Questa mattina è arrivata la notizia che dopo Filippo Nogarin a Livorno, anche Federico Pizzarotti a Parma è stato iscritto nel registro degli indagati per una questione di nomine al Teatro Regio, partita da un esposto di un parlamentare del PD.
Ho avuto il piacere e l'onore di incontrare Federico Pizzarotti in più di una occasione e ne ho sempre ricavato una impressione di grande competenza, profonda onestà e rigore. Adesso, di fronte a questo coinvolgimento, che sia un atto dovuto o meno, sento il bisogno di manifestargli il mio sostegno con questo articolo ed alcune constatazioni incontestabili.
La giustizia a orologeria esiste e ultimamente il suo ticchettio si sta facendo assordante. Mi rendo conto di rasentare pericolosamente uno dei più squallidi argomenti berlusconiani, ma a differenza dei guai giudiziari del GP (Grande Puttaniere), che praticamente vive nell'illegalità più perfetta, qui siamo davvero nella fiction.
Manca meno di un mese alle amministrative che si annunciano come un bagno di sangue per il petro-fascista Renzi, sia perchè il dissenso interno al PD comincia ad assumere la forma di fibrillazioni vere e proprie, per il comprensibile malcontento che verrà manifestato da quel "popolo di sinistra" abbandonato a se stesso, deriso, oltraggiato tradito e sbertucciato, che dopo aver votato una coalizione dal pomposo nome di ITALIA BENE COMUNE (con SEL) oggi si vede presentare provvedimenti mediamente più sfrontati di quelli di Berlusconi, dalla precarizzazione del lavoro del Jobs Act alla cancellazione dell'articolo 18, alla distruzione della scuola pubblica, alla messa in corsia preferenziale di inceneritori e trivellazioni alla privatizzazione dell'acqua, tutte leggi su cui lo stesso "Popolo di sinistra" si sta mobilitando con la più grande campagna referendaria del dopoguerra (i cosiddetti Referendum Sociali).
Tanto più se aggiungiamo la fine (prevedibile) dell'effetto "80 euro", e il disgusto dell'elettore medio verso un partito che è riuscito in trent'anni a passare dalla "diversità morale" del "galantuomo" Berlinguer al coinvolgimento in tutte le inchieste possibili e immaginabili, da Mafia Capitale, alla terra dei fuochi della Camorra, alla formazione professionale siciliana, all'Expo, al Mose, alla trivellopoli lucana, al tradimento dei risparmiatori da parte delle banche di famiglia, alle spese pazze nelle Regioni, alle piscine di Lodi, alle indagini per corruzione su De Luca in Campania.
Con queste elezioni rischiano di venire al pettine i nodi irrisolti di un partito che da istanza di mediazione fra istituzioni e cittadinanza si è trasformato in portatore di interessi di cricche e comitati d'affari petroliferi, speculativi, bancari, finanziari, industriali e chi più ne ha più ne metta.
La crisi della partitocrazia cominciata con la denuncia circostanziata effettuata da Rizzo e Stella ne La Casta ormai dieci anni orsono rischia a questa tornata elettorale di manifestarsi sotto forma di una sconfitta storica in città come Milano, Torino, Napoli, Brindisi, Alcamo, Vittoria, e a Roma il PD rischia seriamente di non arrivare neanche al ballottaggio.
Traversetolo (Parma) Dibattito su come affamare l'inceneritore |
Consapevole di questo rischio Renzi la sta già buttando in caciara (attività nella quale non ha rivali) puntando direttamente al referendum costituzionale di ottobre nel (vano) tentativo di far passare sotto silenzio le amministrative di giugno. Un po' come un allenatore furbo di una squadra a rischio retrocessione che invece di parlare della prossima partita contro la Juventus, distoglie l'attenzione dei suoi tifosi sulla partita col Frosinone fra sei turni.
STRANE COINCIDENZE.
Ma siccome il gioco non sta funzionando e i sondaggi continuano a vedere il PD in calo verticale, ecco arrivare in suo soccorso due provvedimenti giudiziari quantomeno anomali, il primo, contro Nogarin, a cui si imputa in una riedizione kafkiana di Minority Report, un reato non ancora commesso, il secondo contro il sindaco-simbolo (e spesso in odore di apostasia pentastellare) Federico Pizzarotti che si basa su un esposto contro di lui presentato dal senatore PD Giorgio Pagliari per una questione di nomine al Teatro Regio. Adesso fermo restando che la magistratura inquirente deve fare il suo lavoro e potrebbe anche essere che l'iscrizione di Pizzarotti nel registro indagati sia un atto dovuto e si scioglierà come neve al sole, a me interessa cogliere i dati politici di questa situazione.
