domenica 30 settembre 2012

Da Matrix a Madrid : pillolina rossa o pillolina blu?


Madrid, 26 settembre, appena sbarcato per tenere una relazione nel quadro del  Solar Decathlon (http://www.sdeurope.org/) mi trovo nell'epicentro di un grande pacifico, consapevole movimento di piazza: decine di migliaia di persone scendono per strada contro  le scellerate politiche finanziaristiche e anti sociali del governo Rajoy piegato a stuoino di fronte alla speculazione finanziaria internazionale. Un grande momento di democrazia e di partecipazione popolare.  A conclusione della manifestazione, lontano dalle telecamere e dagli occhi del mondo comincia una indegna caccia all'uomo. Eppure la polizia, non aveva ricevuto alcuna provocazione fisica ma al massimo qualche sberleffo da una folla arrabbiata sì, ma sempre contenuta nei termini di una critica ironica e piena di spunti satirici. 
Niente di comparabile alle devastazioni dei violenti che hanno rovinato tutto il 15 ottobre a San Giovanni. Eppure, alla fine di questa manifestazione, la polizia spagnola evidentemente ri-fascistizzata da Rajoy, inizia una caccia all'uomo (e alla donna) per arrestare quanti più manifestanti possibile, come da istruzioni ricevute dal Ministro degli interni, Jorge Fernandez Diaz (uomo dell'Opus Dei e nipotino orfano del dittatore Franco). Alcuni manifestanti finiscono nel bar Prado in cui il cameriere/eroe Alberto Casillas riesce e proteggerli facendo scudo con il suo proprio corpo e in maniche di camicia a poliziotti aggressivissimi e schizzati, probabilmente troppo schizzati, evidentemente a causa dell'assunzione di sostanze alteranti. 
Mentre io ritornavo in Italia si preparava la seconda manifestazione, e oggi c'è stata la terza. Tutte si sono concluse con la stessa caccia all'uomo, e bar pacifici e tranquilli sono stati violati da agenti-terminator che hanno portato fuori a forza pacifici cittadini la cui unica colpa era stata quella di manifestare o addirittura nemmeno questo. Queste violenze gratuite sono ben documentate in alcuni video amatoriali che possono essere visionati a questi link

http://www.youtube.com/watch?list=UUDNwjXn-HlDBArhbaX3BLqg&v=9t3dg4Ul96c&feature=player_embedded#!

http://www.youtube.com/watch?v=TBEYc86O88Q&feature=player_embedded#!

http://www.youtube.com/watch?v=1WYWH70cmq4&feature=player_embedded#!

