Il
suo corpo è stato ritrovato ieri nelle acque del Lago di Salto
vicino Rieti dove viveva e lavorava.
Si
chiamava Silvio Paoselli, ed era un mugnaio a km zero, che
molti affezionati clienti del Mercato contadino dei Castelli Romani
conoscevano per le sue farine, preparate con cura e consegnate con
amore a molti panificatori locali.
Si
è tolto la vita dopo la messa all'asta del suo antico mulino che era
tutta la sua vita, ma purtroppo gli era stato tolto per difficoltà
economiche.
Prima
di togliersi la vita ha inviato un sms alla sua famiglia e ai
colleghi del mercato contadino per chiedere di prendersi cura dei
suoi asinelli. “Anche la vita di Silvio è stata venduta
all’asta”, hanno scritto i suoi amici contadini del Mercato
Contadino che lo hanno voluto ricordare sporcandosi il volto di
farina per omaggiarlo, mentre impastavano la sua farina.
“Chiediamo
che gli speculatori che hanno comprato all’asta il mulino di Silvio
non debbano fare del manufatto aziendale un utilizzo diverso da
quello per cui Silvio ha sacrificato la sua vita. Chiediamo che non
vengano consentiti cambi di destinazione d’uso di quel manufatto.
Chiediamo che la triste vicenda della morte di Silvio sia dibattuto
dal Consiglio comunale, da convocare con urgenza in seduta
straordinaria per trovare un modo per impedire qualunque speculazione
su quel manufatto”.
Così Elisa
Di Gennaro, presidente
dell’Associazione km0, soggetto gestore del Mercato Contadino, che
sì è mobilitata assieme a tutti i produttori che ogni
settimana portano cibo fresco e buono nelle nostre case, e, a nome di
tutti i produttori del Circuito ColtivEndo dei Mercati Contadini,in
un appello al Sindaco del Comune di Contigliano, in cui si trova il
mulino di Silvio.
“Non
deve più accadere -
dichiara l’allevatore Erminio
Latini - che
si perdano terre e beni aziendali per aver saltato qualche rata di
mutuo. Deve essere immediatamente istituito un fondo di solidarietà
per salvare le piccole aziende in crisi. Non si pignorano intere
vite".
Oreste
Molinari, consigliere
del Consorzio Tutela Frascati, ricorda che “analoghi
gravi problemi li viviamo anche nel settore vitivinicolo, dove la
crisi continua a mietere vittime. Chiediamo anche al Ministro
dell’Agricoltura di contribuire per l’istituzione di un fondo di
solidarietà per sostenere i piccoli imprenditori agricoli che
rischiano di veder pignorati e venduti all’asta i beni aziendali ”.
Qui
dobbiamo però fare un passo indietro e analizzare la situazione con
occhiali completamente nuovi.
La
piccola agricoltura (e la piccola impresa in generale) sta
vivendo sulla propria pelle una situazione debitoria ormai
insostenibile, anzi in un reversal of
responsibilities degno di Matrix, sta pagando colpe non sue.
La classica vittima che paga le colpe del suo carnefice. Ma
procediamo con ordine.
LA
LOGICA DEL DEBITO E L'ERA DEL PETROLIO.
Il
debito e la sua logica sono nati con l'economia della seconda
rivoluzione industriale, basata sul petrolio, ossia una fonte
energetica che per raggiungere economie di scala e profitti
astronomici ha necessitato una altissima intensità di capitali. Chi
è stato in grado di fornire tali capitali, oggi domina il mondo e
impone le sue regole come se fossero le tavole della legge scolpite
da Dio nelle tavole di marmo di Mosè sul Sinai!
Ed
è così che con il tempo, nell'economia fossile è stato totalmente
capovolto il rapporto fra finanza e economia. Inizialmente nata in
funzione delle esigenze di finanziamento delle imprese nell'economia
reale, la finanza oggi si trova a dominare l'economia reale in un
gioco di specchi in cui il virtuale domina il reale nell'interesse di
pochissimi gruppi finanziari mondiali che hanno permesso la
realizzazione delle infrastrutture dell'economia fossile conquistando
un ruolo di preminenza (vedi prevaricazione) verso chi produce beni e
servizi reali nell'economia.
L'ASSERVIMENTO
DELL'ECONOMIA REALE ALLA FINANZA SPECULATIVA.
Questo
processo di asservimento dell'economia reale all'economia finanziaria
speculativa, è stato graduale e non brutale (altrimenti avrebbe
causato rivoluzioni) e ha prodotto un mondo estremamente diseguale in
cui le 300 persone più ricche del mondo possiedono un patrimonio
pari alla ricchezza dei 4 miliardi di persone più povere, costrette
a vivere sotto la soglia di sussistenza (identificata dall'ONU in 2
dollari al giorno).
Certo,
l'era del petrolio ha anche garantito uno sviluppo tecnologico in
grado di facilitare la vita, il benessere di una minoranza di esseri
umani, e una compressione dello spazio tempo con viaggi e
comunicazioni molto più veloci e una vertiginosa accelerazione dei
ritmi vitali e professionali, (cosa che non è ancora stato
dimostrato sia positiva per l'essere umano), ma ha comportato una
devastazione ambientale e climatica senza precedenti, perché si è
trattato di un processo storico ad altissima entropia in grado di
mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa genere umano.
