giovedì 27 marzo 2014

ELEZIONI EUROPEE: PERCHE' VOTARE 5 STELLE

Si avvicinano le elezioni europee in un clima di confusione generale nel quale è difficile trovare punti fermi. 
Improvvisati antieuropeisti per convenienza elettorale dimentichi di aver votato di tutto (dal fiscal compact al MES), si presentano in talk show da operetta confidando sulle amnesie degli elettori.
Antieuropeisti beceri confondono sovranità nazionale e nazionalismi velleitari, dimenticando che per i cittadini europei esser poveri in euro o esser poveri in lire è esattamente la stessa cosa.
Il tema "Euro sì  / Euro no" viene scaraventato al centro del dibattito facendo dimenticare a tutti che sono le politiche e le strategie industriali che generano ricchezza o povertà, e la sua concentrazione  o distribuzione, e non le politiche monetarie.
Che l'Euro è stato gestito solo nell'interesse di poche banche d'affari internazionali (alcune, ma non tutte, tedesche).
Che a causa delle sciagurate politiche economiche della Commissione europea, supina alle esigenze dei mitici "mercati finanziari" (in realtà un gruppo di "scommettitori incalliti - cit. Luciano Gallino),  l'economia virtuale sta uccidendo l'economia reale a vantaggio di pochi grandi gruppi speculativi che influenzano e determinano le scelte dei governi nazionali e sovranazionali.

Che questi grandi gruppi speculativi impongono parametri e soglie artificiose  (il 3% del rapporto deficit / PIL, il 60 % del rapporto debito/PIL etc.), stabiliti a tavolino da economisti ultraliberisti con la credibilità sotto le scarpe e l'onestà intellettuale di Pulcinella,  con l'unico obiettivo di tutelare i grandi patrimoni finanziari dell'erosione dell'inflazione, strozzando l'economia reale.

Che hanno interessi convergenti (e in molti casi sono proprio gli stessi)  con chi  gestitsce i grandi gruppi energetici, le privatizzazioni dei beni comuni, chi specula sulle derrate alimentari affamando i popoli del terzo mondo, le multinazionali delle tecnologie transgeniche che depredano i popoli della loro sovranità alimentare, le multinazionali del petrolio e degli altri combustibili fossili  e fissili che devastano l'ambiente a Fukushima le  come a Taranto, a Gela come in Ecuador, che sono responsbili di milioni di morti ogni anno.

In questa grande confusione sento il bisogno urgente di  fare chiarezza su un paio di cose che sono determinanti nel formare il consenso in vista delle elezioni europee.

In un post dell'agosto scorso, io e Sergio Di Cori Modigliani ricordavamo le ragioni di principio per le quali il Movimento 5 Stelle doveva avere una forte presenza in Europa. In questo vorrei ricordare le ragioni pratiche.
In quel post di agosto  ricordavamo che la Rivoluzione Europea di Altiero Spinelli è rimasta incompiuta, per certi versi neanche iniziata.
Ricordavamo che Altiero Spinelli è stato tradito dagli stessi che oggi lo citano a sproposito
In quel post insistevamo su un concetto: i valori per i quali Altiero Spinelli, è vissuto, è stato privato della libertà, ha sofferto ed è morto, sono gli stessi del Movimento 5 Stelle.
Sono  le visioni di una Europa di cittadini   liberi, forti, e uniti profetizzata con il Manifesto di Ventotene, la visione di una politivca che vada oltre  destra e sinistra, che garantisca i beni comuni e  la proprietà collettiva per i lavoratori degli impianti energetici e industriali, la limitazione dello strapotere dei mercanti della finanza speculativa, l'introduzione di un reddito di cittadinanza per i cittadini mentre sono alla ricerca di una occupazione confacente alle loro aspirazioni esistenziali... Qusta era la rivoluzione Europea di Altiero Spinelli. Non mi sembra che sia stata realizzata.

