveri che diventano sempre più poveri, l'energia del paese che sta uccidendo la natura del paese, e poi gli scrittori, gli artisti, gli archeologi, gli scienziati, i giocolieri, i comici e saltinbanchi, i musicisti, i gruppi rock del paese felice tutti troveranno spazio espressivo nella lanterna magica di Francesco, e le lanterne magiche del grande mago si spegneranno ad una ad una, e dopo che si sarà estinto l'ultima casalinga novantacinquenne anche la lanterna RETE4 si spegnerà e finalmente si riaccenderà il cervello del paese felice.
Favola dedicata a Francesco Di Stefano che oggi ha vinto una grande battaglia, una battaglia per la libertà di tutti noi di avere una informazione libera e una televisione che valorizza la nostra cultura e la nostra arte. E voglio esprimere anche l'augurio che la causa di Europa 7 davanti alla Corte Europea dei diritti dell'uomo (http://www.soros.org/initiatives/justice/litigation/europa7), sostenuta anche dalla fondazione di Soros (http://www.soros.org/initiatives/justice/focus/foi/news/berlusconi-television-20100311) si concluda con una netta condanna del grande mago e dei suoi amici del paese (in) felice. Francesco, Cavaliere solitario, da oggi non sei più così solo!

domenica 4 aprile 2010


Il sito di Repubblica ha aperto un blog sulla crisi della Juve. Non ce l'ho fatta più e sono dovuto intervenire. Perchè noi italiani siamo così. Abbiamo la memoria corta. Ma ce lo ricordiamo quel criminale di Moggi e le sue telefonate? altro che Moratti, che adesso stanno cercando di sporcare ma è e rimane un gran signore. Insomma questo è quello che ho scritto in quel blog:
LA JUVE HA QUELLO CHE SI MERITA. BASTA COMPIANGERLA!

Fermo restando che, da buon romanista mi auguro che la Roma vinca lo scudetto, e l'Inter la Champions, devo innanzitutto dire che le parole di Moratti trascritte dalle intercettazioni telefoniche, rivelano solo un gran signore, e dunque paragonarlo a quel mafioso schifoso di Moggi che determinava il successo o la morte degli arbitri a seconda di quanto compiacessero agli interessi della juve, mi pare azzardatissimo, per non dire improponibile. Ma perchè abbiamo la memoria così corta? Repubblica dovrebbe "riesumare" tutte le intercettazioni di Moggi e riproporle per amor di verità. E ricordare che il coccodrillo Moggi piangeva perchè gli avevano "rubato l'anima" (mai vista tanta ipocrisia, un vero maestro del "chiagni e fotti"!) .
Ma lui si è mai chiesto quante anime pulite ha sporcato? Quanti sogni e di poveri illusi che erano convinti di aver a che fare con un gioco pulito dove il risultato lo determina il campo e non il telefono ha infranto?. Totti disse che contro la juve si giocava in quattordici, e venne deferito per questo, ma aveva ragione! Io c'ero a quel Roma Juventus del 5 marzo 2005, tre giorni dopo la morte di Calipari, quando Racalbuto, con la complicità di quel Pisacreta che prendeva ordini sul numero segreto datogli da Moggi si inventò un rigore inesistente (che grida ancora oggi vendetta al cielo) per un non-fallo fuori area di Dellas su Zalayeta che Racalbuto non volle ascoltare, perchè lui stesso diceva che il rigore non c'era e che Dellas non lo aveva toccato (ricordo ancora la scena miseranda di racalbuto che cercava di sfuggire al giocatore juventino che ingenuamente cercava di essere sportivo, perchè nella legge di Moggi non c'è posto per la sportività ma solo per l'illegalità che fa vincere la juve. ,Caro Moggi la mia anima sì che era ferita a morte quel giorno dalle tue macchinazioni, immorali e oscene! Per cui per me la juve può anche andare in B quest'anno, dove avrebbe dovuto essere comunque, se la giustizia sportiva non si fosse rivelata una farsa e avesse invece fatto il suo corso, mettendo la juve in C1 e con 20 punti di penalizzazione, altro che "B" più sconti vari. Per quel che mi riguarda, quel che sta succedendo oggi alla juve è soltanto la dimostrazione che la giustizia divina esiste, e funziona molto meglio di quella farsa tragicomica e vigliacca che è la giustizia sportiva. E adesso un'ultima cosa: chissenefrega della juve. Vogliamo parlare di questa magnifica Roma dei 22 risultati utili consecutivi e della sua rimonta mostruosa all'Inter da meno 15 a meno 1 ? E poi fatemi dire: li avete visti bene i tifosi della juve? Contestazioni continue, inneggiamenti a Moggi e ai suoi campionati truccati, razzismo esasperato ("non ci sono negri italiani"...!?) violenza contro i loro stessi giocatori: meritano la B anche loro! Anzi l'interregionale.