E
comunque questo modello fossile ha oggi ha raggiunto i limiti della
sua efficienza, e non funziona più perché presuppone un mercato
senza regole in cui alla fine il potere di acquisto del lavoratore
medio viene eroso fino all'impoverimento, e una economia di mercato
senza consumatori finisce per morire. Nella jungla in cui vige la
legge del più forte, arriva sempre il momento in cui il leone ha
mangiato anche l'ultima delle gazzelle e poi o diventa erbivoro o
muore di fame.
Ma
usciamo dalla metafora zoologica e torniamo all'analisi dei
meccanismi di funzionamento del capitalismo finanziario predatorio e
senza regole che uccide i piccoli imprenditori.
Bisogna
capire che allo sfruttamento delle fonti fossili si è affiancato un
imponente apparato ideologico che, forte dell'analisi pseudo
scientifica dei "Chicago boys" (la scuola di Chicago dove è
nato l'ultraliberismo economico), è riuscita a imporre scelte
scellerate ad una politica asservita e corrotta, legata
ideologicamente al carro dell'ultraliberismo economico sia nelle sue
espressioni di "destra" che in quelle di "sinistra".
E'
così che durante la seconda rivoluzione industriale la libertà di
commercio internazionale promossa in modo dittatoriale da organismi
internazionali come FMI, WTO, e quella Troika responsabile del
disastro greco è diventata di fatto un Totem intoccabile.
Questo
commercio internazionale premia la filiera lunga e i suoi profitti
stratosferici, e punisce i piccoli agricoltori di qualità come
Silvio.
E
infatti, appena arrivata nel Paradiso dei Giusti, il nostro buon
mugnaio romano si sarà incontrato con migliaia di suoi colleghi che
parlano la lingua di Aristotele e Platone. Tutti scomparsi negli
ultimi anni a causa di quella nefanda politica di rientro da un
debito puramente nominale e artificiale imposta con disumane regole
internazionali e europee dettate non da cittadini e nell'interesse
dei cittadini ma da gruppi di potere finanziario internazionali nel
loro esclusivo interesse.
LA
CRISI DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E UN GRUPPO DI
PSICOPATICI ALLA GUIDA DEL MONDO.
I
grandi speculatori finanziari che dirigono le grandi banche d'affari
sono solo dei volgari scommettitori incalliti e malati, dei veri e
propri psicopatici del gioco d'azzardo che i media mainstream
generosamente continuano a chiamare “mercati finanziari" e
che per vivere hanno bisogno di dominare e distruggere l'economia
reale determinando quello che il grande sociologo torinese Luciano
Gallino ha chiamato la "redistribuzione del reddito dal basso
verso l'alto". (Luciano Gallino La
Lotta di Classe dopo la lotta di Classe - Edizioni Laterza,
pag 104 e seguenti.)
Questa
è la crisi della seconda rivoluzione industriale, ed è una crisi
terminale. I fondi di solidarietà per le vittime della crisi sono un
palliativo/placebo totalmente inefficaci se vogliamo agire sulle
cause della crisi anziché sui suoi effetti.
Non
ci sono possibili cure nè rimedi all'interno delle logiche interne
al modello economico che questa crisi ha generato (fra cui, appunto,
la logica del debito).
Le
grandi banche d'affari mondiali, (principalmente americane ma non
solo americane), hanno imposto le loro regole e i loro parametri
decisi a tavolino dai suddetti economisti di Chicago, la banda
guidata dall'economista-gangster (altro che Al Capone), Milton
Friedman, ispiratore delle politiche della Thatcher, di Reagan,
Pinochet e tutte le più vergognose gerarchie politiche degli ultimi
40 anni.
|
Milton Fridman con il dittaotre Augusto Pinochet in immagini di repertorio
tratte dal film "Shock Economy di Naomi Klein |
Le
regole economiche stabilite da questi economisti, espressione della
grande finanza speculativa non hanno assolutamente nessun riscontro
nella realtà né recano alcun vantaggio ai cittadini comuni che però
le accettano perché bombardati costantemente da media compiacenti
che presentano la logica del debito e il capovolgimento del rapporto
economia/finanza come normale invece che come una aberrante
deviazione.
PARAMETRI
ECONOMICI ARBITRARI IMPOSTI COME VERITA' ASSOLUTE.
Ad
esempio l'idea che la stabilità economica di un paese debba
giudicarsi a partire dal rapporto fra il suo PIL e il suo
debito/deficit, e addirittura la sua quantificazione in percentuali
totalmente arbitrarie inventate da oscuri funzionari quasi per
scherzo (si veda al riguardo la puntata di Presa Diretta sul debito
di domenica 1 marzo su Rai 3), è solo una rispettabilissima opinione
E
ci sono anche opinioni opposte come quelle del gruppo di economisti
che fanno capo alla scuola di premi Nobel Joseph Stiglitz e Paul
Krugman in America o degli economisti francesi Philippe Askenazy,
Thomas Coutrot, André Orléan e Henri Sterdyniak, autori del
"Manifesto degli Economisti Sgomenti (2010 edizioni Les Liens
Qui Libèrent per la Francia e Minimum Fax per l'Italia),
firmato da altri 150 economisti francofoni fra i quali il mio amico,
il professore belga Eric Toussaint, coordinatore del gruppo di lavoro
che ha dichiarato illegittimo in quanto immorale il debito
dell'Ecuador per il Presidente Rafael Correa, e ha curato la
costituzionalizzazione del divieto di indebitamento per il Paese
sudamericano, sulla qualcosa, proprio Toussant ha scritto un saggio
per il libro Manifesto Territorio Zero curato da me e Livio de
Santoli nel 2013 (Territorio Zero – Edizioni Minimum Fax 2013
- pagg. 101 e seguenti) .
