martedì 14 agosto 2012

inCLINI al ricatto dell'ILVA

Infernale veduta di Taranto (c immagine di Ilaria Longo)
Oggi su Repubblica, è comparso un articolo sulla questione della sospensione della produzione di acciaio all'ILVA di Taranto (consultabile a questa pagina web http://www.repubblica.it/politica/2012/08/14/news/ilva_audizione_clini-40931358/?ref=HREC1-2), in cui si leggeva testaulmente: "No allo stop. "Se si chiudono gli impianti a caldo si chiude il centro siderurgico e non è solo per una questione tecnica: per spegnere ci vogliono 8 mesi, poi c'è il risanamento e poi bisogna ripartire e intanto il mercato dell'acciaio aspetta l'Ilva? Non esiste! è una considerazione industrialista? Può essere, ma deve essere chiaro, il ciclo a caldo non si può spegnere, si possono fare interventi selezionati, progressivi, ma se si chiude il ciclo è chiuso il centro siderurgico di Taranto". Chi l'ha detto? Corrado Passera, Ministro per uno pseudo sviluppo economico che crede di far crescere l'Italia con petrolio carbone, gas e altre energie del passato? Neanche per sogno! L'ha detto il ministro dell'ambiente Clini, che dopo essersi reso protagonista di uno spettacolare testa-coda a favore della green economy (si veda la mia riflessione dal titolo " Il cambiamento CLINatico,  http://www.rinnovabili.it/ambiente/il-cambiamento-clinatico/ ) getta finalmente la maschera e rivela quello che ormai avevano capito anche le pietre. Portato al desiatissimo scranno ministeriale da una inqualificabile armata Brancaleone di pasticcioni pseudo ambientalisti di sinistra dopo un ventennale purgatorio da direttore generale, in cui non si è fatto mancare niente se non il titolo di Ministro (quindi per lui tutto!), il vero ministro dell'Industria è lui.  Adesso c'è da domandarsi come la prenderà quell'altro che tutti chiamano ministro dell'industria, quando, placatosi il rumore delle trivelle petrolifere che ha incautamente azionato, si renderà conto che Clini gli ha rubato la scena ) e il mestiere. C'è poi da domandarsi  anche come reagirà una comunità svenduta dalla politica, tradita dalle istituzioni, martirizzata da industriali di pochi scrupoli e molti profitti, schiacciata dal ricatto occupazionale, devastata da una industria pesante ormai in declino ma sempre dannosissima per il territorio e le sue risorse, oltre che per la salute dei cittadini, quando si renderanno conto che il Ministro dell'Ambiente, che in teoria è quello che doveva difenderli, parla come un qualunque Passera e annuncia ricorsi dalla dubbia fondatezza giuridica contro i provvedimenti di una magistratura che si trova costretta in questo disgraziato paese, a supplire una volta di più alle mancanze della politica. 
Se dovessero prenderla un tantino male poi però non veniamo  a parlare di antipolitica...


lunedì 6 agosto 2012

Vendola, l'ILVA e la pastorizia...


Il caso ILVA non finisce più di mietere vittime. L'ultima in ordine di tempo è Nichi Vendola. 

Dico subito a scanso di equivoci e strumentalizzazioni che il MIO Presidente, per me rimane  il miglior Presidente di regione italiano.  Ciò detto è impossibile non rilevare il suo violento scivolone quando, richiesto di commentare la proposta di chiudere l'ILVA per i danni all'ambiente,  Vendola ha detto che gli ambientalisti sono tutti pieni di pregiudizi e che non possiamo riconvertire 20mila lavoratori alla pastorizia (leggere per credere:  

http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/464168/). 

A parte l'offesa al degnissimo settore della pastorizia che potrebbe far saltare la mosca al naso a più di un Carlin Petrini, è stupefacente un tale appiattimento di Vendola su posizioni talmente retrive da mettere  in luce un suo vero e proprio ritardo culturale (per uno come Vendola è un paradosso lo so, ma è così). 

