domenica 18 settembre 2011

LA PECORA E IL LEONE

 Nell'abusatissima metafora zoologica che contrappone giorni da pecora e giorni da leone, improvvisamente appare lei, Terry De Nicolò, assurta agli onori delle cronache per essere stata una delle prime a rendere noto nel 2009, di aver fatto mercimonio del suo non più giovanissimo corpo per il sollazzo del Presidente del Consiglio (ormai ribattezzato il Presidente del Coniglio, visto il terrore meticoloso con cui cerca di evitare l'incontro con gli inquirenti napoletani).
Nel suo sproloquio pseudo-cinico, sul quale conviene sorvolare per amor d'estetica prima ancor che d'etica, emerge una divisione dell'umanità in pecore e leoni, in cui per appartenere alla categoria dei secondi bisogna essere dei trogloditi incolti, inclini al crimine, alla vendita della madre, alla prostituzione e all'amore per i vestiti di Prada da ventimila euro. E di destra. Se invece si è onesti, rispettosi delle regole, sobri nei comportamenti e negli acquisti, e parchi nell'elargizione delle proprie più o meno apprezzabili grazie, racchie e di sinistra, allora si appartiene alla categoria delle pecore.  Subito dopo si è scatenato un uragano di proteste sul web che ha, nella maggior parte dei casi, raggiunto gli stessi infimi livelli di volgarità toccati dalla aspirante nouvelle philosophe barisienne.
Mentre il polverone si sta posando, sento  l'urgenza di dire la mia solo per spezzare una lancia in favore di Bari, città dove ho abitato per 5 anni e mi sono laureato. E anche di questa povera Italia che ormai è scesa al minimo storico nella considerazione internazionale.
Ebbene, le posizioni della Emmanuelle di Poggiofranco sono minoritarie sia a Bari che in Italia. Esse sono diffuse, sì, ma non nella misura e nella densità con cui le vediamo rappresentate da media piegati "a pecora" verso il berlusconismo e il distillato di individualismo/rozzezza/superficialità/banalità con cui esso ha avvelenato la vita pubblica italiana negli ultimi 19 anni. Per la salvaguardia degli interessi di uno solo e per il suo puro sollazzo, a persone come la De Nicolò, sono stati dati incarichi pubblici, funzioni di rappresentanza politica poteri decisionali sia pubblici che privati, e sono così emerse  persone il cui unico merito era quello di aver fatto da lenoni (non leoni) per il principe della depravazione, imprenditori falliti incapaci di creare ricchezza ma bravi a muoversi solo nell'illegalità (come il loro modello che sul crimine ha costruito un impero prima edilizio e poi mediatico), e hanno prosperato in danno di imprenditori onesti e capaci, di gran lunga più numerosi, ma anche più silenziosi e quindi invisibili nella società dell'apparire voluta dal grande egoarca. Nell'Italia in cui la "patonza deve girare", sono stati dimenticati come alberi di una foresta silenziosa ma resistente, non solo tutti gli imprenditori onesti, ma anche i milioni di volontari dell'associazionismo civile e religioso, fra cui  i coraggiosi collaboratori di Libera e del gruppo Abele che con Don Luigi Ciotti  riportano silenziosamente la legalità nei luoghi in cui il crimine aveva fragorosamente prosperato, le centinaia di migliaia di giovani che frequentano scuole di musica, di teatro, di cinema, di arte e di disegno,  pur con sempre crescenti difficoltà economiche causate dall'insensibilità e dall'avversione del governo verso qualunque esercizio della propria autonomia intellettuale e spirito critico.  Questa è l'Italia più vera e numerosa, non quella che si riconosce nelle disgraziate opinioni espresse dalla sfiorita escort barese. Questa Italia è minoritaria nelle sedi di rappresentanza politica, è vero. Ma è maggioranza nel paese. E aspetta che le vengano restituiti dignità e potere decisionale. E questo avverrà con metodo democratico, come sarebbe auspicabile. O con metodo rivoluzionario, come sempre accade quando la corda dell'ingiustizia si tende troppo e infine si spezza. E quando questo succede, la storia insegna che l'incantesimo si rompe, le pecore diventano leoni e sbranano quelli che si credevano leoni, ma che poi in realtà, come insegna George Orwell ne La fattoria degli Animali, erano solo dei porci.

venerdì 8 luglio 2011

I sedicenti responsabili


Questa volta, dopo la scilipotiade di ieri quando il nostro ha messo in imbarazzo Berlusconi perchè lo stava leccando troppo, Pasquino non poteva non interrogarsi sul senso della parola responsabili. Aggiungo sol che, grazie a una legge elettorale "irresponsabile, scritta da no che l'ha definita subito una porcata, il paese reale è ostaggio di quattro irresponsabili. I sedicenti responsabili

Gesù cacciò i mercanti dal Tempio,
che della religione facean scempio.
Quelle anime in Parlamento son trasmigrate
indebitamente responsabili son chiamate.
Ascoltate i loro vergognosi lai:
“ Certo io ti voto. E tu che mi dai?”
Mercanteggiano il come, il prezzo, il poi.
Tranquilli, Italiani, non pensano a voi,
ma come cacciatori in cerca di prede
nessun di loro dai suoi affari recede.
Onorevole suona come uomo d’onore,
ignorato da questi senza pudore.
Su posti vacanti mettono le mani,
su sottosegretari, pagati dagli Italiani.
Che ti aspetti da siffatto postulante,
se capo del Governo è anche mercante?
Che ti aspetti? Stai zitto e paga,
finché dura dei responsabili la saga.
Se cade il Governo improvvisamente,
non saranno certamente più eletti.
Perciò presidiano il Parlamento,
notte e giorno, ogni momento.
e per affrontare la questione di petto
alla Camera hanno portato il loro letto.
Di siffatti Pasquino vuole menzionare
un degno rappresentante da riprovare,
già abusivo nella passata legislatura,
nella presente di coerenza non si cura,
perché cavalca qualunque lista
pur di rimanere da sfacciato in pista.
Nel partito Berlusca non fanno confluenza
altrimenti del ricatto rimangono senza.
L’indignazione nel Paese sale sale.
Chi cancellerà sta vergogna nazionale?
Solo se i divisi partiti dell’opposizione
faranno vera squadra, faranno unione.


Pasquino, giungo 2011.

venerdì 24 giugno 2011

I sedicenti responsabili



Pasquino lancia la sua profezia contro i cosiddetti"responsabili"



A lui la penna...









Gesù cacciò i mercanti dal Tempio,



che della religione facean scempio.



Quelle anime in Parlamento son trasmigrate



indebitamente responsabili son chiamate.



Ascoltate i loro vergognosi lai:



“ Certo io ti voto. E tu che mi dai?



”Mercanteggiano il come, il prezzo, il poi.



Tranquilli, Italiani, non pensano a voi,



ma come cacciatori in cerca di prede



nessun di loro dai suoi affari recede.



Onorevole suona come uomo d’onore,



ignorato da questi senza pudore.



Su posti vacanti mettono le mani,



su sottosegretari, pagati dagli Italiani.