E
dunque una opinione nemmeno maggioritaria in dottrina economica, che
vede nel contenimento dell'inflazione e della spesa pubblica e nella
limitazione dei redditi e dei diritti dei lavoratori un segnale di
benessere dell'economia, è diventata la base ideologica per la
costruzione dell'Euro in Europa e per le pratiche disumane su scala
planetaria del Fondo Monetario Internazionale a vantaggio esclusivo
della grande speculazione finanziaria internazionale.
DALLO
SCHIAVISMO ALLA SCHIAVITU' DEL DEBITO.
Si
è costruita la logica dell'indebitamento come leva per impossessarsi
delle risorse naturali di paesi che non potevano più essere
sfruttati tramite strumenti quali il colonialismo, l'imperialismo e
prima ancora lo schiavismo.
Questa
spoliazione oggi assume la forma delle cosiddette privatizzazioni
autorevolmente "suggerite" dai medesimi organismi
finanziari che creano il debito come ricetta per la stabilizzazione
finanziaria dei paesi "a rischio", su tutto il pianeta.
Purtroppo
questa verità non viene mai raccontata, perché i media di tutto il
mondo (e principalmente quelli italiani) preferiscono raccontare in
modo assolutamente acritico, la favola del debito, dei mercati
finanziari, della inevitabilità dell'energia da fonti fossili della
filiera lunga agroindustriale, degli OGM e del consumismo esasperato
come misura della modernità e del benessere di un paese.
Questa
ardita fabbricazione che non resisterebbe a nessun testo di logica e
coerenza, è purtroppo diventata la base per la costruzione
dell'Unione Monetaria Europea, e non è mai stata messa in
discussione da nessun leader europeo né di destra né di sinistra.
IL
NEW DEAL DI ROOSEVELT NON CI HA INSEGNATO NIENTE.
Eppure
già dal 1929, dopo il grande crack di Wall Street, il presidente
Franklin Delano Roosevelt, aveva identificato nell'ingordigia delle
grandi banche d'affari (=speculative), il nemico principale della
felicità dell'uomo, e aveva cercato di metterle un freno con il suo
New Deal ispirato alle politiche visionarie ma efficaci
dell'economista britannico John Maynard Keynes, ossia delle
politiche di intervento massiccio dello Stato nell'economia per
creare lavoro e modernizzare le infrastrutture.
Un
esempio particolarmente pregnante di queste politiche fu
l'istituzione della R.E.A. (Rural Electric Administration), firmata
da Roosevelt nel 1935, con l'obiettivo specifico di portare energia
idroelettrica (quindi rinnovabile) a tutta l'America rurale.
Questa
impresa epocale ottenne risultati stupefacenti in pochissimo tempo.
In meno di due anni vennero elettrificate 300.000 fattorie con
l'estensione di 117.000 km di cavi elettrici, il tutto gestito non
dalla società elettrica (che era recalcitrante e remava contro), ma
da migliaia di cooperative elettriche promosse dagli stessi
agricoltori in perfetta linea con il modello distribuito (che si sta
affermando solo oggi), agricoltori che "si procuravano le
competenze necessarie sia per gestire le cooperative sia per
costruire le linee elettriche. L'investimento nell'elettrificazione
procurò alle comunità rurali vantaggi incalcolabili. Esso permise
di prolungare l'attività produttiva giornaliera, di compiere con
meno fatica i lavori più pesanti, di aumentare notevolmente la
produttività agricola, e di migliorare il benessere fisico ed
economico di milioni di famiglie. Nei primi 5 anni del programma
R.E.A. furono collegate alla rete elettrica oltre 12.000 scuole
rurali. Con l'arrivo della luce elettrica gli allievi furono in
condizione di estendere la propria giornata di studio, potendo
svolgere i compiti assegnati anche la sera dopo aver sbrigato le
faccende quotidiane" (Jeremy Rifkin, La Società a
Costo Marginale ZERO Mondadori 2014 - pag. 294 e seguenti)
Sul
piano legislativo la più grande conquista del New Deal Roosveltiano
fu il "Glass-Steagall Act, che impose la separazione fra banche
di affari e banche di risparmio in modo da evitare, come era accaduto
nel 1929, di coinvolgere i piccoli risparmiatori nelle spericolate
operazioni finanziarie dei grandi speculatori.
Nacque
così la più potente limitazione legislativa delle speculazioni
finanziarie di tutti i tempi, ed è divertente considerare che il
Glass Steagalll Act è stato abolito non da accaniti leader
dell'ultra destra come Reagan o Bush, ma da una amministrazione "di
sinistra" come quella di Bill Clinton, nel 1996, (con la
pretestuosa argomentazione che "l'eccesso di regolamentazione
avrebbe impedito lo sviluppo adeguato dell'innovazione finanziaria",
un mantra dell'ultra liberismo economico) e questo ha dato la stura
alle speculazioni finanziarie e le frodi che avverranno nei decenni
successivi e che culmineranno nella crisi del sub prime del 2008"
(Damien Millet-Eric Toussaint, DEBITOCRAZIA, pag. 80).