Questi valori sono stati anzi traditi e il messaggio eversivo che essi contenevano è stato  svuotato in formule semi-liturgiche da "federalisti" di maniera,  da una casta di burocrati totalmente autoreferenziali che  in perfetto stile orwelliano si dichiarano federalisti e europeisti a vanvera e invocano  a sproposito il nome di Spinelli in discorsi saccenti e ipocriti che in realtà sterilizzano il messaggio rivoluzionario di Altiero Spinelli. (http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/08/w-leuropa-17-stelle-un-intervento.html).

Oggi vorrei tornare sull'argomento da un punto di vista più pratico e operativo, fermo restando che tutto quello che avevamo scritto in quel post rimane validissimo e andrebbe tenuto presente preliminarmente per comprendere appieno il senso di questo post.

Innanzitutto bisogna considerare che il Parlamento Europeo non è una scatola vuota e piegata solo agli interessi delle lobby come quello italiano in cui impera una partitocrazia cinquantennale coriacea e innervata nelle istituzioni come un cancro.
A Bruxelles non c'è nessun cancro. Ci sono altri problemi, fra cui una certa propensione alle larghe intese di fatto su molti punti da parte di S&D e PPE,  ma c'è anche un maggiore controllo e rispetto delle regole.

Non dico che le lobby a Bruxelles non ci siano proprio, anzi, ma c'è un livello di attenzione sulle attività lobbistiche molto più elevato che in Italia.
Per esempio esiste una struttura di sorveglianza delle attività degli "special interst groups",  Alter.EU ( http://www.alter-eu.org/ ) che non ha paragoni in Italia. Ricordo quando  ho contribuito a crearla, dato che le lobbies dell'energia erano i principali avversari della nostra azione europea come Ufficio di Jeremy Rifkin a Bruxelles, e quindi per me era quasi una specie di pratica di sopravvivenza. Era difficile identificarli: andavi a una riunione di deputati europei sull'ambiente e vedevi comparire fantomatiche associazioni per la tutela degli ambienti marini e lacustri che facevano discorsi ambigui confondendo CO2 fossile con il carbonio organico, partecipavi a un forum sull'energia e spuntavano come funghi improbabili associazioni  per la limitazione delle emissioni, dietro cui si celavano le lobby del petrolio o del nucleare, partecipavi a una riunione sui diritti umani e appariva dal nulla una fondazione per la diffusione dei diritti umani in Africa dietro cui si celava la Shell ansiosa di far dimenticare le sue responsabilità per l'assassinio dell'attivista drammaturgo Nigeriano Ken Saro Wiva...).
Una immagine della Shell in Nigeria

Però alla fine li identificavi e le loro proposte non passavano. O almeno passavano senza false scuse. Venivano identificate per quelle che erano. per esempio i nuclearisti diventavano i difensori degli intressi delle tecnologie nucleari e dovevano smettere le vesti di "difensori del clima".
Insomma, i lobbisti a Bruxelles si potevano (e si possono) battere. Come furono battuti  il 7 marzo del 2007 quando sotto presidenza tedesca venne approvato il 20 20 20, la strategia energetica europea che andava (e va)  verso una Europa "post carbon e post nuclear".
O come sono stati battuti nella battaglia per la direttiva rifiuti, che stabilisce una chiusura virtuosa dei cicli di consumo (le tre R. riduzione, riuso, riciclo).
O sul regolamento REACH che limita le emissioni di sostanze chimiche nell'ambiente.