Cosa sta succedendo? Mi sembra chiaro che la sproporzione della reazione della polizia spagnola vada letta in relazione alle politiche pro finanza speculativa e anti diritti sindacali e sociali che il governo spagnolo (malvolentieri con Zapatero prima, e con grande piacere oggi che al governo c'è la destra) sta mettendo in essere. Gli "indignados" spagnoli sono stati i primi a rendersi conto che qualcosa (tutto) non quadra nella narrazione che ci viene propinata giorno dopo giorno dai giornali e dalle televisioni di tutto il mondo secondo cui popoli spendaccioni hanno creato i debiti pubblici con le loro ricchissime pensioni e la loro scialacquata sanità pubblica. Subito dopo, Occupy Wall Street ha messo in evidenza che l'economia mondiale è ormai regolata secondo gli interessi di un gruppo di criminali scommettitori internazionali immaginativamente ridefiniti "i mercati finanziari", e ha iniziato una occupazione a oltranza di Zuccotti Park davanti al tempio della speculazione finanziaria mondiale.
Sarà vero che gli "indignados" sono una minima percentuale di quelli che sono rimasti in casa (come dice Rajoy, epigono fuori tempo di una logica da maggioranza silenziosa becera e ipocrita). Ma è anche vero la maggioranza dei cittadini, grazie ai movimenti "indignati" sta cominciando a rendersi conto che siamo tutti vittime di una gigantesca truffa mondiale, che giustifica la speculazione finanziaria come una vitale forma di finanziamento dell'economia, che si rassegna al cambiamento climatico e all'inquinamento della seconda rivoluzione industriale come l'inevitabile prezzo da pagare al progresso, che propone la scomparsa dell'agricoltura di prossimità in favore dell'agro industria massificata e il cibo frankstain come la modernizzazione dell'economia agricola, che mercifica il  lavoro dell'essere umano come uno dei tanto fattori della produttività aziendale e distrugge diritti come la normale evoluzione dei rapporti industriali.
Milioni di persone stanno cominciando a rendersi conto che la logica del profitto dei mercati finanziari non è la soluzione ma la causa della crisi che stiamo vivendo. Milioni di cittadini cominciano seriamente a dubitare di una Unione Europea senza più direzione e senza più ideali che presta soldi agli stati per salvare le banche e poi presta soldi alle banche per salvare gli stati, in un avvitamento ormai senza senso e senza controllo.
I ragazzi nelle strade stanno gridando che il Re è nudo. Tutti gli altri, stanno cominciando a vederlo. Per questo il "braccio armato" della consorteria "Governi/Speculatori finanziari" sta cominciando a perdere la testa e la bussola e a degenerare in episodi come quelli di Madrid. Per questo è un dovere morale denunciare queste degenerazioni, accendere forti riflettori su di esse, denunciarle in ogni sede (come nel mio piccolo sto cercando di fare con questo post), perchè esse non si ripetano e non si estendano come un fuoco estivo nella boscaglia arida a altri paesi "a rischio". Fra di essi naturalmente c'è l'Italia, dove più forte è la commistione fra politica tutta e speculazione finanziaria e dove la polizia certo non può considerarsi vaccinata dal virus del fascismo e della violenza anti popolare gratuita. Chi nutre dubbi al riguardo vada a vedersi DIAZ o a rileggere gli atti processuali delle turpitudini commesse da sedicenti difensori dell'ordine e della legge nella caserma Bolzaneto a Genova solo 11 anni fa, anno ottavo dell'epoca berlusconiana (mica nel 1928). Le forze della speculazione mondiale sentono il terreno franargli sotto i piedi e siamo ormai in vista di una rottura strutturale della "Matrix" che hanno messo in piedi con la finanziarizzazione dell'economia. I fatti di Madrid dimostrano che non si arrenderanno facilmente, e che sono disposti a farci precipitare in una società autoritaria usando il loro immenso potere, pur di non perdere il medesimo. Far saltare il loro disegno deve diventare il nostro impegno quotidiano. Esprimiamolo leggendo, informandoci, propagando il sapere e la conoscenza sulla "Matrix" finanziaria che ci circonda a chi ancora ignora la realtà, e poi rivolgiamoci loro con la domanda del Capitano Morpheus/Lawrence Fishburn all'Hacker Neo/Keanu Reeves: " Allora? Pillolina rossa o pillolina blu?"...
... allora pillolina rossa o pillolina blu?...