Con l'abrogazione del Glass Steagall Act si è realizzato un modello
di creazione e vendita di prodotti derivati senza nessuna
affidabilità perché ottenuti dallo “spacchettamento” di crediti
ormai inesigibili in quanto generati per sostenere "a debito"
i consumi americani che altrimenti non sarebbero mai ripartiti a
causa del trentennio di follia ultraliberista Reganiana, che ha
distrutto il mercato interno detassando i profitti astronomici delle
multinazionali e permettendo loro di rilocalizzarsi in paesi dove la
forza lavoro costava meno che in America. Questi prodotti finanziari
tossici (gli ormai tristemente famosi subprime) hanno
intossicato tutta la finanza mondiale e sono alla base del crack del
2008. Al riguardo fanno notare sempre Millet e Toussaint
nel già citato Debitocrazia (pag.85) "Nell'era
dei prodotti derivati, le banche cumulano migliaia di crediti in
pacchetti finanziari denominati CDO (Collateralized Debt
Obliogations che sono in pratica giochi di prestigio che un
debito lo fanno diventare un credito e quindi lo rendono vendibile
ndr). Dopo di che vendono questi pacchetti ad altri
investitori e fanno utili intascando le commissioni. Le convenienze
dunque sono cambiate e spingono ormai ad assicurarsi la vendita del
massimo numero di pacchetti di derivati. La qualità delle attività
su cui poggiano questi derivati, come il credito ipotecario delle
famiglie a basso reddito è divenuta una preoccupazione secondaria.
In fin dei conti se questi crediti non venissero rimborsati, le
perdite non sarebbero assunte dalle banche ma dagli investitori che
hanno acquistato dei CDO. E' importante sottolineare che tutti gli
anelli della catena del credito erano legati da un elemento comune:
la frode. Dalla sottoscrizione dei crediti ipotecari da parte delle
famiglie passando per l'elaborazione dei CDO con la benedizione delle
agenzie di rating, fino alla vendita a investitori istituzionali,
tutte le tappe del processo sono caratterizzate dall'assenza dei
documenti necessari o dalla loro falsificazione con l'inganno
sistematico dei clienti da parte delle istituzioni
finanziarie. Nonostante l'FBI abbia dato l'allarme fin dal 2004,
sulla natura endemica della frode nel mercato dei crediti ipotecari,
nessuna autorità competente ha cercato di regolamentare questa
attività".
I
BANKSTERS AMERICANI E IL CONTAGIO DELLA FINANZA MONDIALE.
Questi
Banksters non erano dunque poche mele marce isolate e poi
neutralizzate. Essi erano i principali protagonisti dei cosiddetti
mercati finanziari internazionali e avevano il potere di condizionare
le scelte legislative e amministrative dei governi. Tanto è vero che
essi riuscirono a imporre a George Bush prima e a Obama poi, il
famoso T.A.R.P. (Troubled Asset Relief Program) che con
la scusa di tutelare gli interessi dei piccoli risparmiatori ha
sprecato 7.800 miliardi di dollari dei contribuenti americani per
salvare istituzioni finanziarie che dovevano fallire (vedete
l'interesse di ripristinare il Glass Steagall Act per impedire a
questi banditi di giocare con i risparmi dei cittadini?).
E
i Banksters riuscirono anche a farla franca. Infatti, ci ricordano
ancora gli autori di Debitocrazia
(pag. 87), che "malgrado questo massiccio aiuto
finanziario accordato alle principali banche e istituzioni
finanziarie, il governo americano non ha preso nessuna iniziativa per
portare in giudizio i responsabili di questa gigantesca frode e
recuperare così i fondi pubblici spesi, e ancor meno per cambiare le
pratiche e il modo di operare di queste istituzioni al contrario di
quanto era avvenuto durante la Grande Depressione".
Le
grandi banche d'affari responsabili della grande crisi del 2008, sono
le stesse che hanno imposto (direttamente e indirettamente) i
parametri folli di governance dell'EURO, ottenendo favori
inauditi. Uno per tutti: il divieto previsto dall'art. 101 del
trattato di Maastricht (poi ripreso all'art. 123 del trattato di
Lisbona) per la Banca Centrale Europea di essere "prestatrice
di ultima istanza" ossia di assumere direttamente i titoli
del debito dei paesi della zona Euro. La BCE questi titoli può solo
comprarli prestando le somme necessarie a banche d'affari private a
tassi ridicolmente bassi, perché esse li prestino ai paesi in
difficoltà a tassi scandalosamente alti, che innescano la spirale di
un debito fuori controllo (esattamente quello che è successo in
Grecia, come vedremo) .
Una
norma che non ha nessuna spiegazione logica se non quella di mettere
i governi UE alle dipendenze delle banche d'affari e dei mercati
finanziari per sovvenire alle proprie esigenze di finanziamento.
NON
PER LA GRECIA MA PER L'EUROPA.
