Il
Ministro Salvini, in Sardegna da diversi giorni per sostenere il
candidato di centrodestra, Christian Solinas, alle elezioni regionali
di domenica 24 febbraio, ha tenuto un comizio a Cagliari in piazza
del Carmine. Tra una battuta e l’altra, il Ministro
dell’Interno ha toccato i punti caldi della politica italiana,
ponendo l’accento più su alcuni temi a lui cari, come quello
dell’immigrazione e le questioni energetiche, citando il metano, il
gas e anche il nucleare.
Matteo Salvini dal palco di piazza del
Carmine ha detto testualmente:”Per il lavoro occorre dire dei SI. Domenica c'è una sola scelta, o la Lega o la sinistra. Perchè qualcuno che dice solo NO non aiuta la Sardegna. Una terra dove non c'è il metano, dove l'energia per le famiglie e le imprese costa un occhio della testa. Non si può sempre dire no a tutto. E no al metano, e no al petrolio e no al carbone, e no al gas, e no al nucleare,
cominciamo a dire dei sì”.
Dopo l'inevitabile strascico polemico, lo staff del segretario della Lega ha diffuso una nota di
chiarimenti in cui si afferma che Matteo
Salvini intendeva solo affermare che “In Sardegna serve il metano, punto. Nessuno pensa al
nucleare. Il mio era un discorso sui NO passati e presenti”.
Spiegazione poco tempestiva e ancor meno credibile. Salvini rivela sempre la sua mentalità da troglodita. Tale termine he va inteso in senso figurativo ma ancor di più in senso etimologico, perchè continuare a fare riferimento all'energia fossile creatasi in epoche geologiche distanti centinaia di milioni di anni, o addirittura all'energia fillile, creatasi in epoche distanti miliardi di anni, è un pensiero degno di un uomo delle caverne, (un troglodita, appunto), e cioà una persona incapace di pensare solare e di vedere un fattore di sviluppo (anzi, l'unico fattore di sviluppo= del territorio e dell'economia locale, nella decarbonizzazione del territorio e nella transizione dall'energia fossile e fissile del passato all'energia basata su fonti solari
Con questa proposta Salvini getta la maschera e dimostra definitivamente la sua infinita ignoranza.
L'ignoranza battuta già due volte nelle urne dagli italiani, nel 1987 e nel 2011.
L'ignoranza di chi rimuove la catastrofe di Chernobil, quella di Fukuschima, e soprttutto la catastrofe economica e finanziaria del modello nucleare, ben descritta nel libro della ex ministra francese dell'ecologia Corinne Lepage La veritè sur le nucleaire. https://www.lemonde.fr/livres/article/2011/07/07/la-verite-sur-le-nucleaire-de-corinne-lepage_1545956_3260.html
L'ignoranza di chi finge di non sapere che per costruire e attivare una centrale nucleare ci vogliono miliardi e decenni e che
non se ne fanno più da anni perchè non si trova nessuna società di assicurazione disposta ad
assicurarle (vedi Olkiluoto in Finlandia, Flemanville in Francia e Hinckley Point in Inghilterra).
L'ignoranza di chi dovrebbe sapere che anche al netto di tutti i problemi provocati da eventuali incidenti o dalle scorie
(problema terrificante e non eventuale, ma sicuro!), la Sardegna (e l'Italia) non possiedono
uranio e quindi diventerebbero dipendenti da quei pochi paesi che lo
hanno!
L'ignoranza
di questo soggetto è abissale! Ma ancor peggio dell'ignoranza
c'è una visione del Paese, della sua economia, della sua società,
basata sulla dipendenza da fonti energetiche devastanti che creano
dipendenza e non danno alcuna sovranità energetica (la vera
sovranità per un Paese, oltre a quella alimentare.
La visione trogloditica secondo cui per lo sviluppo economico di un Paese bisogna pagare degli inevitabili prezzi sul piano ambientale e umano (che poi era la stessa logica che ha portato un altro grande troglodita a imporre undecreto come lo "Sblocca Italia").