Il Parlamento Europeo non ha poteri di inziativa legislativa (e questa è una anomalia da correggere al più presto, per quanto noi italiani, famosi per aver esautorato il parlamento nazionale con l'abuso della decretazione d'urgenza ex articolo 77 della Costituzione siamo forse i meno titolati a parlarne, ma non divaghamo), ma interviene comunque in processi decisionali su materie importantissime per la vita dei cittadini europei.
Ecco che stiamo arrivando al punto. Il Parlamento Europe nei 5 anni prossimi dovrà affrontare dossier importanti e scottanti. Potrà confermare le politiche virtuose sul piano ambientale e energetico o ritornare sui suoi passi e rallentare o proprio fermare le politiche di sostenibilità.
Le lobby del nucleare, dei rifiuti, del carbone, di big pharma e della chimica sporca, non sono mica scomparse. Sono in agguato in attesa di fiondarsi sui nuovi parlamentari europei. Ecco perchè non si può votare PD (il partito dei comitati d'affari, del TAV, degli inceneritori, del carbone).
perchè non si può votare nessun partito di destra, perchè sono tutti dei fottuti nuclearisti. Adesso infestano tutti gli spazi televisivi, sparando a zero contro l'Euro, dopo averlo votato e gestito quando erano al governo, e gli italiani di memoria corta plaudono.
Ma sul nucleare non li ho ancora sentiti fare ammenda.
E sul nucleare,  non possiamo avere amnesie.
27 milioni di voti sono troppi da dimenticare.
27 milioni di italiani che andarono a votare  contro la privatizzazione dell'acqua e il piano nulceare del governo Berlusconi.
Io me lo ricordo bene Berlusconi che faceva le conferenze stampa con Sarkozy magnificando le tecnologie francesi per il reattore EPR di cui ne volevano costruire 4 spendendo decine di miliardi che non abbiamo, e di cui non abbiamo bisogno visto che siamo in sovraccapacità produttiva di quasi 2 terzi.
Io me la ricordo bene la Prestigiacomo che, a disastro nucleare di Fukushima ancora caldo, dichiarava ai quattro venti "il nostro programma nucleare italiano CHIARAMENTE va avanti!".

Io me lo ricordo bene il ministro Paolo -Colpo Grosso- Romani dichiarare che al 2020 il 25% dell'energia italiana sarebbe stata nucleare!