Varoufakis
e Tsipras sono i primi a ribellarsi a questa logica finanziaria che
nasconde una vera e propria dittatura dei mercati, e a mettere a al
centro dell'azione comunitaria l'interesse del cittadino e
dell'essere umano invece che il profitto della grande finanza
mondiale.
Prima
di Varoufakis non era mai stato dato di ascoltare un ministro delle
finanze che pronuncia le parole "In Grecia siamo di
fronte a una vera e propria catastrofe umanitaria."
E
la sua contestazione delle politiche di austerità imposte dalla
troika è giustificata sulla base del fatto che esse sono sbagliate
per l'Europa intera non solo per la Grecia.
Infatti,
l'eccessiva enfasi sul taglio del debito ha prodotto maggior debito
perchè ha generato un aumento più che proporzionale dei tassi di
interesse in una spirale disastrosa in cui si contrae debito solo per
pagare una parte degli interessi del debito pregresso, e quindi la
massa di debito invece di diminuire aumenta. Al tempo stesso le
sciagurate e fallimentari ricette della troika hanno prodotto
effetti negativi sul piano macroeconomico: ossia la depressione
causata dai tagli di bilancio ha provocato una diminuzione del PIL in
misura più che proporzionale rispetto alla riduzione del debito, di
fatto peggiorando il rapporto fra debito/deficit e PIL anziché
migliorarlo.
Effetti
negativi ma prevedibilissimi, e infatti tutti gli economisti non
accecati dall'ultraliberismo di Chicago, li avevano ampiamente
previsti.
GERMANIA
E GRECIA UNITE NELLA LOTTA.
Sostiene
Varoufakis che le politiche deflazionistiche di austerità imposte in
tutta l'Europa non funzionano, in Grecia come in Germania, dove la
disoccupazione c'è, anche se è uscita dalle statistiche e dove i
lavoratori sono stati costretti ad accettare riduzioni di salario e
diritti umilianti dalla famosa riforma del lavoro di Schroeder (toh!
ancora un leader di sinistra che fa le riforme per la destra
ultraliberista e speculatrice finanziaria... ma che strano!).
Peraltro
la cosa ci riguarda da vicino perché alla riforma tedesca del
mercato del lavoro, che ha portato misera, disperazione e
sottoccupazione anche nella virtuosa e civilissima Germania si ispira
il famigerato Jobs Act renziano. Il servizio di Presa Diretta del 1
marzo su Rai 3 svela realtà occultate fino ad ora sull'economia
tedesca e rimane uno dei pochi momenti di grande televisione in
questo sventurato paese.
A
un certo punto perfino il Fondo Monetario Internazionale, membro
della troika, ha messo in dubbio l'efficacia delle ricette imposte
alla Grecia, ma senza nessun risultato a causa dell'intransigenza
proprio del Commissario agli affari economici e finanziari Olli Rehn
(ciò che è paradossale visto che la Commissione doveva in principio
mostrare maggiore sensibilità per i propri cittadini rispetto a un
FMI legato a interessi finanziari internazionali).
LA
MESSA IN STATO D'ACCUSA DELLA COMMISSIONE BARROSO PER CRIMINI CONTRO
L'UMANITA'.
A
questo stadio è impossibile prevedere come finirà il braccio di
ferro fra il governo greco e la troika, ma è altrettanto impossibile
non rendersi conto che un fallimento del tentativo greco
condannerebbe tutta l'Europa a un ritorno verso strategie finanziarie
disastrose.
Diventa
quindi interesse di tutti coloro che si oppongono alla "dittatura
dei mercati" (imposta con zelo sospetto dalla Commissione
Barroso), sostenere i greci in tutti i modi e in tutte le istanze. In
particolare, per appoggiare il tentativo greco, mi sento di ritornare
a suggerire quanto avevo proposto (senza alcun riscontro) più di un
anno fa:
1)
Battaglia immediata per il ritiro delle proposte della Commissione
sull'Unione Bancaria Europea (che dovrebbe istituzionalizzare quella
vergogna legalizzata che è il salvataggio delle banche con i soldi
pubblici), e sua sostituzione con un Glass Steagall Act Europeo per
proibire qualunque confusione fra banche di risparmio e banche
d'affari, e dunque impedire che le speculazioni finanziarie possano
distruggere i risparmi dei cittadini.
2)
Adesione all'ICE (proposta di legge popolare su scala europea) per un
Green New Deal for Europe mirante a far ottenere la sovranità
economica, energetica e alimentare ai cittadini d'Europa, tramite il
riorientamento degli investimenti infrastrutturali verso le
tecnologie della Terza Rivoluzione Industriale (internet delle cose,
energie rinnovabili, smart grid, finanziamento a fondo perduto e su
parametri non coercitivi dei distretti europei della stampa 3D).
Integrazione di queste proposte con una battaglia per il reddito di
cittadinanza europeo.
3)
Battaglia politica senza quartiere in sede di Parlamento Europeo per
la messa in stato d'accusa non di Juncker, ma della Commissione
Barroso.
Qualcuno
potrebbe obiettare che Barroso è ormai stato ormai sostituito da
Juncker e che il vero bersaglio della battaglia contro quest'Europa
delle banche e della grande finanza speculativa dovrebbe quindi
essere quest'ultimo.
Mi
permetto però di insistere con la mia idea.