giovedì 20 settembre 2012

La primavera araba e l'intolleranza religiosa

Mentre migliaia di disperati nei paesi arabi braccano diplomatici e presenze simboliche occidentali per sfogare la loro rabbia contro il film blasfemo "a orologeria" (guarda caso proprio sotto elezioni americane), milioni di occidentali si domandano che fine hanno fatto i milioni di giovani che coordinati con i social network meno di un anno fa hanno fatto crollare regimi che pareva impensabile potessero mai essere rimossi dalla furia popolare: satrapi autocratici  come Ben Alì, rais petroliferi come Gheddafi,  semi divinità per diritto dinastico come Mubarak, cadono in rapida sequenza e subito si grida al miracolo, alla fine dell'estremismo integralista islamico, marginalizzato da processi rivoluzionari "laici" e moderni. La doccia fredda arriva dalle elezioni, dove riprendono il sopravvento proprio quelle forze date per spacciate forse troppo frettolosamente. Gli sviluppi successivi sono la cronaca degli ultimi giorni. Che fine hanno fatto le rivoluzioni arabe? ci si domanda in quella parte dell'occidente che aveva a cuore l'emergere di movimenti moderni sull'altra sponda del mediterraneo che potessero forse, accendere se non lo spirito rivoluzionario, almeno il senso critico delle popolazioni non solo arabe ma anche occidentali, sommerse sotto una valanga di debiti non generati da loro e costrette a subire, con la scusa del rigore finanziario, il più duro attacco ai diritti dei lavoratori e alla spesa sociale che si ricordi nel dopoguerra. Ricordo ancora una vignetta sul Manifesto in cui della penisola italiana, un personaggio in pantofole si rivolgeva alla folla festante per la caduta di Gheddafi sull'altra sponda del mediterraneo e con l'indice sul naso diceva "Shhhh! un po' di silenzio per favore, qui c'è un popolo che dorme!". Meno di un anno dopo dobbiamo dunque prendere atto che niente è cambiato? Che la primavera araba è stata solo una parentesi fra due  stagioni di fondamentalismo e intolleranza? Una meteora presto scomparsa dallo schermo radar dei paesi islamici in cui invece resistono ottimamente fratellanze musulmane, Sharie, Jihad e quedismi vari? 
Non credo. Io comprendo l'atteggiamento di scoraggiamento di fronte a questo rigurgito di intolleranza fondamentalista che si sperava sepolta per sempre da una più matura e moderna espressione di rivolta popolare. Ma lo trovo frutto di una analisi affrettata, come affrettata era stata la gioia per la prematura scomparsa del fondamentalismo. Penso invece che il processo rivoluzionario che si è innescato in tutto il mondo arabo con il sacrificio della vita di Mohamed Bouazizi nella terra dei gelsomini, sia un processo irreversibile. I tumulti della primavera araba apparentemente rifluiti in quello che è stato definito "l'autunno" islamico,  erano solo un preludio. 
La verità è che le masse sfruttate dei paesi islamici hanno cominciato a prendere coscienza della loro condizione di sfruttamento. In altre parole,  stanno formando una coscienza di classe,  per dirla con Gramsci stanno passando dalla condizione di "classe in sè"  a quella di "classe per se". Non è un processo lineare, e nemmeno prevedibile. E' un processo contraddittorio e lento. Ma è un processo irreversibile. I valori dei ventenni sono diversi da quelli dei loro padri a occidente come nel mondo musulmano. Ho incontrato giovani marocchini, tunisini, algerini, libici, che hanno più considerazione per Messi o Shakira che per i muezzin che li chiamano alla preghiera ogni quattro ore, che si sentono parte di un islam diverso e certamente mille miglia lontano da qualunque fondamentalismo. Che guardano film occidentali e trangugiano immonde bevande gassate americane davanti a vecchi che scuotono la testa rassegnati. E che considerano la loro libertà personale e la loro indipendenza economica e anche psicologica un valore di gran lunga superiore a qualunque tradizionalismo religioso. Comincia a emergere la consapevolezza per milioni di persone nei paesi islamici in fase pre e post rivoluzionaria, della loro condizione di classe sfruttata, che non  migliorerà con l'oltranzismo religioso, e si diffonde l'dea che non sono gli occidentali infedeli e secolarizzati il vero nemico, ma gli arabi delle classi dominanti ricchi da fare schifo, gonfi  della loro arroganza ed ipocrisia ma forti dell'appoggio dei potentati petroliferi e e finanziari occidentali. Presto o tardi questa consapevolezza si diffonderà in modo virale facendo prevalere un senso di fratellanza con i coetanei indignati spagnoli o americani di Occupy , e allora per le classi dominanti islamiche sarà l'inferno. Non ci saranno vignette o film satirici su Maometto che riusciranno a distrarre la nuova classe "per" sè (cioè consapevole dei propri diritti violati e auto organizzata per ripristinarne il rispetto). 
Perchè in realtà questi rigurgiti fondamentalisti degli ultimi giorni, a me sembrano solo una potente arma di distrAzione di massa, orchestrata dai ceti dirigenti e i loro servizi segreti con la complicità della destra americana, necessario sparring partner di una guerra di religione artificiale, servita col ghiaccio on the rocks dai soliti burattinai. Perchè questo sono tutte le guerre religiose: armi di distrAzione di massa! Questi popoli arabi tenuti in condizioni semi feudali (alcuni proprio pre feudali) con una concentrazione della ricchezza e un divario di reddito agghiacciante avrebbero tutte le ragioni per fare una rivoluzione contro le caste oligarchiche che li affamano in nome di Allah (in nome del quale loro però "magnano"). Invece l'aggressività di questi popoli si scarica nei tumulti di intolleranza religiosa! Il medesimo modello lo osserviamo nei paesi occidentali, mutatis mutandis, dove l'aggressività si scarica negli stadi secondo il modello millenario dei  "panem et Circenses"o addirittura in false competizioni artificiali costruite a tavolino, come  Miss Italia  e addirittura "Veline", o i reality shows che servono a distrarre da una disoccupazione giovanile al suo massimo storico, masse di giovani troppo passive per reagire emigrando. Agli stessi fini nei Paesi arabi invece si organizzano gli assalti all'infedele... Ma le rivoluzioni arabe hanno fatto nascere collettivi di auto coscienza, gruppi di studio sui social network, e ancora in fasce,  una coscienza nuova della propria condizione di sfruttamento che è il preludio allo sviluppo di una classe rivoluzionaria, che in questo momento non è in piazza contro gli occidentali. La distrazione può ritardare questo processo ma non arrestarlo. I giorni sono contati. Forse saranno anni, forse decenni (Mi piace qui parafrasare il bellissimo titolo del libro di Giorgio Ruffolo, "Il Capitalismo ha i secoli contati"). Certo non sarà domani, e forse nemmeno  l'anno venturo. Forse nemmeno fra dieci anni. Ma il processo storico che si è innescato a Sidi Bouzin e Kasserine in Tunisia a febbraio 2011, è ormai inarrestabile e alla fine produrrà un risultato liberatorio. Dopo ogni preludio c'è sempre una sinfonia...