Un visione che non tiene conto dello sviuluppo impetuoso dell'efficienza delle tecnologie della Terza Rivoluzione Industriale, le rinnovabili, l'idrogeno, le smart grid, la sensoristica, l'internet delle cose, della digitalizzazione della produzione e distribuzione dell'energia, della logistica della comunicazione, dei trasporti.
Salvini ripete a pappagallo le teorie ormai superte dei vecchi monopoli fossili sconfitti dalla storia e dalle leggi econoiche del costo marginale zero.
Come spiega Rifkin, gli impianti fossili e fissili sono meno convenienti di quelli rinnovabili per i loro alti costi marginali. L'uranio e il petrolio si pagano. Sole e vento no!
L'unica cosa che puo rendere competitiva l'economia sarda, è la decarbonizzazione del sistema produttivo e la conseguente sovranità energetica delle proprie aziende. In sardegna non c'è il gas? E chi se ne frega, Salvini! In Sardegna c'è il sole. E il sole non è solo la base dell'industria del turismo o dell'agricoltura, ma anche la principale fonte energetica.
Il
fabbisogno di energia elettrica della Sardegna è di 12 000 GWh/anno.
La Sardegna ha una superficie di 24000 km² Dalle mappe
del PVGIS risulta
che l’energia solare che arriva su 1 metroquadro di superficie
orizzontale in un anno è circa 1500 kWh/m². Perciò 24 * 109 m²
* 1500 kWh/m² = 36 000 * 109 kWh = 36 000 000 GWh, cioè
è tremila
volte più grande del consumo elettrico dell’isola. In altre parole basterebbe intercettare un tremillesimo della radiazione solare sull'isola per renderla completamente
autosufficiente, energeticamente sovrana e post carbon.
Affrontiamo
il problema con un altro punto di vista: calcoliamo la potenza di un
impianto fotovoltaico che produca energia suffuciente a soddisfare
interamente il fabbisogno di energia elettrica.
La producibilità
elettrica del fotovoltaico, dai dati statistici del PVGIS e del GSE
è, con un approccio molto conservativo, 1400 kWh/kW (kilowattora a
kilowatt installato). Ne consegue che la potenza dell’impianto
ipotetico è: 12000*103 MWh / 1400 MWh/MW = 8.57*103 MW=
8570 MW.
Per
dare una dimensione a questo numero, pensate che in sardegna
sono attualmente
installati 600 MW di
impianti fotovoltaici, 950 MW di impianti
eolici,
3000 MW di impianti termoelettrici e il picco di consumo è di 1400
MW.
1
kW di pannelli fotovoltaici corrisponde a una superficie di 7 m², ma
per evitare che le varie file di pannelli si facciano ombra occorre
distanziarle, quindi ci vogliono circa 12 m² di terreno per ogni kW
di pannelli fotovoltaici.
La superficie necessaria per un impianto
fotovoltaico da 8570 MW è 8,75*106 kW * 12 m²/kW ? 100 km²,
che rispetto ai 24 mila km² sono appena lo 0.4%
della superficie,
cioè il quadratino rosso della figura sottostante. Questo basterebbe a fornire alla Sardegna il 100%
dell’energia elettrica dal sole. E si tratta di una superfice inferiore a uella utilizzata dai vari impianti fossili.
In termini più
concreti, coprendo soltanto il 5% del terreno già impermeabilizzato dell'isola (capannoni agricoli e industriali, parcheggi, condomini eccetera) si
riuscirebbe a fare fronte all'intero fabbisogno energetico e quindi a
decarbonizzare totalmente la produzione di energia senza dover fare
ricorso tecnologie da trogloditi come il carbone i fossili il
nucleare.
C'è qualcuno che è in grado di spiegarlo a Salvini?
Mi
auguro che glielo spieghino gli elettori dandogli un bel calcione in
culo a queste regionali!
Per approfondire:
http://www.ingdemurtas.it/solare/risorsa-sardegna/
https://www.cagliaripad.it/370518/salvini-dal-palco-di-cagliari-nucleare-cominciamo-a-dire-dei-si-poi-chiarisce-discorso-sui-no-passati-e-presenti