Che ti aspetti da siffatto postulante,



se capo del Governo è anche mercante?



Che ti aspetti? Stai zitto e paga,



finché dura dei responsabili la saga.



Se cade il Governo improvvisamente,



non saranno più eletti certamente .



Perciò presidiano il Parlamento,



notte e giorno, ogni momento



e per affrontare la questione di petto



alla Camera hanno portato il loro letto.



Di siffatti Pasquino vuole menzionare



un degno rappresentante da riprovare,



già abusivo nella passata legislatura,



nella presente di coerenza non si cura,



perché cavalca qualunque lista



pur di rimanere da sfacciato in pista.



Nel partito Berlusca non fanno confluenza



altrimenti del ricatto rimangono senza.



L’indignazione nel Paese sale sale.



Chi cancellerà sta vergogna nazionale?



Solo se i divisi partiti dell’opposizione



faranno vera squadra, faranno unione.
Pasquino, giungo 2011.

domenica 19 giugno 2011

Omaggio a Clarence Clemons, sassofonista dell'Anima

















Nel 1979 avevo abbandonato il sassofono per sempre. Dovevo fare l'avvocato e non stava bene andare in giro la notte per locali con un gruppo di smandrappati. Poi il mio amico Gianfranco mi diede una cassetta. Sopra c'era scritto a penna "Brus Springstin" e Borto Run (Gianfranco scriveva l'inglese foneticamente e era diventato famoso per una cassetta su cui aveva scritto Ronli ston...). La traccia che dava il titolo all'album era la quinta. Quando le testine riprodussero la strofa "I want to know if love is wild, girl, we were born to run" il radioregistratore Sharp con cui ascoltavo musica nella mia stanza all'università si sollevò e rimase appeso qualche secondo come la risacca dell'onda prima dell'arrivo dello tsunami. Che si presentò sotto forma di assolo di sassofono. Note semplici in forma di terzine prima ascendenti, poi discendenti si susseguivano con la forza di un meteorite che ti si abbatte sulla testa. Sembrava di vedere le dita muoversi sui tasti. Il disegno melodico si ripetè due volte. La seconda si incartò in una terzina ripetuta con una sincope che lanciò una nota acuta da cui nacque una discesa vertiginosa fino agli inferi di quel grosso-grasso sibemolle basso, e quando sembrava che tutto fosse finito, invece le note si inerpicarono rapidamente su per la canna del sassofono fino a raggiungere le vette di un sovra-acuto che venne trattenuto giusto il tempo che la band cambiasse accordo e rilanciasse la tonalità per la ripresa della strofa cantata. Non so quante volte premetti il tasto rewind per risentire quella magia. Il primo impatto con i polmoni di Clarence Clemons fu questo. La sera stessa ricominciai a suonare.

Quelli erano anni in cui suonare uno strumento era un valore. Chi aveva avuto il coraggio e il tempo di imparare a suonare, era ricompensato da numerose sincere amicizie. Nascevano gruppi come funghi. Alcuni straordinari, altri velleitari ma tutti uniti da una straordinaria passione per la musica, da una incontenibile voglia di "fare musica". Smettere di suonare a vent'anni (l'età che avevo in questa foto) non era normale. Ero prigioniero di una malintesa concezione della "serietà professionale" da cui mi sarei liberato definitivamente solamente un ventennio dopo quando un certo Bill Clinton riuscì a convincermi che si può suonare il sassofono e anche fare il Presidente degli Stati Uniti d'America, ma sto divagando... Insomma allora, in quell'estate del 1979, per capirlo mi ci voleva una emozione forte. E quell'emozione me la diede l'assolo di sax di Clarence Clemons. "Voglio suonare come lui!, voglio fare esattamente lo stesso assolo, ripetere esattamente le stesse note, lanciare esattamente lo stesso grido di liberazione nel sassofono-megafono!" Ecco cosa succedeva a chi sentiva Clarence Clemons. Ma Clarence era molto di più di un sassofonista, per Bruce e anche per noi. Mariella Venegoni critica musicale de La Stampa, oggi ha scritto "La fine di Clarence Clemons ieri 18 giugno, a 69 anni e mezzo, in seguito all'infarto che lo aveva colpito a Miami il 12 giugno scorso, lascia storditi e affranti gli appassionati di quel rock epico che non rinuncia ad essere giocherellone, rimandandoci al nostro Io Bambino che non se ne vuole andare.
Con la sua immensa statura, il fisico corpulento, le innumeri treccioline dei suoi capelli, Clarence "Big Man" era un elemento imprescindibile della E-Street Band. Suonava il sax con un vigore e una passione che riempivano il palco, e sapeva dare al rock con il suo soffio un'impronta insieme malinconica e ritmicamente audace: mescolava il suo istinto nero rhythm'n'blues con quello rock del suo fratello bianco, e capobanda. Faceva molto sul serio senza prendersi sul serio: un'attitudine che solo i grandi posseggono." Clarence ti entrava dentro con il suo soffio. Rendeva la musica greve e lieve al tempo stesso, perchè con solo con tre note riempiva una sequenza armonica con una tale intensità che la canzone senza il suo assolo perdeva peso, si disfaceva. Infatti provate a immaginare "Thunder Road", "Born to run" o "Human touch" o le recenti bellissime "Radio Nowhere" e "Girls in their summer clothes", senza il soffio vitale di Clemons. Si depotenziano, diventano canzoncine ben suonate, con tutto il rispetto per il Boss. Lui faceva in modo che la canzone fosse in funzione del suo assolo e non viceversa. Avrebbe potuto suonare il jazz più sofisticato, entrare nei circoli esclusivi del "Village" e vivere una vita snob da epigono di John Coltrane. Invece ha scelto di seguire "The Boss", e ha messo il suo sassofono e la sua arte al servizio del sentimento più che della tecnica. Infatti i suoi disegni melodici non erano terribilmente complicati, ma l'emozione che ci metteva era irripetibile. Era come se dicesse "ragazzi, lo potete fare anche voi,ma metteteci sentimento! Non importa quanto veloce muovete le dita sui tasti del sassofono o quante scalate in sibemolle minore riuscite a mettere fra una nota e l'altra, ma l'importante è che quella nota gridi tutta la vostra gioia, o urli il vostro dolore, esprima quello che avete dentro, esponga la vostra anima!". E così ha vissuto una vita rock. E ha reso un po' più rock anche la mia. E quella di chissà quanti altri. Grazie Clarence, per come facevi diventare vivo un pezzo di ottone attaccato a un'ancia di canna. E grazie per le parole con cui ci hai lasciato in questa intervista in cui hai dimostrato anche la tua grandissima umanità

sabato 18 giugno 2011

Destra e Sinistra. La fusione (nucleare) dei valori, all'insegna dell'energia.