lunedì 3 settembre 2012

Grillo e i marocchini

Dopo tre ore sul Marrakesh Express e tre di aereo da Casablanca a Fiumicino, appena atterrato  vengo colpito da un titolo su internet:  "Grillo contro i marocchini". Vuoi perchè incuriosito dalla coincidenza, vuoi perchè sensibilizzato dai venti giorni trascorsi a portare in giro il super papero fra amici e parenti gentilissimi e entusiasti, decido di approfondire e vado subito a visionare il video incriminato: risale al 2006, e già tiro un sospiro di sollievo. Non si tratta di una furbata pre elettorale di Grillo tirata fuori oggi per rompere l'accerchiamento strizzando l'occhio ai più beceri istinti xenofobi dell'elettorato leghista in fuga dal Carroccio post-Bossi. Si tratta di uno spezzone dello spettacolo INCANTESIMI, (versione integrale http://www.youtube.com/watch?v=7aIQZqbDxWI#t=49m25) in cui Grillo, per sconfessare Giovanardi che aveva difeso i tre poliziotti ripresi all'epoca a pestare un marocchino senza apparente ragione, accusa i poliziotti di stupidità perchè "se proprio vuoi dare una ripassata ad un marocchino rompicoglioni drogato, che non rispetta le leggi, lo carichi in macchina senza che ti veda nessuno, lo porti un po' in caserma, e poi gli dai magari due schiaffetti, ma non in mezzo alla strada dove ti riprendono con un telefonino e fanno succedere un casino, con l'immagine che va a un miliardo di musulmani! Sono dei coglioni, e li vedevano pure che li stavano riprendendo coi telefonini"

