Noi occidentali.
Nel senso che sul terrorismo fondamentalista si è già detto tutto, ma in questa storia salta agli occhi ancor prima che la spietata efferatezza degli assassini, l'assoluta mancanza di preparazione e di difesa di un sistema di prevenzione e sicurezza che pure avrebbe dovuto essere in allarme giallo se non rosso e che invece viene trafitto come burro.
Quindi piuttosto che soffermarci sul terrorismo fondamentalista preferirei concentrarmi sugli aspetti sconcertanti della assoluta impreparazione dei servizi segreti francesi e occidentali, su cui molto resta da dire e analizzare.
Prima che si scateni la canea razzista-leghista anti islamica, o la retorica solidarista pelosa sull'attentato alla libertà di informazione e alla sicurezza dell'Occidente "democratico", fermiamoci per un attimo a riflettere su quello che è successo davvero oggi a Parigi.
Un commando terrorista perfettamente addestrato nell'arte militare riesce a entrare armi in pugno (le armi erano Kalashnikov non pistolette nascondibili in tasca!) nel palazzo a meno di un chilometro dal Louvre, quindi nel cuore di Parigi, dove ha sede il settimanale satirico Charlie Hebdo (che era stato già minacciato e aveva subito altri attentati) e uccide12 persone, giornalisti addetti alla sicurezza il grande economista anti liberista Bernard Marie e 4 vignettisti famosissimi (Wolinski, Char, Cabu e Tignous).
Per capirci, è come se in Italia fossero penetrati in un palazzo in via del Corso a Roma e avessero ucciso tutti insieme, l'economista Guido Viale, e i vignettisti Vincino, Altan, Vauro e Forattini.
Una cosa così non si improvvisa. Ci deve essere stata una preparazione, appostamenti, scambi di informazioni, addestramento etc. E' assolutamente poco credibile che i servizi segreti francesi, così efficienti quando si tratta di ordire colpi di stato all'estero, se la siano fatta fare sotto al naso in questo modo.
Thomas Sankara, vittima del terrorismo francese nel 1987 |
In queste occasioni i servizi segreti francesi e la CIA furono efficientissimi. Infiltrarono gli staff delle loro vittime, corruppero a colpi di milioni tutti coloro che potevano essere utili a far cadere in trappola l'odiato nemico. Sankara per esempio fu tradito dal suo amico fraterno e braccio destro Blaise Compaorè, che è tuttora il Presidente del Burkina Faso. Soltanto per organizzare l'invasione della Libia con la scusa della difesa della primavera araba mentre in realtà si volevano mettere le mani su gas e petrolio, i servizi segreti francesi misero in moto una intelligence internazionale che infiltrò centinaia di agenti provocatori ben pagati nei movimenti di liberazione a Tripoli, a Bengasi, a Misurata, in tutta la galassia anti (e pro) Gheddafi.
Insomma quando la causa li interessa veramente, i servizi segreti francesi e occidentali non badano a spese (e la CIA ancor meno). E adesso noi ci dovremmo bere la panzana assolutamente indigeribile che due o tre terroristi abbiano messo in scacco da soli tutta la potentissima intelligence francese, altrettanto spietata?
Hollande crede davvero di cavarsela così, propinandoci la balla che la sua intelligence civile e militare se la sia fatta fare sotto al naso da quattro beduini della banlieu francese spavaldi e spericolati al punto di architettare tutto da soli senza che i servizi segreti della quinta potenza nucleare del mondo ne sapessero nulla? Davvero qualcuno si aspetta che noi crediamo che l'intelligence dei terroristi funzioni meglio della di quella di uno dei paesi più potenti del mondo, tanto che sapevano l'ora, il giorno e il posto della riunone di redazione di Charlie Hebdo?
Quanto sono costate le guerre contro i paesi islamici per prenderci le loro risorse, e i loro idrocarburi e quanto avrebbe potuto costare una operazione di "intelligence" efficace in grado di prevenire questo attacco vigliacco a Charlie Hebdo?
Alessandro Politi |
Per ogni attentato come questo (ieri in Turchia, prima ancora in Arabia Saudita) oltre al commando suicida pronto a farsi saltare, c'è un fattore molto più importante che è questo: un sistema di intelligence che non ha funzionato per incompetenza o collusione. I servizi segreti di un paese moderno, non possono essere presi di sorpresa da due franco algerini appena rientrati dalla Siria dove si sono addestrati nelle file dell'ISIS del Califfo di Al Baghdadi senza che ci sia incompetenza o, molto peggio, complicità da parte loro.
Come è possibile che nel cuore della capitale di uno dei Paesi più nel mirino del terrorismo e impegnato su tutti i fronti caldi del mondo per 5 minuti i terroristi abbiano potuto agire indisturbati e attentare al giornale più esposto al terrorismo fondamentalista?
Se ci diamo una risposta seria a questa domanda capiremo chi sono i veri nemici!
Altro che Islam. Il nemico ce l'abbiamo in casa nostra. Chi deve proteggerci o è colluso coi terroristi, o è incapace. Questa è la semplice verità.
Se non vogliamo vederla, siamo degli idioti.
Se invece davvero i servizi segreti si siano fatti infinocchiare da un terrorismo che dovevano invece tenere sotto controllo con la stessa efficienza delle operazioni contro i capi di stato scomodi di cui parlavo sopra, allora gli idioti sono loro.
E dovrebbe saltare tutto il vertice dell'intelligence francese (ma scommetto che nessuno si dimetterà a Parigi per questo).
Detto questo, naturalmente, non posso che stigmatizzare senza alcuna riserva chi crede che per fermare una matita sia sufficiente il Kalashnikov, perchè la matita è un'arma molto più potente del Kalashnikov. Che non sarebbe nemmeno arrivato a sparare se i servizi segreti avessero fatto il loro lavoro.
PS.
Che Charlie Hebdo fosse nel mirino dei terroristi lo sapevano tutti. Io stesso avevo scritto un post quando il settimanale subì il primo attentato, su questo blog, in cui anticipavo alcuni dei temi di questo post.
http://angeloconsoli.blogspot.it/2012/09/la-primavera-araba-e-lintolleranza.html