Io me li ricordo bene i giovani del PDL intervistati da una imbelle Giulia Innocenzi da Santoro dichiarare che non dovevamo votare emotivamente al referendum contro il nucleare perchè gli tsunami ci sono solo in Giappone e non in Italia, e nessuno, compreso Bonelli che era in studio, che avesse domandato loro, "e allora di grazia quello di Messina del 1908 cosa fu?!? Una ondata di riflusso dal mar del Giappone?" Sia Forza Italia, che Fratelli d'Italia che NCD o UDC, (e in misura per certi versi anche maggiore, il PD) sono partiti fortemente piegati alle logiche del nucleare che hanno mal digerito la sconfitta al referendum del 2011 e sono pronti a votare per il nucleare perchè non hanno capito l'errore, perchè non si sono "pentiti", anzi sono solo nascosti, hanno scopato la sconfitta sotto al tappeto, confidando nell'amnesia (ancora lei!) degli elettori italiani.
Queste sono le prime "europee" dopo il referendum che ha detto NO al nucleare per la seconda volta in Italia.
Qui ci sono candidati che volevano il nucleare! Non trenta  anni fa ma meno di tre!
Non dimentichiamocelo. Ricordiamolo! Ricordiamolo a tutti gli elettori!
Diciamolo su tutte le piazze!
In tutte le strade, in tutte le conversazioni di persona e in chat.
Non permettiamo loro di spazzare tranquillamente sotto il tappeto questa scomoda realtà!
Ripetiamoglelo in tutte le salse, fino alla nausea!
"Meno di 3 anni fa voi avete cercato di farci tornare al nucleare! Adesso volete andare a Bruxelles dove si prenderanno decisioni sull'energia! Come voterete in caso si proponga un ritorno al nucleare? O agli inceneritori? O agli OGM?"
Scegliamo questo come terreno di scontro!
Ricordiamo a tutti gli elettori, che se dovessero votare questi partiti solo perchè improvvisamente si sono convertiti alla dottrina  "anti-Euro", sappiano però che queste persone quando saranno chiamate a decidere per loro su questioni importantissime, sugli obiettivi energetici europei al 2030, al 2050, sulla revisione della "Direttiva Rifiuti",  voteranno per il nucleare, per il "carbone pulito", la CCS (Carbon Capture and Storage), gli hub del gas etc.
Mandare questa gente al parlamento significa mettere a repentaglio le uniche cose buone fatte dall'Europa negli ultimi 10 anni.
Significa mandare a posti decisionali, persone che non credono nell'agricoltura di filiera corta e nella sovranità alimentare dei cittadini, perchè hanno relazioni, spesso anche di affari, con le multinazionali delle biotecnologie e dell'agroindustria mondiale, i monopolisti delle sementi che vorrebbero spazzare via i piccoli contadini di Terra Madre che portano avanti l'agricoltura in un rapporto sinergico con il territorio da migliaia di anni.
Significa mandare a Bruxelles i peggiori inceneritoristi, prontissimi a favorire una retromarcia sul NO a inceneritori e discariche, perchè hanno rapporti con coloro che da  inceneritori e discariche fanno profitti multimilionari, gente che parla di "mercato dei rifiuti" come se i rifiuti fossero un bene di consumo, e non un errore di progettazione e di distribuzione dell'iperconsumismo folle da cui guadagnano solo in pochi (tutti amici fra loro e amichevolmente relazionati alla partitocrazia che adesso vorrebbe andare al Parlamento Europeo).
Stampa tridimensionale attraverso un sistema CAD
(Computer Assisted Design)
Allora cosa ci resta, se crediamo in una Europa senza fossili, senza nulceare, (post Carbon, Post Nuclear, come dice la Dichiarazione Scritta del parlamento europeo che facemmo approvare nel 2007 battendo tutte le potentissime lobbies dei fossili e del nucleare)?

Cosa ci resta se crediamo nella ripresa di una economia dal basso basata su piccole aziende agricole turistiche, integrate fra di loro in una rete di valorizzazione locale attraverso sapienti operazioni di marketing territoriale e di valorizzazione dei fondi europei (che abbiamo sfruttato solo a metà nel periodo 2007-2013, vergognosamente!)?
Cosa ci resta se crediamo in una società a rifiuti zero, senza discariche, inceneritori, siti inquinati da bonificare, dove i cittadin riusano e riciclano tutto quello che non consumano e consumano lo stretto indispensabile per soddifsare bisogni sobri e non indotti da pubblicità obnubilanti e parossistiche?
Cosa ci resta se crediamo in una Europa dei cittadini e non dei grandi gruppi energetici, finanziari, chimici e agroindustriali?
Cosa ci resta se crediamo in una società di "makers" che producono oggetti ad altissima efficienza energetica e industriale con stampanti tridimensionali in reti locali in cui lavorano molte più persone che in obsolete acciaierie e industrie di padroni del vapore legati alla finanza internazionale e devastanti per il territorio?
Il Presidente Correa con le mani sporche del petrolio sversato
dalla Texaco.Chevron nell'amazzonia ecuadoregna
Cosa ci resta se crediamo in una politica che si sporca le mani di petrolio, dimostrativamente,  per proteggere i propri concittadini come il Presidente dell'Ecuador Rafael Correa nel distretto amazzonico di Succumbìos -Orellana, e non che fa comunella con i padroni delle acciaieri e sghignazza al telefono sulla pelle delle vittime dell'inquinamento?

Portiamo il dibattito in questa campagna europea su questo terreno! Domandiamo a tutti i candidati come voterebbero se a Strasburgo si cercasse di mettere in discussione le rinnovabili e tornare al nucleare o ai fossili.

E vedremo immediatamente che non c'è scelta.

Ci resta solo il Movimento 5 Stelle!




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