Infatti, da Vendola mi sarei aspettato che prendesse al balzo la palla della crisi dell'acciaio per farci vedere il futuro dell'industria: mi sarei aspettato che si fosse dimostrato attento lettore dell'ultimo Rifkin.

L'acciaio ha prosperato come metallo tipico dell'era del petrolio, e della seconda rivoluzione industriale, ed è destinato a  seguire il petrolio nella sua crisi entropica, e la sua progressiva marginalizzazione nei processi produttivi della terza rivoluzione industriale fino all'inevitabile scomparsa. Infatti il 3D printing e altre  innovazioni ormai sul mercato, si avviano a sconvolgere i processi produttivi basati sulla dissipazione e l'entropia, come quelli del petrolio e dell'acciaio.

Il presentatore americano Jay Leno con una stampante 3D

L'industria automobilistica del futuro, quella che sta già progettando lo sbarco di auto a idrogeno e elettriche nei concessionari per il 2015 (quindi non la FIAT :-(   )  utilizzerà sempre più nuovi materiali, quali la fibra di carbonio, plastica, magnesio alluminio, e i cosiddetti "lightweight materials" Così anche l'industria delle costruzioni e tutte le altre industrie ad alta intensità di acciaio. Questo prodotto,diventerà sempre più  di nicchia, nel mondo che si appresta a produrre attraverso la Stampa tridimensionale.. http://cetri-tires.org/

press/2012/
jeremy-rifkin-su-the-world-financial-review-come-internet-lelettricita-pulita-e-la-stampa-3d-stanno-promuovendo-unera-sostenibile-di-capitalismo-distribuito/?lang=it  

Se ne comincia a parlare anche in Italia: http://qualenergia.it/

articoli/
20120406-rete-rinnovabili-stampanti-3d-la-rivoluzione-secondo-rifkin

Certo, non tutto è progressivo anche nella stampa tridimensionale, come dimostra il fatto che si stanno cominciando a "stampare" anche oggetti non proprio amichevoli come le armi (vedasi questa  mitragliatrice "stampata" e perfettamente funzionante 

http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/07/29/foto/le_armi_ora_si_stampano_in_3d-39852955/1/?ref=HRESS-26). Ma resta il fatto che la tecnologia ormai c'è e promette processi produttivi a zero rifiuti, zero emissioni e altissima efficienza energetica. 

Tutto il contrario dell'ILVA di Taranto. 

La "fabbrica delle nuvole" - Definizione dei bambini tarantini 

Da uno come Vendola mi aspetterei che prendesse la bandiera di questa battaglia di avanguardia, anziché restare aggrappato alle palle di Angeletti per l'ultima battaglia di retroguardia di una guerra ormai persa, (ma che può causare ancora molte vittime...).  Certo, poi bisognerebbe spiegare ai Tarantini, che la loro città è stata massacrata dalla "fabbrica delle nuvole" per  produrre un materiale che è destinato a scomparire,  soppiantato da materiali  più leggeri, resistenti, duttili, e, soprattutto più moderni...  Chi glie lo dice che l'ILVA è destinata a chiudere comunque schiacciata dal peso storico della sua inadeguatezza tecnologica e arretratezza industriale, prima ancora che dalla sua pericolosità? Io penso che uno come Vendola potrebbe dirlo. Potrebbe mettersi alla testa di un grande processo storico di modernizzazione  delle strategie produttive del territorio pugliese e conseguente riconversione dei processi produttivi, cogliendo una altrettanto grande occasione di ridefinizione e riorganizzazione della formazione professionale e del sapere  tecnico locale, magari illuminando in questo anche la strada di quel  sindacato che  continua a tenere  gli occhi troppo bassi e la schiena troppo china, schiacciato dal ricatto occupazionale e da dio sa cos'altro!  

1 ottobre 2011, Vendola a Piazza Navona:
"Dobbiamo ricominciare dalla biosfera..."