E'
vero che Juncker si è inventato per anni regimi fiscali di comodo a
vantaggio di tutti i peggiori grandi evasori del mondo nel suo
Lussemburgo, sottraendo miliardi alle finanze pubbliche del resto
d'Europa, ma è altrettanto vero che la Commissione Barroso,
imponendo con furore integralista le ricette ideologiche sbagliate
della troika, si è macchiata di crimini contro l'umanità (oltre che
di manifesta incompetenza in materia economica per le ragioni
splendidamente indicate da Varoufakissul suo blog e non da oggi. Me
ne sono occupato proprio il mese precedente alla sua nomina nel
governo Tsipras, in questo mio articolo del 24 dicembre: http://angeloconsoli.blogspot.it/2014/12/benvenuti-in-matrix-verita-e-menzogna.html).).
Barroso e Rehn, ancora oggi vanno predicando rigore e austerità. Il primo da
superpagatissimo conferenziere in giro per il mondo, e il secondo da
Vice Presidente del Parlamento Europeo, carica alla quale ha potuto
accedere solo grazie al patto scellerato fra gruppi politici che ha
escluso il molto più degno Fabio Massimo Castaldo, reo solo di
essere parte di un gruppo impresentabile e totalmente
decredibilizzato, il notorio EFDD di Nigel Farage (e mi fermo qui per
non spostare su altro l'oggetto dei questo post).
Questa
Europa partigiana di un integralismo ultra-liberista disfunzionale è, come
ricorda il mio amico blogger Alessandro
Visalli (http://tempofertile.blogspot.it/)
"antropologicamente
distruttiva. Essa vede i rapporti umani solo in termini di
competitività ed è incapace di riconoscere che il
valore si crea quando gli uomini lavorano insieme e cooperano, e si
distrugge quando si separano e lottano gli uni contro gli altri. In
quel caso si ha solo trasferimento e cattura di energie, inibizione e
distruzione di natura in noi e fuori di noi".
I
due principali interpreti di questo integralismo europeo sono stati
Barroso e Rehn. Le loro mani sono sporche del sangue di Silvio
Paoselli, e di quello di migliaia di altri piccoli imprenditori
italiani, greci, spagnoli, portoghesi, ma anche tedeschi, francesi e
di tanti altri paesi, morti per le loro sciagurate ricette economiche
imposte col ricatto e la forza.
Non
possono passarla liscia. Sarebbe anti pedagogico nei confronti della
Commissione Juncker, che verrebbe così incoraggiata a proseguire su
questa strada criminale e fallimentare. E non si renderebbe giustizia
a chi ha perso tutto a causa loro. Anche la vita.
Non
vale dunque la pena di provare ad affermare in modo inequivocabile i
valori e i principi di una Europa che si doti di regole inflessibili
contro i grandi speculatori e le grandi banche d'affari e invece sia
capace di dimostrare comprensione e flessibilità e al limite (perché
no, visto che abbiamo le famose “radici cristiane”) misericordia
verso i piccoli imprenditori europei senza costringerli al suicidio,
come il povero Silvio Paoselli?
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PS
di
seguito il testo completo della proposta per la messa in stato di
accusa della Commissione Barroso da me consegnato a Grillo e
Casaleggio il 23 novembre 2013. Il documento è storicizzato al
novembre
2013, ma è utile a capire come si sarebbe potuto (e si potrebbe
ancora) istruire un atto di accusa contro questi due miserabili
eurocrati che hanno convertito
il sogno europeo di Spinelli dopo
50 anni nell'incubo
dell'Europa
esattrice del debito degli ultimi 5
anni di follia integralista ultraliberista. Non
è per questo ch l'Europa è stata creata e e condannare chi ha
commesso questo Europicidio, dovrebbe essere sentito come un dovere
etico superiore da parte di chi si richiama alla politica dei e per i
cittadini e non per le banche e gli speculatori.
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LA
MESSA IN STATO DI ACCUSA DELLA COMMISSIONE BARROSO
Riflessione
politica riservata (grezza) ----------------------------------
PREMESSA
E'
notizia di oggi che Barroso sta intervenendo per domandare ulteriori
tagli alla spesa pubblica nella legge di stabilità italiana. Perchè
lo fa? Perchè ha istruzioni precise e deve mandare segnali a chi
glie le ha date. Così facendo si insiste in ricette ultraliberiste
totalmente disastrose per le economie europee, specialmente per il
Mediterraneo. Ma facciamo un passo indietro.
In
Europa, (come in Italia, ma in modo meno esplicito), c'è una
confusione di obiettivi e di mezzi fra i principali gruppi. In
particolare c'è il PPE che è un gruppo molto composito di cui fa
parte anche Berlusconi, come ne fa parte la Merkel che Berlusconi non
lo può nemmeno sentire nominare, o l'UMP francese che fa riferimento
al movimento Chiracchiano post gollista di cui Sarkozy è capo
riconosciuto (anche lui non esattamente amico di Berlus).
A
sinistra abbiamo dai new laburisti alla Tony Blair (persone convinte
che il problema sia il costo del lavoro... :-( a socialisti vecchio
stampo stile gli spagnoli e buona parte dei tedeschi, a socialisti
green (tipo i nordici, una parte dei tedeschi, e una parte dei
francesi) a socialisti "inciucioni" tipo gli italiani e i
greci e una parte dei francesi.