1) Innanzitutto è quanto meno singolare che l'iscrizione di Pizzarotti nel registro degli indagati per abuso di ufficio avvenga a tre settimane dal voto amministrativo che presenta le criticità per il PD di cui si diceva prima, soprattutto in considerazione del fatto che l'esposto del Senatore Pagliari risale a settembre 2015.
2) Il PD, dovrebbe avere il buon gusto di tacere per almeno una legislatura in quanto parte di quella partitocrazia consociativa che ha portato il comune di Parma alla bancarotta (quasi un miliardo di debiti accumulati negli ultimi 25 anni, riassorbiti al 40% dall'amministrazione di Pizzarotti). C'è qualcuno così ingenuo da credere che l'esposto da cui ha avuto origine l'indagine sia ispirato da amore per la giustizia e per la buona amministrazione, e non sia una operazione strumentale al limite della temerarietà?
3) Diventa facile così sbarazzarsi di avversari politici scomodi: io per esempio potrei ravvisare un abuso di ufficio nei tre quarti delle cose che fa Renzi (per esempio è reo confesso sull'emendamento pro Tempa Rossa, mi permetto di segnalarlo alla magistratura come "Notitia criminis" per far partire l'obbligatoria azione penale)...
MANI PULITE E (SOPRATTUTTO) LIBERE CHE FANNO PAURA.
Taxi Sharing a Ragusa |
La verità è che Pizzarotti, così come Nogarin, sono pericolosissimi per l'establishment partitocratico piddino perchè sono portatori nelle istituzioni di una visione alternativa della politica e dell'economia e non sono controllabili da parte dei poteri fossili, perchè non hanno Fondazioni da farsi finanziare, sedi di partito da affittare, spese di congressi da ammortizzare e sponsorizzazioni da domandare. si tratta di una nuova classe politica che ha la capacità intellettuale di pianificare politiche economiche di Terza Rivoluzione Industriale e le mani libere per realizzarle.
E infatti per questi amministratori la TRI diventa pratica quotidiana, dopo aver ispirato i loro
programmi elettorali.
A Parma Pizzarotti ha spinto l'acceleratore su pratiche di economia circolare (sono stato con lui in
numerosi appuntamenti pubblici e lo so per esperienza diretta) che hanno contribuito a mettere in crisi il famigerato inceneritore, evidenziando come gli accordi presi dai precedenti amministratori obbligavano l'amministrazione al paradosso di un comportamento NON VIRTUOSO (produrre un quantitativo minimo di rifiuti) contrario alle stesse norme comunitarie. A Ragusa (città a 5 Stelle il cui sindaco NON è indagato) è nato il primo eco portale con banca del riuso annessa, e si stanno mettendo in pratica esperimenti di taxi sharing all'avanguardia in Europa. A Milano il 15 aprile, il capogruppo alla Regione per il M5S Gianmarco Corbetta insieme al candidato Sindaco Gianluca Corrado sono stati a discutere di Terza Rivoluzione Industriale con me Livio de Santoli e Antonio Rancati fino a mezzanotte e
mezza con 400 attivisti. Si moltiplicano i candidati sindaci del M5S che si riferiscono a questo nuovo modello economico distribuito e democratico come Alparone a Brindisi, Trisolino a Taviano, Surdi a Alcamo e Giurdanella a Vittoria (dove si parla di Terza Rivoluzione Industriale in un evento che si tiene proprio oggi).
numerosi appuntamenti pubblici e lo so per esperienza diretta) che hanno contribuito a mettere in crisi il famigerato inceneritore, evidenziando come gli accordi presi dai precedenti amministratori obbligavano l'amministrazione al paradosso di un comportamento NON VIRTUOSO (produrre un quantitativo minimo di rifiuti) contrario alle stesse norme comunitarie. A Ragusa (città a 5 Stelle il cui sindaco NON è indagato) è nato il primo eco portale con banca del riuso annessa, e si stanno mettendo in pratica esperimenti di taxi sharing all'avanguardia in Europa. A Milano il 15 aprile, il capogruppo alla Regione per il M5S Gianmarco Corbetta insieme al candidato Sindaco Gianluca Corrado sono stati a discutere di Terza Rivoluzione Industriale con me Livio de Santoli e Antonio Rancati fino a mezzanotte e
mezza con 400 attivisti. Si moltiplicano i candidati sindaci del M5S che si riferiscono a questo nuovo modello economico distribuito e democratico come Alparone a Brindisi, Trisolino a Taviano, Surdi a Alcamo e Giurdanella a Vittoria (dove si parla di Terza Rivoluzione Industriale in un evento che si tiene proprio oggi).