Jeremy Rifkin ci esorta a smetterla di usare categorie politiche ottocentesche che sono ormai totalmente inadatte a ridefinire la complessità della società attuale. Raccolgo questo invito da ex iscritto al PCI dal '72 all'81. E da uno che ha sempre votato a sinistra. E che però oggi da italiano dice che sarebbe indeciso fra Vendola e Fini (diciamo che sono al 51% per Fini). Il fatto è che la destra e la sinistra non esistono più! Ne vogliamo parlare?!? Parliamone! I valori buoni della destra (meritocrazia, legalità, senso di coesione nazionale, orgoglio italiano, integrità morale) sono stati riscoperti dalla parte sana della sinistra, e i valori buoni della sinistra (solidarietà, giustizia, eguaglianza, redistribuzione della ricchezza, slancio ideale), sono stati riscoperti dalla parte sana della sinistra. Caduto il velo ideologico che era alimentato dal muro di Berlino, sempre più gente ha cominciato a fondere i valori, nella crescente consapevolezza che non può esserci legalità senza giustizia (e viceversa) nè merito senza uguaglianza, (e viceversa), nè solidarietà senza coesione nazionale, nè integrità morale senza slancio ideale (e viceversa). Destra e sinistra come si sono venuti a caratterizzare nel secolo scorso, non esistono più, si sono fuse e confuse in un nuovo ordine di valori emergenti che non ha ancora trovato una sua collocazione poltica. E forse non la troverà. E non ne sentirà la mancanza. Un ordine di valori che fa emergere una visione dei rapporti umani decentrata e non verticistica, di rete e non paternalistica. Favorita dalla rete e dalle nuove tecnologie. E questo non è nè di destra nè di sinistra. La politica comincia sempre più ad assomigliare all'economia: grandi multinazionali contro piccole realtà locali. Tendenza al monopolio contro micro generazione distribuita (di informazione come di energia come di qualunque altro bene e servizio). Grandi centri commerciali basati sullo sfruttamento industriale delle risorse umane e la spersonalizzazione totale dei rapporti anche commerciali,( la cosiddetta "Auchanizzazione"), CONTRO reti di piccoli negozi specializzati con librai, esperti di articoli sportivi, sarti, fotografi, gastronomi, appassionati del loro lavoro e con margini di profitto umani e costi molto elevati, ma del gesto umano, del sorriso, del "buongiorno signora come sta? La bambina tutto bene?". E' la politica del grande accumulo e del monopolio (in cui il nostro premier è maestro) contro la politica dell'anti-trust e delle reti. Nei miei 25 anni a Bruxelles, ho avuto modo di collaborare con i principali leader italiani e europei. Se fossi tedesco voterei certamente Merkel e non i socialisti legati a doppio filo con Gazprom (come il caso penoso di Schroeder dimostra). L'ho conosciuta di persona, la Merkel, e posso testimoniare che il suo interesse per le rinnovabili e la sua avversità per il nucleare sono sincere. E sono anche fondate su precise competenze scientifiche perchè lei è un fisico! Mentre Schroeder è un politico di professione venduto al glamour e al miglior offerente. E il miglior offerente si chiama Putin... Se fossi Spagnolo non voterei certamente per i popolar-radioattivi di Mariano Rajoi, con cui non si può ragionare, ma invece per
Zapatero (pur con tutti i limiti della sua azione di governo recente, troppo appiattita sulle posizioni dalla Confindustria spagnola e di ministri di dubbia integrità ideale, ad essa devoti) o chi gli succederà e certamente . Se fossi inglese la mia scelta andrebbe assolutamente a Cameron, convintamente, anche se è conservatore, mentre con il laburismo nuclear-carbonifero della trimurti Blair/Brown/Milliband non mi prenderei neanche un cafè (sapessi quanto schifo fanno, forse un giorno rivelerò dei retroscena esplosivi). Se fossi portoghese certamente non Barroso ma il socialista Socrates, e solo lui perchè se l'alternativa fosse il suo ministro socialista dell'Economia Manuel Pinhio, allora voterei Barroso. Se fossi greco, certamente Papandreu, anche se non mi fido di molti dei suoi ministri e certo non Karamanlis e i suoi satrapi bugiardi e corrotti. L'energia, le politiche energetiche, diventano una ottima chiave di lettura del consenso politico, per cui ti prego, prendi atto che ormai c'è una spaccatura verticale in tutti i partiti. Non è questione di faziosità o di essere pro o contro il PD o il PDL. Il problema è che nel PD tu hai un Letta che non si discosta molto da Romani, e un Marino che la pensa esattamente come noi. Per la verità nel PDL e nella attuale destra i nuclearisti sono statisticamente molti di più e molto più quèruli, ma rimane il fatto che non ci sono partiti che garantiscano integralmente una correttezza di analisi delle questioni energetiche e delle conseguenti aggregazioni sociali. Fin quì abbiamo parlato dei VALORI della politica. Ma, specie dopo il referendum, non possiamo non interrogarci su come por termine all'anomalia italiana, dovuta al Berlusconismo. Non si tratta di un valore (o un insieme di valori) politico, ma di un grumo purulento di interessi, che ha messo alla base della politica italiana, l'dea che si voti non per affermare valori, ma per difendere interessi. In Italia dunque, la divisione trasversale fra schieramenti politici si arricchisce di un ulteriore elemento: quello della distinzione fra chi crede che la politica debba essere "di valori",(che siano di"destra" o di "sinistra" poco importa) e chi invece crede che la politica debba difendere "interessi" (e "coglioni" quelli che votano "contro" i propri interessi. Ci vorranno anni per riconnettere il cervello all'anima di chi si è fatto irretire da questo ragionamento furbo-individualista, strizzaocchio-paraculo-maschilista. E però rimane la necessità assoluta per il nostro paese di liberarsi dal grande bubbone, dal grande buffone, dal grande puttaniere. E non lo dico per moralismo (che poi in realtà Berlusconi è più di sinistra ce di destra, lo è sempre stato, fin dai tempi di Craxi). E' vero che a casa sua uno può fare quel che vuole, fino a che non commette rati, o non ricompensa le sue puttane con posti di potere pagati da tutti noi sia in termini attivi -salario- che passivi -danni dovuti alla loro incompetenza e malafede-). Lo dico perchè, come dice una fonte non sospetta, Briatore, il capo del governo, in un momento come questo, dovrebbe passare notti insonni, non per pensare alle sue "troie", ma per farsi carico della situazione del paese. Invece lo sta lasciando andare a rotoli e non pensa che a se stesso, e ai suoi interessi. Interessi, che nel caso dell'energia cozzano violentemente contro le rinnovabili. Ma siccome lui ha il governo dalla parte del manico, lo usa contro di esse come un micidiale corpo contundente. E ha fatto già oltre un miliardo di euro di danni, al settore con il cosiddetto, famigerato Decreto Romani. Adesso c'è bisogno di un piano energetico serio, che permetta all'Italia di massimizzare le fonti solari e fare massa critica sulle rinnovabili. Come detta l'Europa e come insegna la Germania. Per questo c'è bisogno di gente nuova al governo. Gente seria, che non pensi in continuazione al bunga bunga serale e che abbia una visione non incagliata nell'antico e nei suoi interessi personali. Gente insomma, disinteressata e lungimirante. Fra i 20 milioni di italiani che hanno votato SI ai referendum, ci sarà pure qualcuno così, no?

venerdì 10 giugno 2011

Jeremy Rifkin invita tutti gli italiani a andare a votare SI al referendum contro il nucleare









QUESTA E' LA TRADUZIONE DEL VIDEOMESSAGGIO DI JEREMY RIFKIN DI INVITO AL VOTO PER IL SI AL REFERENDUM ANTINUCLEARE, CHE SARA' DISPONIBILE SUL SITO DI ECO TV A PARTIRE DALLE 15.

http://www.ecotv.it

Un saluto a tutti i miei amici italiani. Siamo in vista di un week end molto importante , quello in cui sarete chiamati alle urne per decidere sul futuro dell’energia nucleare in Italia. Ma non si tratta SOLO di un referendum sul futuro dell’energia nucleare, si tratta di un referendum sul futuro dell’Italia più in generale!

