"Questa economia uccide" - Papa Francesco. |
Cosa ha in comune il pensiero di Altiero Spinelli con l'idea di un nuovo modello economico distribuito e interattivo, digitale e sostenibile promosso da Jeremy Rifkin e con l'insegnamento di Papa Francesco che ci mette in guardia contro l'' Economia che uccide" e contro il cambiamento climatico indotto dall'ingordigia dell'uomo? Come si intrecciano queste tre visioni apparentemente molto diverse e nate in epoche e ambiti diversissimi?
La risposta è semplice: hanno in comune una analoga visione del mondo. Una visione del mondo nella quale non si parte dal Dio mercato ma dall'uomo.
La teologia del mercato ultraliberista che pensa che lo Stato non debba intervenire nei mercati se non per indebitarsi e far fronte alla spesa pubblica possibilmente militare e non sociale (più carri armati e aerei e meno scuole e ospedali), ma non per regolamentarli o moderare la smodata sete di profitto, è stata teorizzata dal "genio del male" Milton Friedman, economista ultraliberista inventore della finanza speculativa e compagno di bisbocce di Pinochet e dei peggiori dittatori, ispiratore delle politiche neo ultra liberiste della destra degli anni ottanta (Reagan e Thatcher) ma anche purtroppo, sciaguratamente, delle politiche della sinistra degli anni 90 e 2000 (new labour di Blair, riforma del lavoro di Schroeder, liberalizzazioni bancarie selvagge di Bill Clinton, Merchant banking all'amatriciana di D'Alema e dei suoi amici "capitani coraggiosi"), e fino ai parametri di governance dell'EURO, stabiliti dal trattato di Maastricht e confermato da quello di Lisbona.
Questa visione del mondo in cui i listini di borsa vengono prima della vita dei bambini (8 milioni ne muoiono ogni anno in questa folle economia mondiale criminale) si basa nell'accettazione fideistica delle virtù del libero mercato. Che si auto regolamenterebbe, e garantirebbe una equa redistribuzione delle risorse. Tutte falsità!
Ebbene, sia Altiero Spinelli che Rifkin che Papa Francesco invece la pensano molto diversamente. Essi si fanno (in diversi momenti storici) paladini dell'idea secondo cui che se lo Stato interviene può mettere in scacco il mercato; che non deve necessariamente subirlo, blandirlo, esserne servo.
Il mercato esiste se i poteri sovrani gli permettono di esistere, e può essere limitato, regolamentato, orientato, condizionato e persino represso e sospeso, se i poteri sovrani lo decidono.
Quei poteri sovrani erano l'Europa Unita, nella visione del Manifesto di Ventotene (quindi una vera e propria Rivoluzione Europea diametralmente opposta per valori e comportamenti all'Europa delle banche che ha preso il sopravvento dal 2004 (prima Commissione Barroso) in poi.
Ma quei poteri sovrani sono anche le leggi immutabili della natura e del creato secondo Papa Francesco e della termodinamica e della biosfera secondo Rifkin.
Non sta scritto in nessuna legge, né divina, né naturale, né scientifico-matematica, né storico-sociologica, che sia il mercato a dover condizionare le decisioni degli stati e dominarli.
O che i governi e i parlamenti debbano subordinare la prosperità dei cittadini, il welfare e la giustizia sociale, le prospettive economiche di intere generazioni, alla logica del mercato, al moloch della fiducia dei mercati.
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Ma torniamo all'oggetto principale di questa riflessione.
I poteri fossili nati con l'inizio della seconda rivoluzione industriale (l'era del petrolio) ringraziano le istituzioni europee, i governi, e gli organismi internazionali per la loro generosità a senso unico e continuano ad arricchirsi a dismisura secondo standard inimmaginabili per il cittadino comune.
Le 80 persone più ricche del mondo, grazie a questa teologia del mercato posseggono oggi una ricchezza pari al reddito dei 4 miliardi di persone più povere (sotto la soglia di povertà certificata ONU) del mondo.
Spinelli vide lucidamente tutto questo venire e ci mise in guardia contro i poteri finanziari ingordi e insensibili alle esigenze dei cittadini, che manipolano gli stati nazionali e creano nazionalismi disastrosi per la pace e la prosperità economica, prima con il Manifesto di "Ventotene per un'Europa Libera e Unita" e poi con tutta la sua azione di Commissario Europeo e poi europarlamentare poi.
Papa Francesco con l'Enciclica "Laudato Si' " si oppone a tutto questo ricordandoci che non si
possono servire Dio e il Denaro allo stesso tempo, che "questa economia uccide", e che la difesa del creato e della biosfera incombe come dovere improcrastinabile individuale su ciascuno di noi in una nuova, ritrovata "conversione ecologica" che superi la cultura dello scarto (materiale e umano) e ci faccia diventare tutti guardiani del creato, che è la nostra "Casa Comune", nel superamento dalla religione del profitto verso una nuova alleanza fra l'Umanità e l'Ambiente.
Rifkin ne "La Terza Rivoluzione Industriale" spiega come una nuova "Coscienza Biosferica" stia prendendo il posto della coscienza geo politica che tanti disastri ha creato nell'ultimo secolo (e qui si intreccia perfettamente con le visioni anti nazionaliste del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli quando denuncia "la pseudo scienza della geo politica" ), e come un "homo empaticus" nuovo stia trasformando in senso sostenibile, digitale, collaborativo, condivisivo e circolare la società e l'economia, basandone i canoni di comportamento sul rispetto delle leggi della termodinamica e della biosfera e non sulla loro sistematica violazione, come invece suggerisce il mercato il cui unico interesse è l'arricchimento a dismisura degli scommettitori incalliti che qualcuno chiama operatori finanziari, o banche d'affari.
Sono sempre di più le persone che si stanno rendendo conto dell'insostenbilità del modello economico nel quale siamo stati calati da duecento anni di follia fossile e ultraliberista, dalla teologia del mercato e dalla follia del profitto estremo e dell'iperproduttività che non considera le esigenze dell'uomo ma solo quelle della finanza (le "tante baronie economiche in acerba lotta tra loro. Gli ordinamenti democratico liberali, divenendo lo strumento di cui questi gruppi si valevano per meglio sfruttare l’intera collettività" e " i plutocrati, che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici, per dirigere tutta la macchina dello stato a proprio esclusivo vantaggio, sotto l’apparenza del perseguimento dei superiori interessi nazionali" di cui parla Spinelli nel Manifesto di Ventotene.
La reazione a questo stato di cose dell'economia che mette l'uomo contro l'uomo nel solo interesse di giochi finanziari internazionali che impoveriscono la maggior parte degli esseri umani ( e che "uccidono") è già cominciata.
Dentro ciascuno di noi prima ancora che in formazioni politiche che abbraccino coscientemente la nuova visione del mondo.
O, per dire le stesse cose con le parole del Santo Padre:
"Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti. Già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà, ed è arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialità ci è servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente."
(Enciclica Laudato Si' ,229-230)