Ma per far questo Vendola  deve innanzitutto ritornare a guardare alla pastorizia con altri occhi. E alla pesca. E all'agricoltura. E all'enogastronomia, al turismo, alle risorse culturali locali.. Ce la farà? Io credo di si. Basterebbe che riascoltasse il suo discorso di Piazza Navona di meno di un anno fa, specialmente in quella parte che cominciava con le parole "Dobbiamo ricominciare dalla biosfera..." 


venerdì 3 agosto 2012

LA CONTRO RIVOLUZIONE ENERGETICA

Quello che sta succedendo in questi giorni sul piano delle energie rinnovabili ci deve far riflettere. Cerchiamo di rimettere un po' d'ordine per capirci qualcosa: in rapida successione, viene approvato un quinto conto energia punitivo per i piccoli operatori e estremamente burocratico, poi viene introdotto un incentivo "alla rovescia" cioè per le fonti fossili, con un emendamento del PDL Saglia, improvvisamente emerso dall'oblio dopo essere stato immeritatamente sottosegretario nel governo Berlusconi, emendamento approvato in modo bi partisan; il cosiddetto Capacity Payment, che sottrae risorse alle tecnologie di accumulo (idrogeno) e smart grids, per regalarle a impianti decotti e inquinanti che dovrebbero essere chiusi anche se questo genera una perdita nell'ENEL (che proprio oggi annuncia profitti semestrali da 8 miliardi di Euro (!!!)   Capisco la necessità di salvare l'investimento  in centrali a ciclo combinato, (ma chi li ha costretti a farlo... e poi sono recidivi, volevano fare anche 10 centrali nucleari!!!) ma queste centrali possono servire solo nei momenti in cui le rinnovabili producono meno del necessario o del previsto. Ora, gli astrofisici dicono che il sole continuerà a splendere almeno per i prossimi 4 miliardi di anni e il vento continuerà a soffiare per lo stesso tempo. Ecco un investimento che possiamo senza tema di smentita considerare a lungo termine. Queste due fonti (sole e vento) non sono continue, ma  producono spesso in "eccesso", andando ad intaccare il base load, o, addirittura, in certe zone, superando la domanda totale, (vedi statistiche di formazione del prezzo in Sicilia a Pasqua, e in Italia Meridionale il 2 e 3 maggio). 