Si tratta di decidere se il vostro grande Paese entrerà nel XXI° secolo e nella terza rivoluzione industriale alimentata dalle energie rinnovabili, o se slitterà indietro verso il XX° secolo e le sue energie antiquate, centralizzate e verticistiche come l’energia nucleare.

Come già sapete, la Germania sta avanzando a grandi passi verso la sua nuova rivoluzione energetica, introducendo le energie rinnovabili a ritmi formidabili.

Spero che l’Italia segua rapidamente quest’esempio virtuoso e mandi così un messaggio forte all’Europa e al mondo che c’è una nuova generazione di giovani italiani che sono pronti ad abbracciare il futuro e una nuova visione che contribuisca a risanare il pianeta e preservare la Terra per le generazioni a venire!

Confido nella vittoria a questo referendum e vi auguro tutto il meglio!

giovedì 2 giugno 2011

Pasquino e San Francesco


Un Pasquino scatenato dopo gli ultimi rovesci berlusconici, continua a mandare, sempre in forma rigorosamente anonima, le sue rime ispirate per descrivere questi tempi turbolenti con la forza della metrica e della rima.
Questa volta con un ardito ma azzeccato paragone francescano sui beni pubblici mesi in periglio da questo governo affaristico! Laudato sii mio Signore per Frate Pasquino e la sua vena ispirata!


Laudato si, mio Signore, per sora acqua,
la quale è molto utile e umile e preziosa e casta.
San Francesco

Dio creò l’acqua in un bel giorno
e la distribuì sulla Terra tutt’intorno.
Nei fiumi, nei laghi e nei mari
scorrea nei giorni dispari e pari,
libera, “ utile, casta e preziosa”
per dare vita ad ogni cosa.
Dio non dié all’acqua casta e bella
guardiano, padrone o sentinella.
L’acqua è di tutti gli animali
e gli uomini rende uguali,
perché è del ricco e del potente,
ma anche di chi non ha niente.
Ma oggi minacciosi si fanno avanti
affaristi, ladroni e briganti
che voglion l’acqua privatizzare
cioè un bene prezioso rubare.
Così con il Governo in combutta
ti lasceranno a bocca asciutta.
Loro furbamente si arricchiscono
e te, povero fesso, ti impoveriscono.
Che fai? Non vai a votare?
La speculazione puoi affossare.
Se fai il gioco dei ladri compari
per te, caro mio, son cazzi amari.



Pasquino, giugno 2011

martedì 31 maggio 2011


Pasquino, commosso dai risultati elettorali, mi manda una poesia dal forte sapore risorgimentale.

La vittoria

E’ libera Napoli. E’ libera Milano.
Il riscatto non è più lontano.
Esulta il giovin, la donna, l’anziano;
si abbracciano, si stringono la mano;
e attendono dei problemi la soluzione
e la cacciata del re della televisione,
che da anni è l’uomo della menzogna
senza ripensamenti, senza vergogna.
Sperano i precari e i disoccupati,
già nell’area della povertà risucchiati.
Esultano con forza e a muso duro
i tanti giovani senza più futuro.
Gli Italiani son stanchi del razzismo,
delle volgarità e del palese cinismo,
del carnevale della Padania anche,
orchestrato per controllare le banche,
dell’uomo senza tatto e senza cultura
che si arricchisce al dì a dismisura,
degli affaristi e del saccheggio di Stato
da parte di amici e servi dell’apparato.
Con la vittoria torna il valore
della solidarietà con tanto clamore,
della libertà e del rispetto umano,
sempre disprezzato dal Caimano.
Ognuno varrà per quel che è
e non più del denaro alla mercé.
Le donne non seguiranno l’andazzo
di prestazioni immonde nel Palazzo.
Gridiamo, gridiamo in coro:
“ L’Italia ritrovi il suo decoro.
La buona stella ormai cammina:
la liberazione del Paese è più vicina”.

Pasquino, commosso dai risultati elettorali del maggio 2011.

domenica 29 maggio 2011

Ormai, li vede solo lui i comunisti. Lui e qualche milione di fessi che continuano a votarlo contrariamente a ogni logica. Ma sarà sempre così?
L'ironia di Pasquino, come sempre inoltratami in forma anonima, ci aiuta a riderci su. In attesa dei risultati del ballottaggio di queste cruciali amministrative in cui i comunisti non ci sono eppure si cerca comunque di usarli come spauracchio, fino a farli circolare prezzolati come comparse.

Li comunisti

Non si lavano. Sono sporchi.
Mangiano bambini come orchi.
Negano di ciascuno la libertà
Contrariano la privata proprietà.
Dilapidano le ricchezze dello Stato,
soffocano con forza il libero mercato.
Sono l’origine di tutti i mali.
Vogliono le nozze tra omosessuali.
Assoldano sinistri giudici pilotati
e onesti cittadini vengono processati.
Affondano della famiglia i valori
con l’aiuto di insegnanti ingannatori.
Dai luoghi pubblici via il Crocefisso
e invece Marx sui muri affisso
Di fare riforme non c’è verso,
perché si mettono di traverso.
Si intrufolano delle case nel tetto
e spiano avidi nel tuo letto
e diffondono a tutte le antenne,
se ti scoprono con una minorenne.
Sempre ostili nel nostro Parlamento.
Ti minacciano in ogni momento.
Sono attivissimi nei tribunali
e ti calunniano su tutti i giornali.
Son presenti anche nella Chiesa
da cui partono rampogna e offesa.
Il loro esercito è il sindacato,
sempre fedele a sinistra orientato.
Ovunque sparsi in tutta la Nazione,
in ogni quartiere, in ogni associazione.
Ma chi sono questi terroristi?
Non lo sai? Sono i comunisti.
Berlusca da loro è ossessionato
e allarma tutti da vero intronato.
Ma dove sono? Chi li ha visti?
Questi barbari, incivili comunisti?
In tutto il mondo ormai è assodato
Il comunismo “è morto e sotterrato”:
Allora questa favola moderna
accende solo dell’odio la lucerna.
Ha bisogno di un nemico immaginario;
per coprire illeciti fa l’incendiario.
Altri pazzi hanno simulato un nemico
e delle loro atrocità non ti dico.
In conclusione è stato acclarato:
“ E’ fuori della realtà. E’ malato”.
Ma sono malati tanti altri coglioni
che gli tengono da tempo i cordoni.

