mercoledì 4 ottobre 2023

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA CONVIENE AGLI ITALIANI MA NON ALLE LOBBY FOSSILI. DA CHE PARTE STA IL GOVERNO "DEGLI ITALIANI"?

Il governo Meloni a cui Andrea Scanzi ha dedicato uno spettacolo teatrale significativamente intitolato LA SCIAGURA,  ha smantellato le politiche di sostegno alla sostenibilità conosciite come ECO BONUS, salvo fare una precipitosa parziale marcia indietro per salvare gli interventi nelle zone terremotate. Fermo restando che la questione merita un totale approfondi

mento totale, vediamo un po' quale sia la storia di questa destra riguardo alle misure per la sostenibilità  su cui l'Europa ha puntato come nuovo livello dell'integrazione Europea.

Negli ultimi mesi la prima ministra ha dato il peggio esaltando tutti i luoghi comuni della destra ambientofoba e anti ecologica, esprimendosi:

- contro  il regolamento UE per il ripristino della natura e la tutela degli ecosistemi sconveniente per chi pratica troppo duro per le categorie di agricoltura e pesca intensive;

-  contro il regolamento UE sulle emissioni di Co2 sui veicoli pesanti, perché potrebbe avere "ripercussioni negative sotto l’aspetto occupazionale e produttivo";  innalzando il taglio delle emissioni del 30% al 45% entro il 2030: 

- contro il divieto di immatricolazione di auto a benzina dopo il 2035 che "sarà  una catastrofe per la nostra industria", come se la filiera dell'auto elettrica e idrogeno a zero emissioni non produrrà  più  posti di lavoro di quelli che farà  scomparire

La prima ministra dei viaggi al seguito di De Scalzi per prolungare al 2100 l'agonia fossile del nostro Paese come se l'Europa non avesse previsto l'obiettivo della carbon neutrality al 2050, continua la sua difesa cieca e becera dello statu quo e degli interessi dei monopoli fossili mascherata d difesa del lavoro e dell'economia e dalla finta pretesa di rendere "equa" e "giusta" la transizione ecologica. 

Un'equità e una giustizia, valida soltanto per alcuni (sempre i soliti).

Dov'è l'equità, quando la logica del profitto delle lobby fossili devasta i nostri ecosistemi e rende invivibili intere aree del pianeta (da cui poi le popolazioni scappano, per andare a affogare nei nostri mari.

Dov'è l'equità per i milioni di cittadine e cittadini costretti a vivere in territori che vanno verso la desertificazione o che, a causa dell'irrigidirsi del clima, rendono un inferno la vita ordinaria? 

C'è equità nel modo in cui si vive nelle periferie delle grandi metropoli durante le ondate di calore, nelle città alluvionate dai capricci del clima o nei piccoli centri spopolati perché resi aridi e non in grado di garantire strumenti di sostegno alle comunità che li abitano?

Perché le vittime del clima estremo sono sempre le stesse: sono quelle che non avrebbero un soldo di danno dal fatto che ci si dia regole su come coltivare e pescare, o che si impedisca alle grandi compagnie di inquinare oltre una certa soglia, imponendo la transizione verso l'energia pulita da fonti rinnovabili.

Non facciamoci ingannare: non sono questioni slegate tra loro. Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono già qui, chiare e palesi, e abbiamo solo qualche flebile speranza di mitigare quello che sta accadendo e limitare i danni. Per farlo ci vuole coraggio, ambizione e un quadro chiaro e reale di ciò che accadrà. 

La difesa degli interessi di una parte, mascherati per interessi generali, non può avere cittadinanza chiunque la operi, foss'anche la Presidente del Consiglio. Ne va del nostro futuro. E di quello dei nostri figli...