(testuale, minuto 51:16)
Ora, fermo restando che nello spettacolo peraltro lungo 2 ore e 26 minuti, Grillo si occupa brillantemente di banche, energia, telecomunicazioni, OGM  democrazia, giustizia, etc e quindi una caduta di stile di un minuto ci può anche stare, vediamo però come Grillo ha reagito a questa accusa rivangata ad arte dal suo passato (è evidente). In un intervento non firmato sul suo blog si dice testualmente "Su Corriere.it "Grillo shock, affermazioni xenofobe contro i marocchini". Han preso uno spezzone di uno spettacolo del 2006, han tagliato l'introduzione e praticamente fanno dire a Grillo il contrario di quello che in realtà aveva detto. Grillo diceva che non si può fare violenza a un extracomunitario, perché tra le altre cose la globalizzazione vuole che non rimanga nascosta la violenza, ma che arriva in pochi minuti a un miliardo di arabi". Si tratta di una spericolata arrampicata sugli specchi! Perchè se è vero che Grillo comincia esecrando il "fattaccio", poi però si lascia travolgere dalla sua stessa foga pseudo-comica e dice testualmente quello che ho riportato qui sopra. Vogliamo considerarla una esagerazione dovuta alla ricerca della battuta a effetto? Anche così è impossibile non vedere che si tratta di una grave caduta di stile e di una violazione del buon senso e soprattutto del buon gusto. 
Io ho sempre avuto il massimo rispetto per il comico genovese! 
Ha avuto il coraggio di dire in televisione che i socialisti rubavano quando Craxi era onnipotente, e l'ha pagata cara, con un esilio perpetuo. 
Ha messo il dito sulla piaga della finanziarizzazione dell'economia con una lucidità e una energia che mi auguro non siano davvero compromesse o affievolite dagli interessi della Casaleggio & Associati, come si sostiene in molti blog. 
Ha sostenuto la visione dell'energia distribuita esattamente negli stessi termini in cui la sostengo io nel mio impegno per l'affermazione della visione di Rifkin che è stato anche ospitato in versione "ologramma" nel suo spettacolo RESET, e nella Woodstock a 5 stelle di Cesena. 
Molte delle sue battute mi mi hanno fatto ridere fino alle lacrime. 
Ma questa sui marocchini che vanno picchiati lontano da videofonini indiscreti, per dirla con la massima sincerità non mi ha fatto ridere neanche un po'. 
In questo caso specifico, caro Beppe, francamente, l'hai fatta totalmente fuori dal vaso. Non sai di cosa parli. Tu il Marocco non lo conosci. Fai battute a effetto sui marocchini che sono prese dall'enciclopedia dello stereotipo. 

Vorrei farti conoscere Nonna Achiria, che con il nipotino, mio figlio Dylan Rayan, è tenera e protettiva  come le cicogne che nidificano su tutti i pali della luce dismessi delle strade di Kenitra. 
La nonna Achiria


Vorrei farti vedere lo zio Krimo, operaio metallurgico meticoloso e creativo che irride le (poche) matrone con il velo a burka con un ironico "troppo Islam!", quando le avvista per le strade di Skirat o Tamezna. 

Vorrei farti conoscere lo zio Mohammed, portatore sano di allegria contagiosa e travolgente anche se non capisci una parola di quello che dice, solo per la mimica facciale che distilla inconsapevolmente Totò e Macario, Petrolini e Mister Bean. 


Vorrei farti dialogare a gesti con la cuginetta Sheima, sette anni di timida dolcezza, che caracolla sotto il peso del cuginetto Rayan di cui pesa solo il doppio, eppure ne ha una cura innata e sicura, e le brillano gli occhi quando le concedi di prenderlo in braccio.