Pasquino, maggio 2011

domenica 10 aprile 2011

Gino Bramieri è vivo, e lotta insieme a noi!


Pasquino lo dice con signorilità
prendendosi una certa libertà
e per questo conserva la mia stima,
perchè riesce sempre a stare in rima.
Io lo dico un po' più rozzamente:
Berlusconi, ci hai rotto veramente!
E con le insulse barzellette tue
intorbidi le acque come un bue,
ormai ti viene appresso con affetto
solo il presentatore col pizzetto,
che anche se con sgarbo l'hai insultato
davanti a te rimane inginocchiato
Perfino la Meloni, una tua sgherra
nascondersi vorrebbe sottoterra
al gelo della piazza "laureata"
ché la tua barzelletta l'ha insultata
Pasquino lo ricorda, sei malato
se alle laureate che hai premiato
per far vedere quanto la sai lunga
non trovi altro che un invito al bunga bunga!

The Bramieri connection!

L’ossessione è un vero chiodo
conficcato nell’intero cervello
e non c’è rimedio o modo
di schiodare questo rovello.

Agisce di notte e di giorno
e sfarina man mano la mente,
che gira a vuoto tutt’intorno
e fa dell’uomo un deficiente.

L’ossessione porno è infernale;
alimenta solamente la parola,
ché la funzione è andata a male
e il povero privato si desola.

Berlusca del sesso è ossessionato
e come dice moglie, è malato.
Ha perso la natural funzione
e va in meccanica erezione

E allora rimedia con la parola
come surrogato che consola.
Perciò recita insulse barzellette
e su queste impegno mette.

Chi lo ascolta, ride con finzione
e gli fa dono di questa illusione,
ché le barzellette sono freddure
costruite con evidenti sozzure.

Ride Larussa, ride Schifani,
ridono tutti i suoi cortigiani.
Ridete, ridete e date retta
a chi fa dell’Italia una barzelletta..

Pasquino, aprile 2011
(Pasquino si scusa per qualche sottinteso sporco)
E per chi l'avesse perso, ecco il video in cui Berlusconi racconta un'ennesima storiella stupidissima e assolutamente insulsa facendo vergognare perfino la Meloni, il che è tutto dire (guardate bene la sua rezione come reagisce all'evidente imbarazzo che le procura il capo del suo governo)

http://tv.repubblica.it/copertina/nuova-barzelletta-di-berlusconi-a-sfondo-sessuale-ma-stavolta-non-ride-nessuno/65896?video

lunedì 4 aprile 2011

Ich Bin a Lampedusano. Però Gheddafi non me lo maltrattate troppo...

Lampedusa, esterno giorno. Il grande imbonitore circondato da sindaci e presidenti di regione, si autoqualifica "Ich Bin a lampedusano". Ha comprato villa quindi il problema immigrati è risolto. In più risolve un'altra decina di problemi, giacchè c'è: dal Casinò al campo da golf, passando per la riverniciatura delle case, l'abolizione delle tasse e... "perchè eravamo quì, ah si, gli immigrati. Tutti via in 48 ore."
Alla scadenza delle 48 ore, implacabile come sempre, arriva Pasquino con i suoi strali al curaro. Ecco la sua nuova composizione che ci ricorda chi è Berlusconi, chi è Gheddafi, e quale sia stato il trascorso comune. Prima che in questo mondo approssimativo e superficiale la storia venga ricostruita in senso opposto a quelle nel quale i fatti si sono realmente svolti, arte nella quale il nostro Premier eccelle.

TENTENNA

Prima come compagno di merenda
nel centro Roma gli allestì la tenda;
assoldò centinaia di belle fanciulle
dalle procaci forme sotto il tulle.
A queste Gheddaffi il Corano spiegò
e a farsi maomettane le incitò.
Poi come se fosse un papa musulmano
al rais-libico Berlusca baciò la mano.
Ma poi in Libia giovin schiere
si ribellarono al dittatore petroliere,
che invece di prendere la via del confine,
con ferro e fuoco volle mettere fine
alla giovanile gloriosa rivoluzione,
accesa per cacciare il bestial padrone.
A questo punto nostro italico re,
mentre insorgono il Tamigi e la Senna,
da vile e pavido coniglio, tentenna.
Si nasconde e ammutolisce;
sfugge all’ardire come le bisce.
Di contro agli sdegni levatisi in coro,
è convinto che il silenzio è d’oro.
Questo metallo ha sempre cercato
con colpi di mano e scorretto mercato.
Non vuole guerreggiare contro il compare,
con il quale ha fatto affare su affare
e dal quale il bunga bunga ha imparato.
Non vuole che il rais sia condannato.
Ora due possono essere le soluzioni,
dopo tante incredibili distruzioni:
se Gheddaffi soccombe all’istante
Lui:” Non sono mica stato esitante
di mandare in guerra navi ed aeroplani
per combattere mercenari disumani;
se il rais a questa guerra mette fine,
Lui:” Solo io l’ho indotto infine”.
In questi giorni fa il teatrante;
ci manca poco per fare il cantante
nell’isola dove approdan cittadini
libici, somali, eritrei, tunisini.
E da bugiardo fa la solita cosa:
promette illusori benefici a iosa.
E’ andato per sanare altrui pena?
No!. Per recitare su reale scena.
Così ha fatto per i rifiuti abbandonati.
Così ha fatto per i poveri terremotati.
Così fece Nerone con Roma incendiata
per farsi su scena reale una cantata
e incolpò per ciò tanti poveri Cristi
come Berlusca inventa i Comunisti.
Stia a casa questo nano micidiale
che di tutto e ovunque fa carnevale.


Pasquino, aprile 2011

domenica 3 aprile 2011

IL CASO NON E' CHIUSO











Troppo facile dare della "handicappata di merda" e poi scusarsi. Ma veniamo ai fatti. Il presunto onorevole Polledri della Lega Nord (un sul cui sito web si leggono paroloni altisonanti sui valori della famiglia e palle varie), urla "stai zitta handicappata di merda!" alla deputata del PD Ileana Argentin, che sta facendo rilevare che il suo assistente deve applaudire per lei perchè lei non può muovere le mani. Improvvisamente nell'aula succede di tutto, in molti le gridano stai zitta, Polledri ci aggiunge il suo simpatico epiteto scatologico. Vedere per credere.

http://internetepolitica.blogosfere.it/2011/04/lega-nord-i-disabili-secondo-massimo-polledri-stai-zitta-handicappata-del-cazzo-a-ileana-argentin.html