Il
Presidente, Martin Schulz, (il "Kapò") continua a ripetere
che questo è il fallimento non dell'Europa, ma della visione che la
Destra Europea ha imposto alle politiche europee, e tuona contro le
banche, contro la finanza speculativa, e contro l'attacco ai diritti
dei lavoratori.
Dopo
aver tuonato, però, non piove e le chiacchiere tornano a zero,
perchè sia socialisti che PPE, continuano a rimanere prigionieri
della logica del debito con una sua supina accettazione acritica che
perde di visto il vero problema, e cioè che la privazione di
sovranità monetaria dei cittadini è solo la parte più evidente di
una strategia precisa mirante a privarli di sovranità economica a
partire dalla sovranità energetica e alimentare. Questo rende
davvero passivo e arrendevole l'essere umano. E questo spiega anche
il perchè della segretezza che circonda i relativi trattati (TITP,
TISA etc)
BARROSO
NON PUO' CAVARSELA COSI
La
Commissione Barroso si è trovata a gestire una crisi politica enorme
originata dal referendum francese del 2005 (vedere nota in fondo alla
pagina). Un secondo tentativo di far passare una Costituzione
naufragò per l'opposizione degli olandesi.
Alla
fine, sotto presidenza portoghese si riuscì a far passare un testo
molto annacquato (che non si chiamava nemmeno più Costituzione) che
fu sottoposto a referendum in Irlanda e passò per il rotto della
cuffia. Entrò così in vigore il trattato di Lisbona (che regge le
sorti dell'Europa attualmente).
Questo trattato praticamente
non da alcun potere all'Europa politica e però al tempo stesso deve
gestire l'Euro e una politica finanziaria Comune.
Per non
farla troppo lunga, mancando una controparte politica (basti pensare
che le sorti della (non) politica estera comune dell'Europa sono
state affidate a un cosiddetto "Alto Rappresentante" come
la baronessa Catherin Ashton, una aristocratica antieuropeista che
non si vede mai in nessuna crisi internazionale), le banche
d'affari e i grandi gruppi finanziari hanno preso il
sopravvento, imponendo visioni e criteri ultra liberisti per
la stabilizzazione delle economie della zona euro.
Basti
pensare all'imposizione alla BCE di non fare da prestatore di ultima
istanza ai governi in difficoltà ma di dover passare dalle banche
private prestando loro il danaro a interessi ridicoli perchè loro lo
riprestino agli stati in difficoltà a tassi usurai, il che
conferisce loro un ruolo (parassitario) centrale.
Secondo
i criteri imposti all'Euro dalle banche d'affari, i paesi della zona
euro si devono attenere ad alcuni parametri per assicurare una
convergenza fra le varie economie, che sono unicamente finanziari e
ispirati ai famosi studi di due economisti ultra liberisti, Reinhart
e Rogoff, che (come è noto) sono stati sbugiardati da uno studente
universitario.
Questi
parametri prevedono fra l'altro che il rapporto fra deficit (il
disavanzo annuale) e PIL di ogni Paese non debba superare il 3% e il
rapporto fra la massa complessiva del debito pubblico e il PIL non
vada oltre il 60%. Se tali parametri sono "sforati" i paesi
"sforatori" sono sottoposti a procedure di infrazione, a
meno che non ottengano delle esenzioni. E qui vai col Festival dei
due pesi e due misure! Infatti Quando ne avevano bisogno loro nel
2004, la Francia e la Germania ottennero tali esenzioni e tutti
zitti!77
Invece,
quando è toccato alla Grecia, massima rigidità e applicazione
totale anche delle sanzioni pecuniarie, che aggravano ancor di più
la situazione del PIL. Insomma siccome le regole dell'EURO non
prevedono la possibilità del Bail-out cioè la BCE non può
finanziare il debito pubblico degli Stati membri, (il che è davvero
assurdo, come dicevamo prima), la Grecia è stata abbandonata a se
stessa e spremuta come un limone con applicazione ferrea delle
ricette prescritte dalla troika BCE/COMMISSIONE/FMI.
Tali
ricette erano non solo inique e stupide, ma anche sbagliate
tecnicamente e frutto esclusivo di pregiudizi ideologici e
accettazione acritica della visione ultra liberista coi suoi
parametri di stabilità rigidissimi.
Ma
siccome la rigidità eccessiva in natura non esiste, quelle ricette
hanno avuto degli effetti indesiderati e dei risultati opposti a
quelli voluti. In altre parole hanno provocato una caduta del PIL più
che proporzionale rispetto alla compressione del deficit, e dunque il
rapporto deficit e debito / PIL lungi dal migliorare con queste
ricette incompetenti e in malafede è peggiorato facendo fare
miliardi agli speculatori che avevano gli Swaps della Grecia (titoli
derivati) e facendo perdere miliardi ai vari governi che adesso
devono rimborsarli prendendoli dalle tasche dei cittadini con
draconiane misure di austerità, e privatizzazioni (che significano
svendita di asset strategici come il porto del Pireo ai cinesi, e
sono la vera spiegazione del perchè di tanta follia finanziaria).