UN GIOCO SCOPERTO
Pizzarotti, per come l'ho conosciuto, non è il tipo di amministratore che usa il suo potere per favorire nomine di suoi amici, e conosco pochissime persone più lontane di lui dalla logica spartitoria del sottogoverno partitocratico. Trovo perciò particolarmente ridicolo il tentativo protervo e sfrontato degli esponenti della partitocrazia tradizionale e in particolare dei rappresentanti del PD, di approfittare di queste coincidenze di episodi giudiziari per affermare una pretesa "eguaglianza" del M5S a loro, quasi come se, non potendo negare di essere un partito marcio fino al midollo, infangare il M5S sanasse le loro colpe e li ripulisse agli occhi di un elettorato sempre più disgustato e quindi demotivato dal recarsi a votare.
Il loro gioco è ormai scoperto.
La partitocrazia tradizionale oltre a avere pesantissime responsabilità sul piano giudiziario e morale, ha anche la responsabilità di aver portato avanti da decenni politiche economiche generatrici di disoccupazione nell'interesse di gruppi fossili e finanziari.
Avrebbero potuto cambiare le dinamiche economiche di questo paese, particolarmente fortunato sul piano delle risorse energetiche e naturali di terza rivoluzione industriale e invece lo hanno condannato a una arretratezza ormai quasi irrecuperabile che mette i nostri assett alla mercè della speculazione finanziari internazionale.
Parlano di occupazione ma la stanno distruggendo con strategie economiche ad alta intensità di capitali e a scarsissima intensità di lavoro, parlano di internet e connettività ma hanno fatto morire la Olivetti e rinunciato ad avere un produttore nazionale di computer o di telefonia mobile (ce l'ha perfino la Finlandia) pur essendo l'Italia il più grande mercato mondiale (pro capite) di questi apparati.
Parlano di rinnovabili e sostenibilità e poi hanno distrutto i produttori di pannelli fotovoltaici
condannandoci alla dipendenza da produttori tedeschi o cinesi, mentre incoraggiano i fossili in ogni modo.
condannandoci alla dipendenza da produttori tedeschi o cinesi, mentre incoraggiano i fossili in ogni modo.
Parlano di start up innovative ed economia digitale ma continuano a pompare miliardi in una siderurgia totalmente anti economica e fuori mercato ostacolando le start up della manifattura digitale con sistemi di finanziamento basati su criteri puramente finanziari e fiscalità punitiva.
Scrivono le leggi sotto dettatura delle lobby fossili della seconda rivoluzione industriale, che stanno perdendo terreno in tutto il mondo salvo che in Italia dove invece godono di ottima salute.
Per questo fa paura la prospettiva di vedere moltiplicarsi sul territorio amministratori appartenenti a una formazione politica come il M5S, che invece la Terza Rivoluzione Industriale (e l'uscita dalla seconda) ce l'ha nel DNA.
Lungi da me l'intenzione di assumere la difesa di ufficio del movimento fondato da Grillo con il quale ho avuto spesso da ridire e l'ho sempre fatto liberamente senza mordermi la lingua, specialmente sulle questioni europee.
Ma di fronte all'attacco sfrontato di questi giorni non posso non vedere e non stigmatizzare un chiarissimo intento manipolatorio che cerca di accreditare la tesi falsa che gli amministratori a 5 Stelle non siano affidabili perchè anch'essi corrotti dal malaffare e nel mirino della giustizia. Si tratta del disperato tentativo di limitare la sconfitta alle amministrative e, conseguentemente, il numero di comuni che passeranno ad amministrazioni con le mani pulite e soprattutto libere dai condizionamenti delle lobby finanziarie e fossili, per fare delle politiche economiche e sociali di Terza Rivoluzione Industriale.
Mani pulite e libere come quelle di Federico Pizzarotti e dei suoi amministratori. Coraggio Federico! Passate queste amministrative la bolla di sapone scoppierà e tutto tornerà alla normalità.
Pizzarotti all'inaugurazione dell'Eco Modulo a Parma |