Subito dopo Polledri si scusa. Si giustifica dicendo che non aveva capito i termini della questione. In altre parole se la Argentin fosse stata impegnata in una disquisizione sulla guerra in Libia, o sul disastro nucleare di Fukushima, poteva chiamarla handicappata di merda. Siccome invece stava solo parlando della sua condizione, allora si scusa per aver "eventualmente" offeso la sua suscettibilità. Ora, io dico, Handicappata di merda è un insulto per il quale ci si deve scusare a prescindere, perchè l'urto alla sensibilità non è eventuale, e la sua illegittimità non dipende dal contesto della discussione. Se ti scusi, lo fai senza se e senza ma, perchè, caro Polledri, sei sinceramente pentito e convinto che in realtà sei una grandissima testa di cazzo, escremento (tu si!) di una società troppo tollerante con gli intolleranti, e portatrice malsana di valori che sono indice (cito da Agravox) "di una società senza più freni inibitori dove la brava gente, padana e non, è libera di pensare e dire "immigrati fuori dalle palle", "buttiamoli a mare", "affondiamo le navi", "bruciamo i rom", "forza Vesuvio", non voglio te come insegnante dei miei figli perché sei meridionale, i romeni sono tutti ladri, la cultura non fa mangiare, gli impiegati pubblici possono essere liberamente diffamati, non voglio spendere per insegnanti di sostegno perché tanto i miei figli sono sani, non voglio handicappati in giro perché i bambini s'impressionano, non accettiamo bimbi down in questo albergo perché i clienti s'intristiscono e non spendono e tutto il repertorio davanti ai nostri occhi e che abbiamo più o meno supinamente accettato mugugnando privatamente il nostro schifo." Ecco, io il mio schifo per te preferisco dirlo in pubblico e non "mugugnarlo in privato". Per questo ti dico, simpatico onorevole Polledri "Dimettiti1, oppure se e quando mai ti incontrerò di persona, ti darò un cazzottone su quella faccia da bambino viziato cresciuto all'ombra di un campanile xenofobo, razzista malato. E dopo mi scuserò per il gesto violento giustificandomi col fatto che non avevo capito bene il contesto!

venerdì 25 marzo 2011

Il vaso di Pandora




Giove sul far dell’aurora
fe’ dono di un vaso a Pandora
e le impose a duro muso
di tenerlo sempre chiuso,
altrimenti sarebbero a tutto tondo
fuoriusciti tutti i mali del mondo.
Ma Pandora, fanciulla curiosa,
non diede tanto peso alla cosa.
Aprì il vaso e il mondo totale
fu luogo deserto e inospitale.
Oggi il vaso è l’energia nucleare,
mostro che sconvolge terra e mare.
Diffonde nell’aria radiazioni,
principio e causa di distruzioni.
Migliaia di morti accadranno
e bimbi innocenti moriranno,
Per millenni, questo è certo,
il terreno toccato sarà un deserto.
Questo è il mondo del progresso
da insani nuclearisti promesso?
Decessi a milioni e desertificazioni
non previsti da loro farneticazioni
Pensate di domare il mondo
e invece ne preparate l’affondo.
Così volete governare nostra natura
senza senso del limite e della misura?
La vostra sicurezza proposta è risibile,
perché nella storia c’è l’imprevedibile.
Fermate delle discussioni le risse.
Una cosa è certa: l’Apocalisse.
Nel Governo il nucleare è una bandiera
da sventolare sempre da mane e sera.
Mentre il mostro divora il Giappone
e tutte le nazioni fanno riflessione,
la nostra ministra dell’ambiente,
che del nucleare non capisce niente,
con amici interessati ma ignoranti,
spavalda, impone”Andiamo avanti”
Che ti aspetti da Ministri senza scienza
se non improvvisazioni e demenza?
Ma Berlusca cautela ha raccomandato
dopo che i no contrari ha contato.
Non lo fa per la vita dei cittadini,
ma per non perdere potere e quattrini.
Povera gente onesta, sei spacciata,
cornuta, battuta e cacciata da casa.


Questa volta Pasquino ci aggiunge una perla di saggezza estratta nel vaso arcipelago degli aforismi della filosofia greca. Eraclito aveva detto:" Non ci si può bagnare due volte nelle acque del fiume. Tutto scorre" La mia speranza:" Non possiamo essere sporcati due volte nella m....di Berlusconi"

Pasquino 2011

giovedì 17 marzo 2011

Destatevi Italiani dal vostro torpore!


Pasquino non poteva stare silente in occasione dei 150 anni dell'Italia. Ecco come la celebra da par suo, ricordandoci che le smanie secessioniste della lega sono sole delle gran fanfaronate (illustrate con sarcasmo da questa immagine).
Buona lettura e buon 150simo a tutti


Le invasioni
L’Italia nella sua storia secolare
subì invasioni distruttive e amare.
La gente uccisa, il suolo occupato,
col ferro e col fuoco rovinato.
Longobardi, Vandali, Ostrogoti,
feroci, dominarono in tempi remoti.
Poi Franchi, Borboni e Bizantini
e Spagnoli in tempi più vicini.
Infine le barbare invasioni naziste
con la complicità delle bande fasciste.
Stupri di donne, impiccati cittadini
e non si risparmiarono i bambini.
Finché fu salvo l’onore della nazione
ad opera del popolo in piena ribellione.
Ora nuova invasione non dall’esterno,
si insinua strisciante dall’interno,
come cancro che colpisce corpo sano
che deperisce di certo piano piano.
Sono i barbari bovini della Lega,
a cui la storia dell’Italia non frega.
Inventano una patria virtuale
e la configurano nello Stivale.
Oltraggiano e sputano sul tricolore
e se parla Bossi vanno in calore.
Minacciosi promettono ribellioni
con fucili già pronti a milioni.
Ma invero è grande fanfaronata,
con sonora pernacchia sbugiardata.
Gridano forte” Roma ladrona”,
ma il loro intento è la poltrona.
Si insediano in Province e Regioni
e reclamo soldoni su soldoni
E anche se è denaro italiano,
sempre pronti a stendere la mano.
Se si suona l’inno nazionale,
un fico secco non gliene cale.
Disertano il luogo della riunione
ove si celebra la festa della nazione.
Oggi si fa avanti un giovane leghista
dal boss-padre messo in pista
per accaparrarsi pubblico denaro,
benché a scuola valutato somaro.
A me viene un grosso cruccio
nel vedere spavaldo questo ciuccio,
che bravi insegnanti hanno bocciato,
perché la minima cultura ha ignorato.
Cacciate dall’Italia tali bestioni
con i voti o infine con i forconi.
Inseguiteli di notte e di giorno,
perché nel Paese non facciano ritorno.


Destatevi Italiani dal vostro torpore:
è cittadino chi ha l’Italia nel cuore.
Amate il Paese che incanta e ammalia.
Il mio grido è “ Viva. viva l’Italia”.

Pasquino . 150 dall’Unità d’Italia

domenica 13 marzo 2011

In prigione in prigione!!!


Pasquino non poteva resistere all'impulso di commentare in rima la riforma "epocale" della giustizia, che il nostro premier ha voluto mettere al primo posto della sua iniziativa (e unico) e che sta conseguentemente bloccando l'agenda politica del paese che ben altri problemi dovrebbe affrontare (energia, disoccupazione, decrescita economica, ricerca, infrastrutture, etc). Altro che riforma "epocale". In prigione! Come suggerisce Bennato in una delle sue più belle canzoni:


“I reati non li ho commessi,
eppure ho subìto venti processi.
Ma ora per i giudici viene il bello:
ho in mano del manico il coltello.
Ora al Governo comando solo io,
nessun mi ferma, neanche Iddio.
Senza esitazione e senza paura
riformerò l’odiata Magistratura
e con i miei fedeli servi a rimorchio
metterò i giudici sotto torchio.”