L'amica Karima
Vorrei farti parlare con l'amica Karima, esplosione di sensuale dolcezza che porta nel suo affaticato sorriso i segni di troppi amori inconclusi epperò mai un momento di amarezza, mai una concessione al disilluso cinismo, e sempre la massima disponibilità ad aiutare il prossimo, a immedesimarsi nei suoi problemi. 

Vorrei farti accomodare in case umili ma con con salotti principeschi per venti persone, dove l'ospite è sacro anche se non ne conosci il nome o non parli la sua lingua, e un piatto di tajin al pollo col limone o di vitello con le prugne non si nega mai a nessuno, e dove tutti partecipano al rito collettivo dell'intingolo nello stesso gran piattone centrale, ma  per gli occidentali c''è sempre il piatto a parte con forchetta e coltello. 


Nonno Chaif
Vorrei farti contare le ore con Nonno Chaif, che si sveglia alle 4 ogni notte per rivolgere il suo pensiero a Allah e tener fede alla promessa fatta durante il pellegrinaggio alla Mecca, ma non giudica affatto il tuo essere  non musulmano, non cattolico, non religioso, e anzi lo rispetta e ti fa servire da bere e da mangiare anche durante il Ramadan, perchè sa che non tutti hanno il privilegio della fede. E poi, finita la preghiera, coccola il nipotino con smorfie ancestrali, e si commuove quando saluta le figlie anche se sa che le rivedrà il giorno dopo. 

Vorrei farti ascoltare la dolce ninna nanna di mamma Mouna per la sua piccola Alina, mentre le sue sorelle fanno a gara per cullare la nipotina, sedute su cuscini di raso blu sparsi per terra come in una ripetizione infinita dei nostri anni settanta tutti peace and love, Pink Floyd e Genesis a palla dal giradischi di Selezione del Reader's Digest e coltri azzurrognole di fumo acre.  

Vorrei farti conversare amabilmente con il mio amico Zakaria, sempre vestito in modo inappuntabile, sempre moderato nei toni e tagliente nelle osservazioni, esponente di una borghesia marocchina colta e impegnata, mai sopra le righe, mai sotto le aspettative, rispettato conversatore nei bar letterari di Casablanca come nei circoli di discussione politica di Rabat.

Vorrei portarti a bere nei bar malfamati in riva al fiume Oud Sebou di Kenitra, insieme a Mounir, Mohamemd e Hossine, membro del partito comunista marocchino e del sindacato Ferrovieri dell'ONCF, che ha speso più tempo in galera che fuori, conosce i leader di tutti i sindacati europei, CGIL compresa,  ha litigato con Tar Ben Jalloun perchè "è un boghese traditore", e ha conosciuto Abdelkébir Khatibi che ha pagato con l'esilio la sua ricerca verso "la decolonizzazione dello spirito e il riformismo religioso alla luce delle scienze umane e delle ideologie illuminate in fuga dal conformismo panarabista"


Vorrei farti assaporare il te alla menta del bar Arina a Temara servito con signorilità da camerieri addestrati a centrare il bicchierino con la teiera di argento smaltato da un metro e mezzo di distanza, o farti inzuppare il cucchiaino  nel vaschettone di frutta e yogurt con crema di melograno dei bar della medina di Rabat. 

Vorrei portarti per le strade della città vecchia di Fez a respirare odori vecchi centinaia di anni e osservare colori impossibili da immaginare. 

Vorrei farti immergere nei bagni di Marrakesh, per rivivere il rito civilissimo e romano delle "thermae", nato nell'epoca della colonizzazione latina e sopravvissuto intonso e indenne attraverso 1400 anni di un Islam che con il fondamentalismo sciita e gli eccessi della sharìa non ha assolutamente nulla a che spartire. 



Poi vorrei sedermi con te sulle sabbie infinite della spiaggia di Medhìa ipnotizzati dal tramonto del sole che si immerge nelle acque gelide dell'Atlantico tingendole di rosso-arancia sanguinella. 

E adesso parlami ancora di marocchini rompicoglioni, poliziotti, drogati, due schiaffi e via, videofonini etc...