Se potessimo (e possiamo) prendere la loro energia e accumularla da qualche parte, per esempio con le tecnologie dell'idrogeno, le centrali termiche non sarebbero più necessario. Quindi, invece di investire in questo (cioè nel futuro) questo folle parlamento italiano di incompetenti e nominati preferisce investire nel passato remoto (sovvenzioni per tenere aperte le centrali a combustibili fossili). 
Infine la successione di decisioni su cui riflettere finisce con la notizia odierna che riferisce di una  proposta della AEEG ancora più folle, tesa a "uccidere" definitivamente la convenienza economica dello scambio sul posto (http://qualenergia.it/articoli/20120802-un-nuovo-scambio-sul-posto-Aeeg-allontana-grid-parity-rinnovabili#.UBu0VsgIDTQ.twitter)
Mi frulla per la testa da qualche giorno che queste decisioni apparentemente folli non siano isolate ma che siano correlate fra loro in un medesimo disegno di restaurazione voluto, orchestrato (e sicuramente anche pagato) dall'ENEL.
Ricordiamo la sortita più ingenua che incauta del Presidente dell'ENEL Paolo Andrea Colombo il 30 marzo scorao (http://www.repubblica.it/ambiente/2012/03/30/news/enel_contro_rischi_rinnovabili-32459174/secondo cui a causa del grande successo delle rinnovabili, le centrali convenzionali stavano diventando meno redditizie e dunque l'ENEL sarebbe stata costretta a chiuderne qualcuna. Ecco il modello basato sulle rinnovabili, e cioè sulla termodinamica solare, mette in crisi quello basato sulle fonti fossili, e alla fine lo rende irrilevante. Esattamente quello che sta succedendo oggi in Italia e per cui l'ENEL è atterrita:   quei 385.000 produttori che si sono già resi indipendenti dal fornitore monopolista con il loro impiantino (o impiantone) rinnovabile, sono l'antifona di quello che succederà, sono i pionieri di quella internet dell'energia di cui Rifkin parla da anni e per il quale è stato sbeffeggiato e svillaneggiato dai colossi come l'ENEL e dai suoi reggicoda locali come l'attuale ministro dell'ambiente, che ha sempre professato scetticismo nel modello distribuito e promosso quello delle grandi centrali salvo rimangiarsi tutto appena diventato Ministroper fare lo splendido con giornalisti e ambientalisti delusi dai risultati della Conferenza di Durban, Il modello centralizzato dell'ENEL, oltre ad essere dannoso per l'economia perchè impedisce al reddito prodotto dall'energia di circolare liberamente e distribuirsi fra tutti i cittadini come l'informazione interattiva su internet, è anche una forte minaccia per il clima (non credo ci sia nulla da aggiungere alle tematiche della ben nota campagna di Greenpeace contro l'ENEL) e anche per la giustizia energetica e ambientale. Dapperutto nel mondo l'ENEL sta distruggendo le vite  e le tradizioni di contadini e popolazioni indigene e i comitati contrari alle sue pratiche violente sorgono come funghi (http://www.youtube.com/watch?v=XOQZHVgPPSs) e si oppongono sempre più spesso alle pratiche coloniali energetiche del colosso Italiano in combutta con i loro compagni merende spagnoli di ENDESA che hanno comprato perchè i più schifosi della terra si riconoscono, si annusano, si piacciono, si comprano.  E' vergognoso che a fronte di queste pratiche anti democratiche e violente, ENEL invece sfrutti i suoi ingenti mezzi finanziari per effettuare campagne promozionali ingannevolissime come quella sui"milioni di attimi" con tenerissime scene di parto, o quelle sull'auto elettrica e le rinnovabili (sempre comunque rigorosamente centralizzate) mentre nella realtà si appresta a vibrare il prossimo durissimo colpo ai suoi concorrenti, il prossimo passo di questa "controrivoluzione energetica italiana":   il distacco dalla rete di tutti gli impianti eolici e solari, quando producono troppo, in modo da lasciare accesi i cicli combinati, poverini, che sennò si annoiano perchè non hanno più niente da fare. Certo che lo scenario della produzione distribuita di energia verso cui l'Italia (e l'Europa) stavano andando a grandi passi (finchè il decreto Romani prima e il 5 conto energia dopo non hanno stroncato il settore), devono esser uno scenario

da incubo per chi fino a pochi anni fa faceva pubblicità (ancora una pubblicità ingannevole) con nonnini e bambini che giocano felici con il trenino infilando la spina nella sabbia mentre una suadente voce di sottofondo sussurra:  "Se fosse così facile produrre energia forse non avresti bisogno di noi". Perchè, ebbene sì, non abbiamo bisogno di loro. Purtroppo per loro. E la loro controrivoluzione farà ancora morti e feriti, ma alla perderanno, come hanno perso i grandi colossi dell'informazione dell'industria culturale con Internet nonstante tutti i tentativi di bloccarla agitando lo spauracchio della pirateria, dell'infrazione del copyright, e dell' impoverimento dei poveri artisti e musicisti. Ebbene la rete ha reso evidente che quello che impoveriva i giovani artisti non era la pirateria ma era il "tappo" che loro mettevano sulla possibilità di accedere al mercato. Lo stesso tipo di manipolazioni stanno oggi utilizzando i monopoli energetici, per impedire la democratizzazione dell'accesso alla rete e alle produzioni energetiche distribuite,  e per bloccare lo sviluppo dei produttori indipendenti. ENEL killer del clima sì, ma anche e soprattutto, killer della libera economia e dell'indipendenza energetica! 

PS: Ai senatori e deputati del PDL, PD, FLI, LEGA e UDC che hanno votato la porcheria del "capacity building"... La resa dei conti si sta avvicinando, prima o poi dovrete venire a chiederci il voto, e allora ci divertiremo un casino!