Perfino
il fondo monetario internazionale si è dissociato dalla eccessiva
rigidità della Commissione sul caso greco ammettendo l'errore
dell'eccesso di attenzione al debito e di disattenzione alla
crescita. In altre parole il vero colpevole che ha distrutto
l'economia del sud Europa è la Commissione. Infatti Pittella (che è
un politico scafato) da Vice Presidente del PE si è subito
affrettato a chiedere le dimissioni di Olli Rehn, il Commissario
Finlandese che era venuto a Roma per commissariare la finanziaria. Ma
così è troppo comodo! Se hanno le palle, i socialisti Europei
devono chiedere le dimissioni di tutta la Commissione, perchè Olli
Rehn non ha fatto altro che applicare direttive decise collegialmente
con la responsabilità ultima del Presidente Barroso.
Va
dunque fatta la guerra alla Commissione Barroso nel suo complesso e
non solo a Rehen, e va richiesta la sua messa in stato di accusa per
manifesta incompetenza o anche peggio.
Adesso
mi pare che la distruzione dell'economia della Grecia, del
Portogallo, della Spagna e dell'Irlanda, e l'aver determinato la
mancanza di liquidità che ha portato al suicidio migliaia di
imprenditori e lavoratori sia leggermente più grave che concedere
una consulenza non meritata di 20.000 euro. O no?
E
la cosa peggiore è che questi incompetenti e disgraziati la stanno
facendo franca! nessuno sta portando l'attacco al cuore del sistema.
Se non lo facciamo noi chi lo farà?
Ecco:
sull'attacco alla Commissione Barroso secondo me il M5S può
costruire una campagna politica radicale per costringere i
responsabili del disastro a fare i conti con i cittadini prima di
andare a godersi la loro dorata (e immeritata) pensione.
Questo
servirebbe anche a creare un gran movimento europeo per riaffermare
la rivoluzione europea di Spinelli e riprendere la bandiera della sua
Rivoluzione Europea, precocemente imbalsamata dalle eurocrazie
parassitarie, e dunque sterilizzata in vuoti rituali federalisti a
cui possono partecipare anche i peggiori esponenti della casta che
Spinelli odiava non meno di Grillo), di cui ho parlato nel mio post
l'Europa a 17 Stelle che ho linkato sopra, passando così dalla pars
destruens alla pars construens.
Si
tenga anche presente che i socialisti abbaiano ma non possono
mordere. Nella Commissione Barroso ci sono anche molti Commissari
socialisti e non possono sfiduciarli. Inoltre con Fabius in Francia
devono stare molto attenti. Insomma gli unici che possono fare una
battaglia politica per l'incriminazione di questa Commissione che si
è macchiata di una incompetenza criminosa siamo noi! E possiamo far
divampare l'incendio su scala europea! Perchè non dovremmo farlo?
CONCLUSIONI
Il
Parlamento Europeo è una cassa di risonanza internazionale molto più
importante del parlamento nazionale e là si possono far danni
colossali al vecchio sistema. E si possono ottenere risultati
inimmaginabili se comparati con quelli nazionali. In pratica
(incredibile
ma vero!) il
"mandiamoli tutti a casa" è molto più facile a livello
europeo, dove le regole vengono rispettate e non eluse o distorte a
piacimento dei potenti. Facciamolo giocare a nostro vantaggio.
Nota
sul referendum francese:
L'Europa
delle banche e della speculazione sta vincendo su quella dei
cittadini perchè si è arrestato il processo di integrazione
politica dell'Europa, a causa dell'esito negativo del referendum
sulla Costituzione Europea in Francia, un risultato che è dovuto
prevalentemente all'attacco dei socialisti francesi in primo luogo
quel Laurent Fabius che oggi è il ministro degli esteri di Hollande.
(Si tenga presente che tutto questo per me non è sentito dire ma
esperienza diretta del mio lavoro con Rifkin negli ultimi 12 anni).
In
pratica, la Costituzione Europea, essendo stata elaborata da una
"Convenzione" Europea che era stata fortemente voluta da
Chirac (all'epoca potentissimo Presidente eletto con l'80% dei voti
al ballottaggio contro Le Pen), che era stata presieduta da un altro
gollista francese DOC (Giscard d'Estaing), sarebbe stato vissuto in
Francia come una sconfitta domestica della sinistra dunque sia i
socialisti che i comunisti fecero le barricate contro la Costituzione
europea "di Chirac" esagerando gli aspetti ultra liberisti
della mobilità dei lavoratori (il famoso mito dell'idraulico
polacco) e sminuendo i vantaggi di una unione politica in termini di
estensione dei diritti e delle tutele a livello mondiale sia con
quello che all'epoca era considerato il "modello sociale
europeo, che con una legislazione ambientale avanzatissima. Si veda
per esempio un articolo dell'epoca sul referendum francese che
sottolinea come la sinistra abbia avversato la Costituzione
Europea http://www.marxismo.net/europa/referendum_fra_0505.html
PPS
Gli
amici di Silvio (i
cui
funerali si sono
svolti il 9 marzo 2015 a
Rieti alle ore 15,30 presso la Chiesa Regina Pacis)
si
stanno organizzando per una raccolta pubblica di fondi che serva a
salvare quel mulino venduto all’asta, per donarlo alla famiglia.
Per
maggiori informazioni:
http://castelli.romatoday.it/albano/suicidio-silvio-paoselli-mugnaio-buono.html