(scoprite voi l’autore di questo delirio)

Per responsabilità il giudice pagherà,
se un grave errore commetterà.
E perciò nel processo sarà inibito
e darà ragione al ricco ben assistito.
Così” La legge per tutti è uguale”
sarà scritta falsa in ogni tribunale.
Il pubblico ministero sarà subordinato
non più alla legge ma al sultanato.
I grandi malfattori non più inquisiti,
mafiosi, ladri e faccendieri impuniti.
Tangentopoli sarà un ricordo sbiadito:
libero il bancarottiere e ogni bandito.
Però la giustizia conseguirà il suo fine
nel mettere in cella i ladri di galline.
L’obbligo dell’azione penale? Basta!
Priorità delle indagini sarà della Casta.
I giudici non saranno autogovernati
ma da un Corte pilotata indagati.
Più potere avrà il Ministro Alfano
che ha ideato l’epocale piano
di stravolgere la nostra Costituzione,
storico baluardo della nostra Nazione.


Pasquino, marzo 2011

martedì 1 marzo 2011

ER BER PAESE


E va bene, sarà anche un falso. Ma è un falso d'autore. Quindi è talmente surreale da diventare verosimile in quest'Italia dove il premier si tromba le minorenni a mazzetti e poi va a farsi applaudire ai raduni cattolici in difesa della famiglia tradizionale. C'è niente di più surreale? Allora ben venga questo apocrifo di Gioacchino Belli che con quattro pennellate descrive meglio di qualunque testo contemporaneo l'Italia all'epoca di Berlusconi.
E grazie a Pasquino per la segnalazione.

Mentre ch’er ber paese se sprofonna
tra frane, terremoti, innondazzioni,
mentre che so’ finiti li mijioni
per turà un deficì de la Madonna,

Mentre scole e musei cadono a pezzi
e l’atenei nun c’hanno più quadrini
pe’la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi,

Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so’ sempre più basse,

Una luce s’è accesa nella notte.
Dormi tranquillo popolo itajianno
A noi ce salveranno le mignotte.

venerdì 25 febbraio 2011

Dittatori amici

Pasquino non poteva farsi sfuggire la ghiotta occasione di mettere in rima la poetica amicizia fra due austeri gentiluomini come Gheddafi e Berlusconi, e così dopo un periodo di riflessione sugli ameni avvenimenti di Libia degli ultimi giorni, superata l'onda di disgusta da tali avvenimenti ispirata, mi ha "sganciato", come sempre in forma anonima, questa bomba in rima, che metto in condivisione sul mio blog. Ringrazio Pasquino e i suoi pazienti lettori.

Dittatori amici

Il nostro premier fa gli onori
a tanti sanguinari dittatori.

Del dittatore russo è grande amico.
Un’intesa fra i due. Non ti dico.
Che grande scambio di ammirazione;
ed un inusitato dono: un lettone,
su cui può ospitare più donne insieme
chi di essere svergognato non teme.

Della Bielorussia ammira il dittatore,
che da decenni fa il governatore.
Del duce dell’Egitto amico si professa
e a lodarne il governo mai non cessa.
Ammira pure la dittatura della Tunisia
e prega perché l’Italia così sia.

Tutti questi la libertà negano alla gente,
ma a lui non gliene importa proprio niente.
Gli interessa solo fare proficui affari
con tutti questi tiranni suoi pari.

Un dittatore più degli altri ha amato,
al quale miliardi italiani ha donato,
costruzione di strade e risarcimenti,
navi con tanti moderni armamenti.
E’ un dittatore folle e sanguinario,
sempre avido benché miliardario,
e mentre il suo popolo muore di fame,
più ricchezze accumula questo infame.
Da lui il premier ha bene imparato
il cosiddetto bunga bunga scatenato.
E per nostra vergogna con un gesto insano
più volte in pubblico gli ha baciato la mano.

Chi ama i dittatori che fanno tanto male
è forse destinato a diventare tale.
Chi li ammira con tanto trasporto
e di questi non riconosce il torto;
chi questi ama con anima e core
non è in potenza anche lui un dittatore?

E adesso, giusto per tirarci su di morale, propongo a tutti la edificante visione di un omicidio perpetratp da Gheddafi mentre il suo amico Berlusconi sta ben attento a non disturbarlo:deboli di stomaco astenersi!!!

domenica 13 febbraio 2011

Il Porco al Teatro Dal Verme


Ieri è andato in onda lo squallido spettacolo di un maiale che difendeva un porco davanti a trecento babbuini. Il tutto nel teatro Dal Verme di Milano. Questa kermesse zoologico-scatologica, ha rappresentato una ghiottissima occasione per Pasquino di esercitare il suo talento per la rima. Pubblico dunque il suo ultimo componimento, giuntomi come sempre in forma anonima.

L’Italia in mutande

Un elefantiaco maiale con grugnito
altri maiali in sala ha riunito
e ha steso come una lavandaia
di svariate mutande tante paia
.Poi ha esordito con suo vocione:
“ E’ bello fare lo sporcaccione,
liberare la bestia del sesso;
fare ciò che non è permesso,
liberarsi dello spirito puritano
e sguazzare liberi nel pantano.
Non pago di una sola morosa,
usare la donna come cosa”.
Ascoltare è assai divertente
chi di sesso è nullatenente.
A parte lo scherzo e l’ironia
ti colgono tristezza e malinconia
l’essere governati da cialtroni,
da satiri, da pervertiti e da buffoni.
Povera Italia,! Che sconquasso.
Mai eri caduta così in basso!


Pasquino, febbraio 2011

PS.
Per chi volesse sapere ci si prenda il fastidio di partecipare a queste pseudo manifestazioni di sostegno all'insostenibile e di supporto all'insopportabile, consiglio questo approfondimento;

martedì 8 febbraio 2011

La nipote di Lula

E così le minorenni con cui Berlusconi passava le sue seratine rilassanti erano almeno due. Oltre all'ormai celeberrima Karima-Ruby, minorenne marocchina, spacciata alla questura di Milano come la "nipote di Mubarak", la procura di Milano lo ritiene responsabile di aver fatto sesso anche con Iris Berardi, minorenne brasiliana. Per fortuna che questa non si è messa nei guai con la polizia sennò avremmo avuto un'altra telefonata per liberare la "nipote di Lula"...
Ma come ha preso, la politica egiziana, la notizia che Berlusconi ha con grande disinvoltura e leggerezza, usato il nome di Mubarak per esfiltrare la sua amichetta minorenne dalla questura di Milano? Più di mille parole è estremamente significativo vedere l'espressione della faccia di questo politologo egiziano alla notizia. Vale più di tutte le parole successive.
http://tv.repubblica.it/le-inchieste/e-in-egitto-che-si-dice-della-nipote/61011?video=&pagefrom=1
Berlusconi è pure fortunato che Mubarak abbia ben altre gatte a cui pensare, sennò sono convinto che Berlusconi si troverebbe a dover fronteggiare un formidabile incidente internazionale, forse il più grave nella stora della diplomazia italiana. Quest'uomo ha anche un poderoso fattore C...

lunedì 7 febbraio 2011

Ahi! serva Italia, di dolore Ostello!...

Pasquino continua ad appendere le sue poesie anonime sulla mia statua virtuale, e questa volta comincia con Dante...

"Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello".
Dante, Purgatorio VI canto





Italia mia

Italia mia, quanti morti per farti unita;
quanti giovin per te dieder la vita.
Quanti pensatori hanno sperato
di far di te un unico Stato.
Ha avuto inizio nell’Ottocento
il tuo eroico Risorgimento.
Ti vollero unita Cavour e Mazzini,
gli studenti di Pisa e i Garibaldini
Quanti eroi giurarono sul tricolore:
“Qui si fa l’Italia o si muore “
Salirono sui monti i partigiani
e diedero dignità agli Italiani.
Partigiani caduti o fucilati;
sacerdoti e civili impiccati,
da criminali fascisti rinnegati.
Più di centomila i morti contati.
Oggi nuovi barbari vogliono spezzare
l’unità del paese ultrasecolare.
Disprezzano il glorioso tricolore;
rinnegano la nostra storia con furore.
Denigrano i nostri eroi nazionali
e li ritengono la causa di tutti i mali
E il caporione ancora adesso
grida:” Il tricolore nel cesso”.
Bollano i meridionali come ladroni
e li insultano, chiamandoli terroni.
Son vendicativi, ignoranti e razzisti,
presuntuosi e arroganti fascisti.
Nessun li ferma, nessun li doma,
mentre fanno il sacco di Roma.
Nel paese sono esigua minoranza.
Eppure avanzano con tanta baldanza.
Occupan ministeri, ottengono poltrone;
è una lenta, sorda occupazione.
I loro fucili sono solo una burla,
che nelle loro menti malate frulla.
In nessun di loro vi è certa intenzione
al sacrificio per la loro nazione,
chiamata Padania per la secessione,
che è pura, chiara invenzione.
Ognun invece il suo interesse pasce,
pronto a mangiare a quattro ganasce.
I martiri spronano alla ribellione,
per evitare una nuova occupazione.
Ma il richiamo rimane inascoltato
da chi la coscienza ha barattato.
E moltissimi preferiscono il verminaio,
ben orchestrato da astuto pifferaio.





Pasquino, febbraio 2011

venerdì 4 febbraio 2011

SULLA RUOTA DI ARCORE


E così il Berlusconi ragionevole e bipartizan questa volta non è durato più di 36 ore. Stamattina a Bruxelles il Premier del bunga bunga, con una sobrietà da vero uomo di Stato ha innescato la più violenta polemica di sempre con la Magistratura, accusando le procure di aver commissariato l'Italia (cioè lui). Ma due giorni fa ha fatto di peggio, e la cosa merita di essere ricordata: sotto pressione per le inchieste per prostituzione minorile e concussione, volendo fabbricarsi un diversivo per uscire dalle segrete del castello di menzogne che lui stesso si è costruito, Berlusconi decide di rilanciare sull'economia e con che cosa viene fuori? Con la proposta di un accordo bi-partizan per la cancellazione dell'articolo 41 della Costituzione Italiana. E cosa dice l'articolo 41 della costituzione? Vale la pena leggerlo per intero: L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. Ma voi pensavate davvero che a bloccare la ripresa economica e a scoraggiare gli investimenti in Italia fosse la criminalità organizzata? Che a decredibilizzare governo e sistema televisivo fosse il monopolio dell'informazione? Che a attardare la modernizzazione dell'infrastruttura economica fosse la dipendenza da fonti energetiche che non possediamo nè controlliamo. No! I problemi per Berlusconi e i suoi infelici consiglieri sono l'impossibilità di inquinare e rovinare l'ambiente, di ledere la dignità umana, di violare i diritti dei lavoratori e di attentare alla libertà dei consumatori, tutte attività interdette dalle previsioni staliniste di una Costituzione obsoleta e Bolscevica. E così San Silvio, fra un bunga e un altro bunga, trova il tempo di occuparsi della nostra economia e di salvarla dalle grinfie dei comunisti che evidentemente fra magistratura, politica e economia, non stanno fermi un attimo. Insomma, questo improbabile personaggio si sveglia dal torpore delle sue turpitudini personali, e per distrarci da esse cerca di attirarci nella trappola di una discussione sulla libertà di impresa che impostata così è solo una barzelletta. La Germania, che cresce al ritmo del 4 percento annuo, è il Paese dove più si rispetta l'ambiente, le leggi sociali e i diritti dei lavoratori. Invece per Berlusconi noi dovremmo fare come i cinesi. Così mentre lui si tromba le sue puttanelle, i lavoratori, i consumatori, l'ambiente e l'economia vera (non quella parassitaria e monopolista delle rendite pubblicitarie che ha fatto la sua fortuna, ma l'economia di gente che produce davvero beni e servizi utili alla collettività e accettati sul mercato), vengono messi all'indice. Ormai, in questa Italia degli ultraberlusconi, non si sa più se ridere o piangere, come ieri per la decisione del Parlamento che accredita la versione che Berlusconi pensava adavvero di stare intervenendo in favore della "nipote di Mubarak".
L'unica cosa certa è che lui la sparerà sempre più grossa, e che la politica all'era di Berlusconi, è una incognita totale che segue i ritmi delle sue vicissitudini personali. L'unica certezza nell'Italia del bunga bunga, è l'imprevedibilità. La nostra strategia economica ridotta a una estrazione del lotto sulla ruota di Arcore...

mercoledì 2 febbraio 2011

Arcore's nights


Mettiamo che la ragazza nella foto sia 1) intelligente, 2) studiosa, 3) che si è pagata da sola la laurea breve in igiene dentale, 5) di madre lingua inglese che farebbe fare un figurone alla Regione Lombardia in caso di visitatori stranieri, e che sia disponibilissima, come vediamo, ad esibirsi anche al palo della lap dance per le serate "rilassanti" del capo; pensiamo forse che il nostro premier le proporrebbe di entrare nel listino bloccato di Formigoni per lucrare uno stipendio di 12.000 euri al mese pagato con le nostre tasche? Non so perchè, ma qualcosa mi dice proprio di no. Così è solo una sensazione che non riesco proprio a spiegare... Ho come l'impressione che ad una stretta applicazione della legge del Bunga (Bunga) la poverina non passerebbe l'esame, nonostante tutta la bontà di cuore del signore di Arcore. Chissà perchè l'unica verità che ho sentito da quando è scoppiato il Rubygate, mi pare essere quella raccontata dalla sora Cesira con questo irresistibile video, the Arcore's nights
Buon ascolto e buona fortuna!